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Stienta
Paragrafi
LE ORIGINI Visualizza la mappa cliccando qui. Alla luce di alcuni documenti
del X secolo, dell'Archicio arcivescovile di Ravenna (tradotti dalla
Prof. Luisa Persona in Rossi) si può fare una prima constatazione
con assoluta certezza: nel decimo secolo la località era già abitata
da parecchie famiglie se esisteva una pieve o parrocchia concessa
in vassallaggio come si può leggere in questo documento tradotto:
"....l'antica pieve dedicata a Santo Stefano Papa e Martire si ritrova
edificata e volta all'occaso, era anticamente delle regioni dell'Arcivescovo
di Ravenna, appellandosi però con altro nome Santo Stefano di Caligo,
come in un antichissimo istrumento scritto in lettere longobarde si
vede, fatto già da Pietro arcivescovo della detta chiesa ad un tal
Delzao il quarto anno di Berengario, e di Adelberto sotto il di 14
Giugno, essendo Pontefice Agapito 110, che della cattedra di San Pietro
sedette al 18 Maggio, dove dice...." Paragrafi
1152
Paragrafi
1200 Dall'archivio notarile di Modena è stato possibile apprendere che in quegli anni era stato costruito un ponte di legno per collegare il territorio ferrarese di Bonello con la località di Zerpine. Il fatto si spiega con la rotta di Ficarolo che aveva creato una specie di isolotto intorno a Bonello e quindi si deve ritenere che l'origine del nome di Zampine non sia altro che una storpiatura dell'originaria testa di ponte di Zerpine.
Paragrafi In quel periodo si cercarono di arginare i tanti rivoli o corsi d'acqua formatisi dopo la rotta e chi era preposto alla sorveglianza delle acque era il "Saltard' con l'incarico legale e specifico di custode dei beni e delle proprietà della Chiesa, avendo piena facoltà di giudicare, di punire, di incassare i pedaggi, di rompere le arginature in caso di guerra per impedire l'invasione del Ducato da parte dei nemici. Paragrafi
XIII secolo Paragrafi
In un documento della
Chiesa di Santa Giustina di Ferrara viene ricordato che in quegli
anni, per transitare da Ponte Faverzano, (l'attuale Pontefiocco) si
pagava un pedaggio. Erano anni di miseria nera, eppure le tasse si
pagavano anche allora sotto forma di lavoro forzato (corvée) o di
pedaggi per passare attraverso le terre, mancando una vera rete stradale. In quel periodo il Ducato,
diventato feudo estense dal 1190, era diviso in Polesini ed in Ville.
Queste ultime erano raggruppate in cinque diversi gradi, secondo l'importanza
ed il numero degli abitanti, la ricchezza di ciascuna Villa e la loro
distanza da Ferrara. Stienta era una delle 12 Ville del Polesine di
Gurzorum di III grado. Anche nei tempi antichi
la giustizia... non era uguale per tutti. E per capire meglio l'entità
delle multe sarà bene dare un'idea delle misure che restarono in vigore
fino alla Rivoluzione Francese. 1434 Si diede inizio alla costruzione di una nuova Chiesa, più ampia della precedente, sufficiente per almeno 150 anime si trova scritto nell'antico documento e sicuramente nel posto dove attualmente si trova la Casa dei Romani perchè vicino si costruì pure il campanile, e la notizia è suffragata da un'epigrafe scolpita sull'antica vasca battesimale del 1453, senza per'altro riuscire a capire se i lavori si fossero già conclusi. Visualizza l'immagine cliccando qui. Il riferimento alle 150
anime non deve lasciar credere che la popolazione fosse così poca,
ma solo che si trattava di adulti che avevano già ricevuto la prima
Comunione e che possedevano qualcosa da mettersi ai piedi per poter
frequentare la Chiesa. In quegli anni la scuola
non era certo obbligatoria e chi voleva imparare qualcosa, più che
altro nozioni di religione, doveva recarsi a piedi a Trecenta, percorrendo
gli argini delle valli, presso un maestro pagato dalla "Confraternita"
che gestiva le finanze della Chiesa.
