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Testimonianza
- Claudio
L'albero genealogico della famiglia Leis di Stienta e Ficarolo è stato controllato grazie al prezioso aiuto di Claudio, che ha letto i documenti relativi. Ci ha inoltre fornito il testo del testamento di Stephano Leis, arciprete di Ficarolo a partire dal 1628. Di questo leggerete i tratti salienti. Nota1:
- Il colloquio seguente è riportato
esattamente com'è avvenuto durante la telefonata. Savio = . 1.Che dimostra buonsenso, avvedutezza e assennatezza . 2 .Uomo che ha pieno controllo delle proprie facoltà mentali . 3.Uomo di grande prudenza e sapienza . 4. Esperto autorevole di una determinata scienza, disciplina o materia. Nel medioevo, designazione e titolo di magistrati anziani con funzioni di consulenza specifica o di assistenza agli organi esecutivi. Il Magnifico = Titolo spettante anticamente a personaggi di primo piano nella vita politica e civile (il Magnifico, per antonomasia Lorenzo de’ Medici , 1449-1492) e oggi al Rettore dell’Università. (dal latino:Magnificus, comp. Di magnus “grande”, e del tema di “facere” fare). 23/02/2003 NOTA: I DUE PUNTI CHE SEGUONO SONO “TEMPORALMENTE”
DA INVERTIRE <<...Poi abbiamo nel 1793 una dichiarazione notarile che attesta che Pietro Leis è stato eletto Sindaco di Ficarolo dal Consiglio riunito e anche per gli anni successivi, Pietro deve aver ricoperto qualche incarico in Comune, penso forse nella figura di Economo...>><<...In che documento è scritto una cosa del genere ? si capisce dai documenti ?...>><<...ci sono vari contatti tra le municipalità di Massa, Massa Superiore che sarebbe Castelmassa, Ficarolo ecc. delle bonificazioni e quindi si evince da questo...>>. <<... Per quanto riguarda la nascita di Pietro Paolo qui non.. ma è morto giovane sicuramente perché c’è un documento nelle pagine lasciate libere... un documento del 1719 nelle pagine lasciate libere, Pietro Paolo aveva fatto come una specie di cronaca di fatti di Ficarolo così a larghe linee parla della costruzione della chiesa per esempio e dice così perché.. tolta la facciata non ancora conclusa e il campanile, era costata la nuova chiesa 24000 talleri mi pare..no, 24000 ducati mi pare..pardon..e poi parla anche..e qui è per l’età che non si riesce a capire.. di aver attraversato il Po insieme a suo papà all’età di quattro anni circa, nell’inverno del... non lo dice perché tra l’altro scrive in una maniera che è bestiale e narra così anche una notizia così, di colore, cioè che si ricorda di un fatto che non era mai successo prima e che dopo non è mai più successo e cioè il 22 gennaio 1771 nel tramontare del sole, viene da scirocco una nuvola e da tutti fu veduto lampeggiare per ben sei volte e nello stesso tempo furono uditi cinque tuoni...>><<...dicevi che a Stienta avevano molte viti, anche qua è una cosa che ho notato. Devi pensare che nel fondo che avevano qua a Ficarolo, in uno, poi ne avevano altri due, quindi in uno che non era di grandi proporzioni, perché era di un ettaro e mezzo circa, avevano circa mille viti. A filare e in..nella corte a casa a pergolato.. ma probabilmente la ragione è l’alluvione. Il 1700 è anno di grandi alluvioni. Alluvioni disastrose e quindi la vite si alza da terra perché .. tra l’altro avevano anche parecchie piante da frutto tipo peschi, meli e peri anche ciliegi però in proporzioni minori...>><<...durante l’alluvione del ’51 mentre qua c’era un metro e mezzo d’acqua, vicino al paese, nel paese, non c’era niente. Ti dicevo una cosa per quanto riguarda che Stefano sia figlio di Giovanni, siamo nel 1715. Ti ho detto che di Stefano non ci sono notizie particolari e di Giovanni che lo troviamo in un documento del 1715 ci dice che è figlio di Girolamo quindi questo passaggio tra Stefano e Giovanni.. Stefano non avendo nessun documento, non sappiamo, almeno ipoteticamente se sia figlio di Giovanni, però in effetti le cose stanno così perché nel 1715 in un documento del novembre 1715 in cui Giovanni Leis del fu Girolamo permuta con Virginia Forti vedova dei Conti Saracco, un corpo di terreno detto Sanguini in Gaiba nella terra di Ficarolo che si trova incuneato nella proprietà Saracco. I Saracco in cambio cedono a Giovanni de Leis parte del fondo Chiosano mentre l’altra parte la danno a “livello perpetuo” per un canone annuo. E’ la cosiddetta investitura enfiteutica che poi troviamo rinnovata…Per conservare il diritto i proprietari devono rinnovare l’investitura e quindi se è rinnovata per Benedetto e Giuseppe e Pietro Paolo che sono figli di Stefano, è evidente che Stefano è figlio di Giovanni. Quindi, se non troviamo nessun documento, però specifico, che è sicuro al cento per cento...>>. <<....il documento.. che è l’ultimo che ho, è una.. a proposito del 1715... da una relazione del tecnico Frizzi in cui riferendosi a Giovanni de Leis, lui scrive, perché c’ è la relazione, Giovanni Leissa...>>,<<Con la “a” finale ?>><<Si, con la “ doppia esse” e “a” finale, ecco tieni presente questo. Poi tieni presente che l’ultimo documento a disposizione è del 1760 che è una rinunzia fatta a favore di Maurellio Franchi da parte di Giovanni de Leis del fu Girolamo da Ficarolo come dice qua di “una pezia di terra dam domo “ posta in villa di Gaiba nella terra di Ficarolo pervenuta rinunciante de Leis nel 1752 e qui ti ho detto l’altra volta che c’è una dichiarazione del 1761 firmata da Giovanni de Leis in cui si dichiara soddisfatto per aver ricevuto dall’acquirente quanto patuito . Per quanto riguarda poi il sacerdote
Stefano de Leis, non so se l’ hai notato l’altra
volta, comunque viene investito
canonicamente il 24 giugno 1627 e muore il 7 settembre 1652 (07/09/1652
). Dal 1 gennaio del 1628 è arciprete della parrocchia di Ficarolo.
