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|
Castel
Aichberg
Italiano
Tratto dal sito:
www.eppan.com
(2004)
di cui non abbiamo documentazione a conferma di quanto segue e che
presenta diverse incongruenze.
Castel Aichberg fu costruito in origine dalla famiglia Leys (1550
- 1600).
Jobst Leys ha tre figli: Vallin, Nikolaus e Dorothea. Nel 1570 (circa)
Nikolaus, sposa Ursula figlia maggiore di David Lanser a quel tempo
proprietario di Castel Aichberg.
Il 20 Agosto 1613 il signor Nikolaus Leys acquisisce il titolo di
"von Paschbach".
Nel 1625 il castello viene acquistato da Valentin Christof von Aichner
proprietario della confinante residenza Paschbach.
Il 26 Maggio 1632 il signor Aichner viene insignito del predicato
nobiliare di Aichberg divenendo quindi Valentin Christof Aichner von
Paschbach zu Aichberg.
Nel 1776 la proprietà passa a Leopold Adam von Wenser.
Nel 1860 la proprietà passa a Johan Klotz.
Nel 1870 la proprietà passa a Josef von Zastrow che trasforma l'edificio
originale nella attuale forma.
Dopo Franz Tausend, la proprietà viene acquistata dai conti Khuen-Belasi
[ vai
alla d2_4_schlossaichberg Curiose affinità riguardante l'analogia degli stemmi e
la storia della famiglia Khuen-Belasi, cliccando qui
]. ed attualmente è un albergo. All'ingresso
principale è presente un affresco di Peter Fellin, mentre nella cappella
a nord, si trovano pitture epiche.
E' opportuno ricordare che Castel Paschbach si trova in via Monte
n° 33 e che confina con Castel Aichberg che si trova al n° 31, entrambi
ad Appiano - Eppan.
Uno dei molti edifici definiti nel cosiddetto "Stile d'Oltradige"
cioè pur avendo ispirazioni nordiche, subiscono influenze stilistiche
rinascimentali mediterranee e sono impropriamente definiti castelli,
anche se in realtà nulla possiedono della fortezza ma sono esclusivamente
dei palazzotti residenziali.
Fin dai tempi antichi, i conti del Tirolo, ( vedi Schloss Tirol )
gratificavano i loro funzionari più capaci e fedeli con appezzamenti
di territorio. Questi personaggi che possono essere definiti come
"funzionari di corte" o "ministeriali ", provvedevano a costruirsi
la loro casa che ovviamente doveva riflettere il rango raggiunto.
A volte anche i rami cadetti della piccola nobiltà tirolese, ricorrevano
a questo tipo di costruzione che negli aspetti esteriori (merlature,
torrioni e torrette varie ecc) ricordava la nobiltà feudale.
Degno di nota è che spesso questi edifici erano il risultato di modifiche
o ricostruzioni ingentilite di antiche costruzioni andate oramai in
rovina per incuria, abbandono o altro. A questo proposito è opportuno
ricordare che se vengono sempre ricordate le imprese eroiche e il
tutto viene visto come gesta epiche, nella realtà l'incuria, l'abbandono
ecc. corrispondevano sempre alla caduta in disgrazia di una famiglia
se non alla morte violenta degli stessi componenti ed alla riduzione
in schiavitù dei sopravvissuti al di la delle motivazioni che portavano
a questi avvenimenti, il tutto senza dimenticare che la " Storia "
la scrivono i menestrelli del nuovo signore.
Nel caso specifico, la costruzione si sviluppa intorno ad una non
alta torre provvista di merli alla ghibellina.
SIMON AICHNER (1884-1904) : Vescovo
[per ulteriori approfondimenti visita
la d2_4_schlossaichberg Principi-Vescovi su questo sito]
Dopo l’inaspettata morte del principe
vescovo Leiß, il comandante provinciale di Innsbruck e il ministro
della pubblica istruzione Conrad consideravano il vicario generale
per il Vorarlberg Simon Aichner come il successore più adatto.
All’inizio di Maggio 1884 Conrad scrisse che Aichner si era
distinto per la sua attività in Vorarlberg e che la sua condotta
contro le leggi statali e le autorità di governo si era dimostrata
corretta e conciliante.
Fu proprio Aichner che il 15 Giugno 1884 l’imperatore Francesco
Giuseppe nominò principe vescovo di Bressanone. La conferma
papale seguì il 10 Novembre e l’intronizzazione il 27
Novembre.