Paragrafi
1559 <<...Più di 50.000
moggia, vino in abbundantia ma che piace quando ha un po' di muffettina,
carne di vitella da latte e manzo ve n'è assaissimo, non di meno nella
città per il malgoverno vi si patisce molte volte carestia, delle
porcine più che mediocremente rispetto al paese, e questo, perchè
nè è alcuno, non pur fuora, ma dentro nella città, parlo anco di nobili,
che non allevi porci in casa. Cascio in copia e buono, ma però di
una sola sorte quasi tutte di varia forma, frutta poche e cattive
e portate a vendere quasi tutte a peso e sordidamente a gran prezzo,
ma in queste, né gli altri erbaggi trova alcuna sorta di delizia oltre
che non son di quel grato sapor di che vogliono essere quelle prodotte
da terreni di collina e gran prezzo...>> Fra le tante rotte provocate
dalle acque del Po ci piace ricordate quella del 1590 o secondo altri
del 1592, avvenuta alla Prinella perchè ci permette di far sapere che
il nome della località deriva dal casato di un Mons. Prinello che ivi
abitava con la famiglia che possedeva vari terreni tra i Comuni di Stienta
e di Occhiobello. Proprio in quegli anni si diffondeva nella zona il
contratto agricolo di lavorazione al mezzo (cioè la mezzadria) e cominciava
a svilupparsi la coltivazione del granturco che sostituiva quella del
riso praticata da secoli e diffusero i vigneti d'Uva d'Oro perchè dalla
Francia era arrivato il vitigno come dote ad una duchessa venuta sposa
al Duca d'Este. Nei secoli XV e XVI si pagavano numerose imposte: Paragrafi
Il Marchese Enzo Bentivoglio ottenne dal Papa Paolo V la facoltà di prosciugare le valli ed i luoghi paludosi della Traspadana, tra il Po ed il fiume Tartaro, con diritto di acquistare in perpetuo, per se e per i suoi eredi, la metà del territorio che fosse stato prosciugato e bonificato, si legge nel "Chirografo" pontificio. La maggior parte dei lavori vennero eseguiti tra il 1608 ed il 1612 con lo scavo dello Scolo di Zelo, o Scolo Vecchio, che tuttora convoglia le acque dei terreni intorno a San Genesio.
Sui terreni bonificati
venne eretta una chiesetta per adorare la effige della Beata Vergine
Maria, scoperta, così dice un'antica dedica il 6 Giugno 1666 sulle
tenute del Monistero Pomposiano di San Benedetto di Ferrara, situate
nella Villa di Stienta. Tavola 1
Paragrafi
1705 Frequenti
erano in quei tempi le rotte del Po, sia per la bassa arginatura che
per la debolezza stessa delle costruzioni fatte a carriole di terra
e pertanto o l'argine della golena di Bonello o quello più alto a
nord cedevano alle piene e dopo quella del 1705 se ne registra un'altra
disastrosa nel 1710, ma erano tempi grami di guerre combattute sulle
nostre terre dagli eserciti francese ed austriaco per la prima guerra
di successione spagnola, che si fronteggiarono fin verso il 1720.
Tali eserciti naturalmente si dovevano procurare il vettovagliamento
sul posto e quindi le ruberie, le violenze, le devastazioni insanguinarono
ed impoverirono la zona oltre ogni immaginazione. Dagli archivi della
parrocchia è stato possibile sapere che le anime nel 1718 erano 1506
ma ripartite tra il Santuario di San Genesio e la Chiesa del centro.
