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Una storia
dai libri - Tirolo
I Conti di Appiano e Tirolo entrano in conflitto tra loro, ma Albrecht III del Tirolo si impone dando pace dal 1200 al 1253 ai territori che vanno dalla Zillertal fino a Trento.Con l’estinzione della casata dei Tirolo, la parte nord passa sotto il controllo dei Conti Hirchberg e la parte sud ai Conti Görz. Ma già nel 1259, Meinhard II von Görz, riunifica il tutto e sposa Elisabetta von Wittelsbach vedova dell’imperatore svevo Corrado IV del quale copia lo stile di governo. Per i successivi 40 anni crea un vero modello di stato. A completamento della sua opera di pacificazione e prosperità, si imparenta con la casa d’Asburgo dando in sposa sua figlia Elisabeth ad Albrecht, figlio di Rodolfo I d’Asburgo. Nel 1295 Meinhard II muore lasciando un paese ricco e prosperoso, ma nessuno dei suoi figli ha eredi maschi. Segue un periodo travagliato e nonostante nel 1335 una nipote di Meinhard II, Margarethe Maultasch cerchi di dare stabilità, dopo varie disavventure tra le quali anche la perdita del suo unico erede maschio, il Tirolo nel 1363, entra definitivamente sotto influenza austriaca ed in particolare del duca Rodolfo IV d’Asburgo. Nel 1406 il Tirolo è di Federico IV “dalle tasche vuote” (figlio di Leopoldo III che è il fratello di Rodolfo IV). Successivamente il potere passa a Sigismondo “il danaroso” che dopo aver trasferito la zecca da Merano ad Hall in Tirol, fa coniare le prime monete d’argento (estratto dalle miniere presso Merano) che circolano in “europa”. Nel 1493 Massimiliano alla morte del padre Federico III, eredita la corona imperiale, consacrando quindi il Tirolo come centro della politica europea, ma dopo qualche tempo, egli desidera centralizzare governo e amministrazione a Vienna sede naturale della dinastia asburgica e dell’impero. Al tempo stesso, conoscendo perché vissuta in prima persona, la grande tradizione di autonomia tirolese, nel 1511 emana il “Landlibell”, decreto che se da una parte obbliga i tirolesi ad imbracciare le armi per difendere la loro patria, dall’altro li esenta da ogni obbligo militare fuori dai confini del loro paese. In pratica ciò porta alla creazione del corpo degli Schützen, che altro non sono che gli abitanti locali organizzati, addestrati ed armati: chi meglio di loro può conoscere, difendere e rendere imprendibile un territorio di questo tipo. In Germania, intanto la riforma di Martin Lutero provoca fermenti e manifestazioni e nel 1525, Michael Gaismair predica in Tirolo: l’uguaglianza tra contadini e nobili, la fine del potere temporale della chiesa, una repubblica che garantisca uguali diritti per tutti, nazionalizzazione di miniere e commerci, suddivisione della terra tra i contadini. Dire che quest’uomo era forse un po’ troppo avanti per i tempi, è un eufemismo: la rivolta fu soffocata brutalmente. Nell’anno 1545, inizia a Trento “il Concilio”. Voluto dagli Asburgo per cercare di porre un freno alla spaccatura che la riforma luterana aveva provocato e dare una nuova immagine alla chiesa: vengono edificati nuovi monasteri, nuove chiese e si rendono sfolgoranti e accoglienti tutti i luoghi legati al culto. Con la morte di Leopoldo V nel 1632 si estingue la linea asburgica-tirolese e quando al potere nel 1665 subentra Leopoldo I, la città di Innsbruck e quindi il Tirolo perde definitivamente importanza a favore di Vienna. Inizia la guerra di successione spagnola e nel 1703 la Baviera si allea con la Francia, contro l’Austria e occupa la parte settentrionale del Tirolo. In poco tempo gli Schützen scacciano le truppe bavaresi che alla guida di Massimiliano II si erano già installate a Innsbruck. Nel 1800 Austria e Baviera sono alleate contro Napoleone; ma cinque anni più