Come provenienza viene definito “ ficarolese ”. La parrocchia
di Ficarolo è sempre appartenuta alla Diocesi di Ferrara sino
al 1819 quando Pio VII la aggrega alla diocesi di Adria. Ficarolo
aveva sotto la sua giurisdizione la chiesa di Salara, Gaiba, Verratica
e Stellata con diritti a vario titolo su molte proprietà anche
nei paesi vicini, ti ho detto l’altra volta “Bagnolo”.
I suoi Arcipreti furono “vicari foranei “sino al 1841
anno in cui la “vicaria” di Occhiobello esercitata dagli
Arcipreti di Ficarolo fu trasferita a Stienta. Adesso qua avrei il testamento. Adesso te lo leggo. Testamento del molto eccellentissimo, molto reverendissimo signor don Stefano de Leis, Arciprete di Ficarolo. In nome di Dio amen. Non essendo cosa più certa della morte, ne cosa più incerta dell’ora, il che considerando il molto eccellentissimo e molto reverendissimo signor don Stefano de Leis del fu Giovanni, ecco qua era figlio di Giovanni, cittadino ferrarese ed Arciprete della Pieve e della terra di Ficarolo diocesi di Ferrara, sano per grazia di Dio di mente e di intelletto ed anche nel corpo, desiderando di non passare all’altra vita senza aver prima disposto di se e dei suoi beni attestato nel modo qui seguente: Primo, venendo l’ora della sua morte, raccomanda l’anima sua all’Onnipotente Dio ed alla sua Gloriosa Vergine Maria pregandoli per sua misericordia volerla aggregare nel novero dei beati ed il suo corpo fatto che sarà cadavere, vuole sia seppellito nella suddetta sua chiesa nell’entrare in sacrestia aggravando il suo erede a dover subito far porre una pietra di marmo nel muro con incise le parole: qui riposa il reverendissimo Stefano de Leis Archipresbitero di questa chiesa di San Antonino Martire della plebe di Ficarolo conservate il ricordo. Quindi un funerale e cerimonie che si è soliti fare agli altri Arcipreti. Un numero di messe maggiore che si possano celebrare nel giorno del suo addio e il settimo e ciò in suffragio dell’anima sua. In legato, per suffragio della sua anima, ordina, vuole e comanda esso signor testatore che subito seguita la sua morte dal suo erede universale, siano fatte celebrare una messa da morto ai cinque altari maggiori nella città di Ferrara e ciò per una sol volta. Per la stessa ragione di legato, a carico dell’erede universale, comanda che per 20 anni dopo la sua morte e non oltre, gli sia celebrata una messa da morto ogni venerdì all’altare del crocefisso.
In legato, il testatore lascia a Sebastiano,
Margherita, Elisabetta e Franca, figli del fu Domenico de Leis fratello
del testatore, 100 ducati per ciascuno di monete di Ferrara da dare
dopo la sua morte a Sebastiano quando avrà raggiunto i 25 anni
d’ età, e alle femmine quando si sposeranno o si monacheranno,
“così dice”. Morendo qualcuno di loro vuole che
gli succedano gli altri sopravvissuti o i loro figliuoli. Per la medesima
ragione, lascia al (?) magnifico Franco de Leis suo cugino che sta
nella città di Ferrara, due forcine e due cucchiare d’argento. Numero- pontefice - provenienza - inizio e fine pontificato, tra parentesi la durata - nome originario - note in rosso gli antipapi
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