Il nuovo vescovo, primo di undici figli di un mastro fabbro ferraio,
era nato il 19 Novembre 1816 a Terento in Val Pusteria. Dopo la scuola
media presso il Ginnasio dei Francescani di Bolzano, studiò
filosofia all’Università di Innsbruck e teologia al seminario
di Bressanone. Consacrato sacerdote il 2 Agosto 1840 fu per 11 anni
cappellano e cooperatore a Stilfes e per un anno curato a Lutago.
In questi anni utilizzò il tempo a disposizione per gli studi
teologici, che mise a frutto nel 1850 quando partecipò agli
esami di concorso per un posto di parroco. Nella prova scritta riportò
nel suo elaborato lunghe citazioni da Padri della Chiesa e di altri
grandi teologi, tanto da suscitare nella commissione d’esame
sospetti di “copiatura”, sospetti che furono però
fugati quando le potè subito ripetere verbalmente.
Nel 1852 Aichner divenne prefetto degli studi e docente di diritto
ecclesiastico al seminario di Bressanone, dove nel 1862 pubblicò
il manuale di diritto ecclesiastico, nel quale in contrasto con i
precedenti libri di testo austriaci sollevò i diritti di libertà
della Chiesa nei confronti dello Stato. L’opera, che ebbe 12
edizioni, lo rese così celebre che già nel 1857 la facoltà
teologica di Vienna gli conferì la laurea “ad honorem”
in teologia.
Nel 1861 fu chiamato a dirigere il seminario, che godè da allora
di una eccezionale fama, tanto che i vescovi di Prussia, dove furoreggiava
il “Kulturkampf”, cioè la “battaglia per
la cultura”, politica anticattolica perseguita dal governo del
cancelliere Bismarck in Germania (1871-1879), dove venivano soppressi
molti seminari, inviarono studenti a Bressanone.
Dopo la morte del principe vescovo Gasser, il 7 Aprile 1879 Aichner
fu eletto vicario del Capitolo. Clero e popolo auspicavano che proprio
lui fosse il successore, ma l’imperatore fu di altro avviso
per cui nominò il parroco di Innsbruck Leiß, che a sua
volta il 15 Ottobre 1882 consacrò vescovo Simon Aichner, il
quale divenne vescovo ausiliare e vicario generale per il Vorarlberg,
dove Aichner fu accolto con gioia, anche perché gran parte
del clero era stato alla sua scuola al seminario di Bressanone.
Divenuto vescovo di Bressanone, Simon Aichner si dedicò alle
visite in diocesi, al termine delle quali dal 28 al 30 Agosto 1900
tenne a Bressanone un sinodo diocesano (il precedente risaliva al
1603), le cui decisioni furono tempestivamente pubblicate, contemporaneamente
ad un manuale liturgico per il clero.
Il vescovo Aichner percorse in lungo e in largo la diocesi per le
cresime e partecipò regolarmente alle conferenze dei vescovi
austriaci a Vienna.
Nel 1896 il Tirolo con la partecipazione dei tre vescovi della provincia
celebrò il primo centenario della consacrazione a Bolzano al
Sacro Cuore di Gesù. Tre anni dopo alla presenza dell’imperatore
e dei tre vescovi ci fu la consacrazione della cappella del S. Cuore
al “maso Sandwirt”, la patria di Andreas Hofer.
Durante l’episcopato di Aichner, al quale si deve un non felice
restauro del duomo, si ebbe un considerevole sviluppo dei cori, le
“scholae cantorum” legate al “movimento ceciliano”.
Nel 1885 Aichner chiamò a Bressanone come maestro di cappella
del duomo il compositore Ignaz Mitterer. Sotto la nuova direzione
il coro del duomo conseguì presto fama europea. Nel 1901 per
le celebrazioni del Millennio di Bressanone Mitterer diresse la suo
nuova Messa “In honorem ss. Salvatoris”, come “graduale”
fece però cantare una composizione dell’ex vescovo di
Bressanone Johann Platzgummer (1641-1647).
Dopo che nel 1889 fu resa nota a Bressanone la causa della morte del
principe ereditario Rodolfo, il vescovo Aichner decise che nella sua
diocesi non si dovessere tenere cerimonie funebri, ma poi cambiò
tale disposizione; l’8 Febbraio l’ordinariato rese noto
tramite la “Brixner Chronik” che il 9 Febbraio si sarebbe
tenuta nella chiesa vescovile una S. Messa a suffragio del principe
ereditario.