Consultando quei vecchi registri abbiamo potuto sapere che il 18 Novembre
1706 moriva a Stienta Domenica de Moneghesi, moglie di Vincenzo de
Mussolini; che il 3 Gennaio 1707 moriva Gioanna Tamagina Mussolini,
di 70 anni in Val de l'Occha; che il 10 Aprile del 1707 moriva Vincenzio
dei Mussolini, soprannominato Millanis e che il 12 Febbraio 1718 moriva
Maria Maddalena Malagò Mussolini di soli 46 anni sempre in Val de
L'Occha. Strano cognome che successivamente è sparito da ogni scritto
relativo al nostro paese. [Abate di San Benedetto
di Ferrara, Rev.mo Alessandro Zuccanini Locatelli, consacrò il quadro
con l'effige della B.V. Maria del Santuario di San Cenesio.] Scrive
lo storico Baruffaldi che si era sparsa la voce che la Madonna di
San Genesio compisse miracoli, tanto che la gente accorreva perfino
da Ferrara (e si camminava a piedi!) ed il sacerdote della famiglia
Sarti Savonarola, abitante alle Tomaselle di Gaiba, lasciò scritto
che donne indemoniate guarirono dopo una visita alla chiesetta-santuario.
Le offerte dei pellegrini erano amministrate dalla "Confraternita"
per il mantenimento della chiesa, mentre il mantenimento del clero
era pagato dalle "decime" e dai "quartesimi'~ Per un'epidemia di afta
epizotica scoppiarono sempre in quell'anno gravi tumulti perchè venne
tagliata la strada che collegava il centro all'altezza della casa
dei Beccari, impedendo agli abitanti del paese di recarsi a lavorare
sulle terre dei Nappi, dei Beccari, dei Frati di San Genesio. Per
impedire il diffondersi dell'afta, il taglio della strada finì col
rendere impossibile il trasporto dei morti che in quegli erano numerosissimi
per epidemia di peste. L'Eminentissimo Cardinale
Marcello Crescenzi, Arcivescovo di Ferrara poteva finalmente benedire
ed inaugurare il completamento di quel campanile che era stato fatto
rialzare di una quindicina di metri dall'Arciprete Don Gaetano dalle
Monete, ed arricchito di quattro campane: tre grandi ed una piccola. Il 22 settembre di quell'anno
è stata inaugurata la nuova Chiesa arcipretale, dopo nove lunghi anni
di lavori, mentre era arciprete Don Giuseppe Caducci. La Chiesa precedente
sorgeva di fianco al campanile e nel retro si trovava il cimitero, ma
era molto più piccola dell'attuale che misura 54 metri di lunghezza
per 16 di altezza e 14 di larghezza. Paragrafi
Nell'Ottobre
del 1796 Napoleone aveva occupato Ferrara incorporandola nella Repubblica
Cispadana e successivamente nella Cisalpina ed un Decreto Reale del
8 Giugno 1805, di Napoleone Re d'Italia, divise il nuovo Regno in
Dipartimenti, Distretti, Cantoni e Comuni. Per placare i fermenti
popolari crescenti il governo napoleonico, con un Decreto del 27 Aprile
del 1810 espropriò le proprietà ecclesiastiche allontanando i Benedettini
da San Genesio ed in tal modo, in pochi anni, tutte le terre dei frati
finirono nelle mani dei Conti Camerini attraverso finanziamenti di
banchieri ebrei che avevano sostenuto l'esproprio napoleonico. I Diritti
dell'uomo propugnati dalla Rivoluzione Francese esaltarono i giovani
ma portarono ben pochi benefici alla popolazione tanto che di tutte
le libertà sbandierate l'unica permessa e tollerata fu quella del
diritto dei giovani a "portare il maggid" alle ragazze; a far
la "tamplà" agli sposi dopo una separazione per motivi di abbandono
del tetto coniugale; a girare per le strade per "unzar al sproch"
in occasione di festività o a fine d'anno; ad organizzare la "cuccagna"
nelle sagre. Napoleone aveva fatto
una promessa mai mantenuta: la libertà. In occasione della prima caduta
di costui ci furono
manifestazioni di giubilo un po' ovunque, canti di Te Deum nelle Chiese
ed a Stienta venne eretta in mezzo alla Piazza una Colonna dell'Immacolata,
proprio nel punto in cui ora si trava il Monumento ai Caduti. Come conseguenza del
Congresso di Vienna, arrivarono a Stienta gli Austriaci che provvidero
subito a chiudere il posto doganale che si trovava in precedenza presso
l'ex casa dei Gazzi e che fungeva da osteria del "Passà"
quasi certamente perchè durante la demolizione della casa, sotto vecchi