tardi la Baviera torna a fianco della Francia nella battaglia di Austerlitz (1805) sconfiggendo gli austriaci. L’imperatore dei francesi dona nuovamente il Tirolo alla Baviera. La nuova costituzione imposta dai bavaresi, obbliga i cittadini tirolesi a prestare servizio militare nell’esercito bavarese calpestando un orgoglio millenario di indipendenza e un diritto acquisito dal 1511. La tensione esplode quando su richiesta di Napoleone, i bavaresi reclutano soldati tirolesi per combattere contro gli Asburgo. L’esercito degli Schützen, guidati da Andreas Hofer, si ricompatta e sconfigge i bavaresi presso Innsbruck, ma purtroppo non è sufficiente in quanto Napoleone sconfigge le truppe austriache presso Vienna. Con la pace di Schönbrunn il 14,10,1809 , il Tirolo torna nuovamente sotto tutela bavarese, ma la tragedia deve ancora compiersi: i bavaresi appoggiati dai francesi piegano la resistenza degli Schützen e grazie ad un tradimento Andreas Hofer viene catturato, portato a Mantova e fucilato il 20.02.1810. Napoleone non vuole scontentare nessuno, e incurante proprio della popolazione tirolese o forse desiderando punire i tirolesi per il loro desiderio di indipendenza, divide il Tirolo in tre parti: una per Baviera, una per Austria e una per l’Italia con il risultato che si sviluppano altri grandi problemi. Nella seconda metà del 1800 viene inaugurata la ferrovia del Brennero (1867) , un altro tratto percorre tutta la Val Pusteria (1871) , quello che con un lungo tunnel collega l’Arlberg (1884) ed altre tratte minori, ma non meno importanti, al fine di creare i presupposi per una rivoluzione in senso turistico. Questo purtroppo non è sufficiente ad allentare le tensioni e che porteranno alla fine della prima guerra mondiale alla divisione politica del Tirolo e il Brennero diventa il confine tra Italia e Austria. Con l’avvento
del fascismo la situazione in quello che ormai viene definito come
Sud-Tirolo precipita: viene proibito l’uso della lingua tedesca
negli uffici statali e nelle scuole, funzionari e insegnanti nativi
del luogo e abituati a concetti comportamentali asburgici sono sostituiti
da italiani reclutati in tutto il regno sabaudo. Si crea una zona
industriale a Bolzano provvedendo all’insediamento di migliaia
di famiglie italiane e proibendo contemporaneamente l’assunzione
di lavoratori sudtirolesi. L’idea di trasferimento in massa
dei sudtirolesi, prende forma concreta con l’avvento di Hitler
in Germania che con “ l’Accordo delle Opzioni ”
del 23.06.1939, che pone i sudtirolesi di fronte al dilemma: trasferirsi
in Germania o restare rinunciando però comunque alle proprie
radici culturali e linguistiche. Entro il 31.12.1939
tutti i sudtirolesi devono decidere: l’86% opta per il trasferimento
e l’acquisizione di una nuova nazionalità (da notare
che questo forzato sradicamento subirà praticamente un blocco
dal 1941). Decisione da non interpretare come simpatia verso il
nazionalsocialismo , ma come unica possibilità di sottrarsi
alla politica repressiva fascista, oppure come Karl Leys von Paschbach
(clicca sui documenti per ingrandire), che cambia il suo nome in Elisi o anche Antonio Leis von Laimburg, che diventa Antonio Alisi di Castelvarco. Alla fine della seconda guerra mondiale, i sudtirolesi fondano il Südtiroler Volkspartei (SVP) che con accordi e/o concessioni reciproche tra potere centrale italiano e i rappresentanti di un popolo dallo spiccato senso autonomistico portano avanti una trattativa non senza tensioni: Castel Firmiano-1957, ONU-1959, “ La notte dei fuochi” - 1961, “il Pacchetto”- 1964, Congresso SVP-1969…ecc., quando finalmente il 5 giugno 1992 si può dire che la piena autonomia del Sud-Tirolo / Süd Tirol è una realtà. |
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