Nel 1892 Aichner si era mostrato disposto ad
accettare una legge provinciale sulla scuola che si muovesse nel quadro
della legge scolastica dell’impero, sebbene il 7 Aprile avesse
dichiarato nella dieta provinciale a nome dei vescovi del Tirolo che
l’assenso dei vescovi alla nuova legge non dovesse essere inteso
come se le non prescrivibili istanze della Chiesa fossero in qualche
modo soddisfatte. Egli si lamentò poi del fatto che nell’Austria
cattolica, rispetivamente in Tirolo, nonostante gli sforzi non si
fosse riusciti a produrre una tale legislazione in materia di scuola,
per la quale la Chiesa fosse posta nella condizione di adempiere ai
propri elevati compiti affidatile da Dio. Con l’accettazione
di questa legislazione scolastica terminò la trentennale “Kulturkampf”
del Tirolo.
Quando nel 1899 il principe vescovo pubblicò una Lettera pastorale
contro il movimento “Los von Rom” e le feste del solstizio,
questa fu simbolicamente bruciata al mercato di Innsbruck. In contrapposizione
a ciò i cattolici di tale città tennero in Luglio una
grande manifestazione di protesta. I “Deutschfreiheitlichen”
a loro volta risposero in Agosto con una analoga controdimostrazione.
Gli ultimi anni di episcopato di Aichner furono adombrati da quelle
aspre lotte, che spaccarono il cattolicesimo austriaco del tempo e
che si propagarono appassionatamente e senza discrezione proprio nella
roccaforte conservatrice del Tirolo. Si tratta delle lotte tra le
due tendenze politiche, che si espressero nelle forze politiche dei
conservatori e dei cristiano-sociali.
Aichner come la maggioranza dei vescovi austriaci era dalla parte
dei conservatori ed entrò deciso contro il neocostituito, nel
1898, partito dei cristiano-sociali, come risulta da una lettera confidenziale
che il 29 Gennaio 1899 indirizzò a tutti i sacerdoti, nella
quale tra l’altro deplorò la discordia tra fratelli e
vietò al clero diocesano la partecpazione alle riunioni di
entrambe i partiti. Non osò comunque imporre a Emiliano Schöpfer,
docente al seminario di Bressanone, fondatore e guida del partito
dei cristiano-sociali, il divieto di attività politica, poiché
la maggioranza dei docenti in tale seminario e molti sacerdoti erano
dalla sua parte.
Schöpfer all’inizio del 1901 si appellò a papa Leone
XIII (1878-1903) contro gli ostacoli ai cristiano-sociali da parte
di Aichner, visto che il papa aveva mostrato le proprie simpatie per
i cristiano-sociali di Vienna. Come persona di collegamento di Schöpfer
con i cardinali Antonio Agliardi, Andreas Steinhuber e col cardinale
Segretario di Stato Mariano Rampolla si diede da fare a Roma il gesuita
Joseph Biederlack.
Nel Settembre 1901 tramite il cardinale Segretario di Stato Rampolla
giunse una risposta ufficiale ai tre vescovi del Tirolo, con la quale
il papa deplorava sì la divisione, ma riconosceva entrambi
i partiti. Aichner, che già nella primavera del 1901 aveva
senza esito tentato a Roma di ottenere un assenso al suo comportamento
contro i cristiano-sociali, offrì le sue dimissioni, che però
non furono accolte. Tuttavia la curia romana stava considerando in
quel tempo un avvicendamento nella sede vescovile di Bressanone, pensando
al docente di teologia di Salisburgo Josef Altenweisel. Ma poiché
il diritto di nomina spettava all’imperatore, si volle lasciare
a questi l’iniziativa. Dopo il ritorno da Roma Aichner si comportò
con discrezione nei confronti dei cristiano-sociali.
Sebbene Aichner avesse più volte esortato alla riconciliazione
i suoi diocesani divisi in due, soprattutto i partiti si preoccuparono
molto poco degli appelli vescovili, e persino una lettera pastorale
comune dei tre vescovi del Tirolo pubblicata nel 1903 ed esortante
alla pace fu come “parlare ai sordi”. Tutti questi insuccessi
rafforzarono Aichner nei suoi propositi di dimettersi, mentre anche
i conservatori gli rinfacciavano debolezza di governo. Sebbene Aichner
fosse un vescovo tradizionale, non si mostrò all’altezza
dei passionali conflitti tra i due partiti cattolici. Egli respinse
tuttavia la proposta di nomina di Altenweisel come coadiutore e nel
Febbraio 1904 rinnovò l’offerta di dimissioni; papa Pio
X (1903-1914) l’accettò il 5 Marzo, nominando il 28 Giugno
Aichner arcivescovo titolare di Teodosiopoli.