strati di intonaco, è stata ritrovata la scritta Vino e Liquori ma
forse era anche una vera e propria casermetta dei doganieri perchè
sulla porta d'ingresso esisteva uno stucco con l'effige di Santa Barbara,
patrona dei militari. Il paese non ha mai sopportato
volentieri la dominazione austriaca tanto da risultare fra i centri
più colpiti da arresti, retate, condanne e fucilazioni e per fronteggiare
la situazione il governo di Vienna, con la "Legge Stataria" del 1850
affidò alle corti marziali il compito di giudicare i colpevoli. Il
Tribunale militare si riunì per tre giorni in località Martinella
e, forse, senza far troppa distinzione tra reati politici e reati
comuni (era il periodo in cui girava la "Cumpagnia dal trav") fece
fucilare alcune decine di Stientesi. Un conte austriaco, Antonio Hojos,
fece stampare nel 1852 a Venezia un libretto dal titolo "Fatti storico-morali
negli 1850-51 in causa di furti e assassinii" ed a pagina 105 di tale
libretto si può leggere: "Alcun tempo appresso il Giudicio fu aperto
in Stienta. Quasi tutti gli individui che comparvero davanti a quel
tribunale erano del luogo; e alcuni anzi, guardando dalle finestre
della loro prigione, potevano vedere le proprie case, i propri figli,
i propri congiunti. Perlocchè fu bisogno consigliare e costringere
anche i parenti ad allontanarsi dalle loro abitazioni, affinchè i
condannati non avessero il doppio dolore di morire, e di morire da
infami, sotto gli occhi di quei medesimi che loro appartenevano per
vincoli di sangue. Questo provvedimento però non ebbe l'effetto desiderato.
Il figlio di un delinquente stava sulla porta ad udire con gli altri
le deposizioni del proprio genitore, imperterrito così da muovere
i sacerdoti, la milizia, l'autorità civile ad allontanarlo. Dopo la terza guerra
d'indipendenza Stienta passò dall'amministrazione austriaca a quella
del Regno d'Italia senza subire scosse sociali o perturbamenti tanto
da conservare lo stesso Sindaco al vertice del Comune: Gaetano Suzzi.
L'unico cambiamento fu nel titolo: da Podestà a Sindaco. Per iniziativa di pochi
appassionati sorse in quell'anno la Banda musicale che, per il berretto
rosso dei suoi componenti, verrà subito soprannominata garibaldina. Nel fondo agricolo denominato
"Macchione", presso San Genesio, durante lavori agricoli di aratura
profonda, vennero rinvenute monete, anfore, vasi e resti di pavimenti
di epoca romana. Tale rinvenimento è descritto a pag.148 del libro
"Memorie Polesane" di Antonio Cappellini ed aggiunge che i reperti
finirono poi nel Museo Civico di Adria. 1882 11-18 Settembre 1882
l'Adige straripò ad Angiari di Legnago ed inondò una vastissima zona
tanto da arrivare perfino in piazza a Stienta e molti concittadini
furono precettati con carriole e badili per accorrere a tamponare
le falle successivamente createsi. Il primo sciopero agricolo
del Polesine, conosciuto come "la boje", ebbe anche a Stienta momenti
di grave tensione sociale. In occasione della mietitura di quell'anno,
le manifestazioni di piazza e di protesta, iniziate nel Basso, si
spostarono nell'Alto Polesine verso la fine di giugno e precisamente
il 22 a Castelguglielmo sfociarono nell'invasione bracciantile delle
Pelizzare del conte Camerini ed in una violenta manifestazione di
piazza che si concluse con il ferimento di due carabinieri e convinse
i proprietari a concedere il 16% di compartecipazione sulla mietitura
al posto del tradizionale 8-10%. Tale concessione mise subito in agitazione
anche i contadini di Stienta che si riunirono in piazza il 25 non
appena si era sparsa la voce che i braccianti di Fiesso Umbertiano
avevano ottenuto il 20%. Immediatamente venne deciso lo sciopero per
i giorni successivi ma dopo soli due giorni alcuni possidenti, tra
i quali Eugenio Bellinazzi e Giorgio Ferroni, accettarono di concedere
il 20% ed in tal modo lo sciopero parve smorzarsi. Nelle campagne
gestite direttamente dal conte Camerini la mietitura venne fatta da
quei soldati che erano alloggiati in gran numero nella Villa del conte
e per convincere il Ferroni gli erano state tagliate 145 viti in una
sua campagna.