Il 16 Settembre 1904 Simon Aichner cessò dalla guida della
diocesi di Bressanone e si ritirò per i suoi ultimi anni di
vita nel monastero dei canonici agostiniani di Novacella, dove morì
il 1° Novembre 1910. Fu sepolto nel duomo di Bressanone.
[Texto
en español - las imágenes son anteriores]
Castel
Aichberg
Trazo del sito: www.eppan.com (2004)
del cual no tenemos documentación para confirmar todo lo que
sigue y que presenta diversas incongruencias:
Castel Aichberg fue construido en su origen
por la familia Leys (1550-1600);
Jobst Leys tiene tres hijos: Vallin, Nikolaus
y Dorotea. En 1570 (aproximadamente) Nikolaus, se casa con Ursula,
hija mayor de David Lanser en esos tiempos propietario de Castel Aichberg;
El 20 de agosto de 1613 el señor Nikolaus
Leys adquiere el título de “von Paschbach”:
En 1625 el castillo es adquirido por Valentin
Christof von Aichner propietario de la colindante residencia Paschbach;
El 26 de Mayo de 1632 al señor Aichner
le es otorgado el título nobiliar de Aichberg pasando así
a Valentin Christof Aichner von Paschbach zu Aichberg;
En 1776 la propiedad pasa a Leopold Adam von
Wenser;
En 1860 la propiedad pasa a Johan Klotz;
En 1870 la propiedad pasa a Josef von Zastrow
que transforma el edificio original en la forma actual;
Después de Franz Tausend, la propiedad
es adquirida por los condes Khuen-Belasi y actualmente es un hotel.
A la entrada principal se presenta un fresco de Peter Fellin, mientras
en la capilla al norte, se encuentran pinturas épicas.
Es oportuno recordar que Castel Paschbach se
encuentra en la calle Monte nº 33 y que colinda con Castel Aichberg
que se encuentra en el nº 31, ambos en Appiano-Eppan.
Uno de los muchos edificios definidos en llamado
“Estilo de Más allá de los diques”, es decir
aun teniendo inspiraciones nórdicas, sufren influencias estilísticas
del renacimiento mediterráneo y son impropiamente definidos
castillos, aunque en realidad no poseen nada de la fortaleza, sino
sólo exclusivamente de los palazotes residenciales.
Desde los tiempos antiguos, los condes del
Tirol, (véase Schloss Tirol) gratificaban a sus funcionarios
más capaces y fieles con parcelas de territorio. Estos personajes
que pueden ser definidos como “funcionarios de corte”
o “ministeriales”, se disponían a construirse su
casa que obviamente tenía que reflejar el rango conseguido.
A veces también los hijos segundones de la pequeña nobleza
tirolesa, recurrían a este tipo de construcción que
en los aspectos exteriores (almenas, torreones y torres varias, etc.)
recordaba a la nobleza feudal.
Digno de mención es que a menudo estos
edificios eran el resultado de las modificaciones o reconstrucciones
afinadas de antiguas construcciones hechas ya ruinas por descuido,
abandono o demás razones. A propósito de esto es oportuno
recordar que si bien vienen siempre recordadas las imágenes
heroicas y todo viene visto como gesto épico, en realidad el
descuido , el abandono, etc. correspondían siempre a la caída
en desgracia de una familla si no a la muerte violenta de alguno de
sus mismos componentes y a la reducción en esclavitud de los
supervivientes más allá de las motivaciones que llevaban
a estos acontecimientos, el conjunto sin olvidar la “historia”
la escriben los juglares del nuevo señor.
[Texte
en français - les images sont au-dessus]
Château
Aichberg
Extrait du site : www.eppan.com (2004)
duquel nous n’avons pas de documentation qui confirme ce qui
suit et qui présente quelques incohérences :
Le château
Aichberg a été construit, à l’origine,
par la famille Leys(1550 – 1600);
Jobst Leys a
trois fils: Vallin, Nikolaus et Dorothea. En 1570 (environ) Nikolaus,
épouse Ursula, fille aînée de David Lanser, en
ce temps propriétaire du Château Aichberg;
Le 20 août
1613 Nikolaus Leys acquiert le titre de “von Paschbach”;
En 1625 le château
est acquis par Valentin Christof von Aichner, propriétaire
de la résidence voisine Paschbach;
Le 26 mai 1632
Aichner est décoré du prédicat nobiliaire de
Aichberg devenant ainsi Valentin Christof Aichner von Paschbach sur
Aichberg;
En 1776 la propriété
passe à Leopold Adam von Wenser;
En 1860 la propriété
passe à Johan Klotz;
En 1870 la propriété
passe à Josef von Zastrow qui transforma l’édifice
original pour sa forme actuelle;
Après
Franz Tausend, la propriété est acquise par les comtes
Khuen-Belasi et est actuellement un hôtel. A l’entrée
principale est présente une fresque de Peter Fellin, alors
que dans la chapelle nord, se trouvent des peintures épiques.
Il est opportun
de rappeler que le château Paschbach se trouve “via Monte”
n°33 et borde le château Aichberg, situé au n°31,
tous deux à Appiano - Eppan
Un des nombreux
édifices définis dans ledit “style Outre Adige”,
c’est-à-dire bien qu’ayant des inspirations nordiques,
subissent des influences stylistiques renaissantes méditerranéennes
et sont improprement définis châteaux, même si
en réalité ils ne possèdent rien de la forteresse
mais sont exclusivement des petits palais résidentiels.
Depuis les temps
anciens, les comtes du Tyrol (voir Schloss Tyrol) gratifiaient leurs
fonctionnaires les plus capables et fidèles de parcelles de
terrain. Ces personnages qui peuvent être définis comme
“fonctionnaires de cour” ou “ministériels”,
faisaient construire leur maison, qui évidemment devait refléter
le rang atteint. Quelque fois même les branches cadettes de
la petite noblesse tyrolienne, usaient de ce type de construction
qui dans les aspects extérieurs (crénelure, donjon et
tours variées etc) rappelait la noblesse féodale.
Digne d’intérêt
est que, souvent, ces édifices étaient le résultat
de modifications ou reconstructions élevées sur d’anciennes
constructions, maintenant en état de ruine par négligence,
abandon ou autre. A ce propos il est opportun de rappeler que si les
entreprises héroïques sont souvent citées et le
tout perçu comme un geste épique, en réalité,
la négligence, l’abandon etc corrispondaient toujours
à la chute en disgrâce d’une famillle si non, à
la mort violente de ses composants et à la réduction
en esclavage des survivants au-delà des motivations qui portaient
à ces évènements, le tout sans oublier que l’
“Histoire” était écrite par les ménestrels
du nouveau seigneur.
[Text
auf Deutsch - die Bilder sind oben]
Schloß Aichberg
Von: www.eppan.com
(2004)
Wir haben darüber keine Dokumente, zu bestätigen
was folgt; es gibt nämlich viele Unstimmigkeiten
GUARDA SUL SITO! Castel Aichberg wurde in seinem
Ursprung vom familiären Leys gebaut (1550-1600);
Jobst Leys hat drei Kinder: Vallin, Nikolaus
und Dorotea. In 1570 (ungefähr) Nikolaus, heiratet Ursula, Tochter
größer als David Lanser in jenem Zeiten-Eigentümer
von Castel Aichberg;
August von 1613 Herr Nikolaus 20 Leys acquires
the title of “von Paschbach”:
In 1625 wird die Burg von Valentinskarte Christof
von Aichner Eigentümer des benachbarten Wohnsitzes Paschbach
erworben;
Der 26. Mai von, den 1632 zu Herr Aichner ihm
der Titel-nobiliar von Aichberg, der dieser Weg-Valentinskarte Christof
Aichner von Paschbach zu Aichberg reicht, gewährt wird,;
In 1776 reicht die Eigenschaft Leopold Adam
von Wenser herüber;
In 1860 reicht die Eigenschaft Johan Klotz
herüber;
In 1870 kommt die Eigenschaft an Josef von
Zastrow vorbei, der das originale Gebäude in der aktuellen Form
umgestaltet,;
Nach Franz Tausend wird die Eigenschaft von
den Rechnungen Khuen-Belasi erworben, und im Moment ist es ein Hotel.
Zum Haupt Eingang Peters kühle Luft, die Fellin präsentiert
wird, während in der Kapelle zum Norden sie epische Gemälde
sind.
Es ist gelegen zu erinnern, daß Castel
Paschbach in der Straße ist, besteigt es nº 33 und daß
es mit Castel Aichberg, der im nº 31 ist, beide in Appiano-Eppan,
benachbart ist.