Allo scopo di aiutare
con finanziamenti quei contadini che in quegli anni volevano acquistare
un lotto di terreno dai Conti Camerini che, a partire dal 1890, li avevano
messi in vendita, sorse la Cassa Rurale. In quel periodo i fermenti
sindacali cominciarono a farsi sentire tra i contadini che già nel 1884
tentarono un primo sciopero agricolo in Polesine e pertanto si può capire
il motivo per cui la grande proprietà fondiaria cominciò a smembrasi.
Si comincerà a scavare nel 1897 un grande scolo per debellare quelle
acque che provocavano malaria, pellagra e disoccupazione e tale bonifica
favorirà pure la nuova coltivazione della barbabietola. Paragrafi
È
stata costruita nella seconda metà del XVIII secolo, secondo criteri
che risentono dell'architettura militare emiliana, ha scritto Antonio
Canova in Ville del Polesine, nello stile di Villa Schiati di Ficarolo
e di Villa Pepoli a Trecenta. La Villa venne edificata con due torri
simmetriche laterali, ripartita su tre piani, con due eleganti portali
sulla facciata rivolta a sud, centinati e coronati da una ghiera in
cotto di vago stile lombardesco. Tutto intorno esisteva
un parco, ricco di piante anche rare, recintato da un alto muro che
si apriva anteriormente in un artistico ingresso chiuso da una cancellata
in ferro battuto sostenuta da poderosi pilastri.
Paragrafi
1907 Racconta
Primo Bacchiega nel suo volume "Sulle sponde dell'Eridano" che
in quell'anno per opera e per merito di due giovani intraprendenti
fu possibile vedere anche a Stienta, per la prima volta, quel cinematografo
che da pochi anni era arrivato dalla Francia. Da Castelletto del Garda
giunsero a Stienta le Piccole Suore della Sacra Famiglia il 22 Ottobre
e subito aprirono un asilo parrocchiale che, senza soluzione di continuità,
tuttora opera sotto forma di Scuola Materna dal 1976. Dopo tre lunghi anni
di lavoro si è finalmente realizzato il progetto del Comune di dotare
il paese con un vero edificio scolastico. La scuola elementare, o
le prime classi della scuola, funzionavano prima in parte nel terzo
piano del Municipio ed in parte in una vecchia costruzione presso
l'argine del Po, che resterà aperta per un altro paio di anni. Nell'immediato dopoguerra
si verificarono anche a Stienta come in moltissime altre parti, perturbamenti
e sommosse in conseguenza di una forte disoccupazione e di mancate
promesse fatte ai combattenti in periodo bellico ed allora tra uno
sciopero ed una manifestazione venne incendiato perfino il vecchio
Municipio, il 6 Luglio. Verrà subito ricostruito, solo con qualche
leggera variante, nello stesso posto e con le stesse caratteristiche. Il decennio 1920-1930 è stato particolarmente ricco di avvenimenti importanti per le strutture ed i servizi sociali tanto che fin dal primo anno è stato possibile sfruttare un vecchio centralino militare per impiantare il primo telefono nel paese proprio nel luogo dove funziona tuttora un telefono pubblico. Negli anni venti la "scavzzadùra" della canapa si faceva con la macchina a vapore, alimentata a legna ma anche a stecchi, come si può vedere.