Eins der vielen Gebäude definierte in
Anruf “ich werde von jenseits der Deiche benutzt”, das
sollte das Haben von nordischen Inspirationen sogar sagen, sie erleiden
stilistische Einflüsse der mediterranean-Wiedergeburt und sie
werden Burgen unpassend definiert, obwohl sie in der Tat nichts von
der Stärke besitzen, aber nur ausschließlich vom Wohn palazotes.
Von den alten Zeiten, die Rechnungen vom Tirol,
(sehen Sie Sie Schloss Tirol) sie befriedigten ihr fähiger und
faithfuler-Beamte mit Territorium-Paketen. Diese Charaktere, als die
definiert werden können, “Gericht-Beamte” oder “ministeriell”,
sie, die he/she offensichtlich die bekommene Auswahl widerspiegeln
mußten, bereiteten vor, ihr Haus gebaut zu werden. Manchmal
auch der Kinder-segundones des kleinen Tyrolese Adels, sagte dieser
Konstruktion-Art zu der in den externen Aspekten (almenas, Türmchen
und mehrere Türme, und so weiter) he/she remembered to the feudal
nobility.
Würdig von Erwähnung ist es oft das,
das diese Gebäude schon waren, zu dem das Ergebnis von den Modifikationen
oder gestimmten Rekonstruktionen alter Konstruktionen Untergänge
durch Nachlässigkeit, Verlassenheit oder andere Gründe machte.
Absichtlich davon ist es gelegen zu erinnern, daß, obwohl sie
immer gedacht an die heldenhaften Bilder kommen, und alles kommt gesehen
als epischer Ausdruck, in der Tat die Nachlässigkeit, die Verlassenheit,
und so weiter they always corresponded to the fall in misfortune of
a familla if not to the violent death of some of their same components
and to the reduction in the survivors' slavery beyond the motivations
that took to these events, the group without forgetting the “history”
they write it the new gentleman's jugglers.
[Text
in English - the images are above]
Castel Aichberg
taken from the site: www.eppan.com (2004)
of which we lack documentation to confirm what follows, which presents various incongruences:
Castel Aichberg was originally constructed by the Leys family (1550-1600);
Jobst Leys had three sons: Vallin, Nikolaus and Dorothea. In about 1570 Nikolaus married Ursula, eldest daughter of David Lanser, at that time owner of Castel Aichberg;
August 20, 1613, Nikolaus Leys acquired the title "von Paschbach";
In 1625 the castle was acquired by Valentin Christof von Aichner, owner of the bordering residence Paschbach;
May 26, 1632, Aichner was decorated with the noble title of Aichberg, thus becoming Valentin Christof Aichner von Paschback zu Aichberg;
In 1776, the property passed to Leopold Adam von Wenser;
In 1860 the property passed to Johan Klotz;
In 1870 the property passed to Josef von Zastrow, who transformed the original building to its current form;
After Franz Tausend, the property was acquired by the counts Khuen-Belasi and is currently a hotel. At the main entrance there is a fresco from Peter Fellin, while in the chapel to the north, one finds epic paintings.
Castel Paschbach is in Via Monte N. 33, where it borders with Castel Aichberg at N. 31; both are at Appiano-Eppan.
Two of the many buildings defined in the so-called "Style of Oltradige," even while having Nordic inspi-rations, they underwent influential, Mediterranean-Renaissance stylistic changes. For this they are improperly defined as castles, because in reality they are exclusively palace residences, possessing no aspect of a fortress.
Since ancient times, the counts of Tyrol (see Schloss Tyrol) endowed their most able and faithful func-tionaries with plots of land. These figures, who can be defined as "functionaries of court" or "ministers," provided for the construction of their own homes, which obviously had to reflect their rank. Sometimes also the cadet branches of the minor Tyrolese nobility turned to this kind of construction which in its exterior aspects (battlements, keeps, turrets) recalled the feudal nobility.
Worthy of note is that these buildings were often the result of refined
modifications or reconstructions of ancient constructions in ruins
for neglect, abandonment, or other factors. To this end it is good
to remember that if the heroic undertakings are always remembered
and the whole era is seen as one of epic deeds, in reality the neglect,
abandonment, etc. of a property always corresponded with the fall
or disgrace of a family, if not the violent death of the same, and
to the reduction to slavery of the survi-vors, whatever the motivations
that led to these events. All of this without forgetting that "history"
is written by the minstrels of the new lord.
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