Sparisce l'ultimo esemplare
dei mulini dalle acque del Po antistante l'argine del vecchio Borgo
e se tale data segna l'inizio della macinazione meccanica. con i palmenti
e poi con i cilindri, segna pure la fine di un artigianato pionieristico
e rischioso dell'arte molitoria, legata alle piene del fiume, ai periodi
di secca quando le acque diventavano stagnanti a tal punto da impedire
alle pale del mulino di mettere in moto le macine. Di quel periodo
alcuni ricordano le "pinze alla munara" che costituivano un vero...
manicaretto. In località Zampine viene
costruito un edificio scolastico con annessa abitazione per i maestri,
al fine di evitare l'inadempienza all'obbligo scolastico e ridurre
di parecchi chilometri la strada ai bambini delle prime classi elementari
residenti in quelle popolose località. Fino a tale data la vigilanza
sul territorio stientese era svolta dai carabinieri della stazione
di Occhiobello ma da quell'anno funzionerà anche a Stienta una piccola
caserma dei carabinieri che inizialmente aveva sede in Via Maffei,
presso Villa Masi. Il decennio si è aperto
con l'Italia impegnata nella seconda guerra mondiale ed il paese invece
impegnato ad ultimare i lavori di costruzione di un nuovo cimitero
in Via Argine Sabato, cominciati nel lontano 1932. Fino a questa data
i defunti del paese venivano inumati nel camposanto che si trovava
tra le Vie Gramsci e Via Don Minzoni, dove ora esiste una specie di
giardino pubblico. Il 24 Marzo una incuriose
di aerei alleati provoca la morte di due persone, il ferimento di
altre due e la distruzione del grande orologio del vecchio campanile.
Un mese dopo, proprio alla vigilia dell'ultimo giorno di guerra, e
precisamente il 24 Aprile alle ore 15, un cannoneggiamento delle truppe
alleate che si erano attestate a sud del Po, provocò il crollo dell'intera
torre campanaria che si alzava maestosa per ben 52 metri dal suolo. Il 14 Novembre le acque
del Po, in piena da oltre un mese, non più contenute dagli argini,
straripavano in alcuni punti ad Occhiobello e subito si riversavano
anche su tutto il territorio comunale di Stienta, raggiungendo il
livello massimo di un metro in piena piazza e di ben sei metri di
altezza nella valle verso Runzi. Gran parte della popolazione ha trovato
rifugio in altre parti d'Italia e, se molti poi ritornarono, tanti
altri si trovarono un lavoro altrove. Il fenomeno migratorio di questo
decennio, provocato dalla alluvione del Po ma successivamente alimentato
dalla ristrutturazione agricola che ha lasciato senza lavoro centinaia
di braccianti, risulta evidente dai dati dei censimenti successivi
alla Liberazione. Nel 1951 la popolazione di Stienta risultava di
4142 persone, nel 1961 di 3349, nel 1971 di 3055 e neI 1981 di 3042.
Se il fenomeno migratorio degli anni cinquanta sta rientrando in limiti
più che accettabili, c'è da segnalare a questo proposito un altra
forma di emorragia sociale: quella scolastica. Ecco i dati che si
riferiscono agli stessi censimenti. Frequentavano le scuole elementari
di Stienta nel 1951 ben 482 bambini che nel 1961 si erano già ridotti
a 297, nel 1971 a soli 226 per finire nel 1981 con 201 scolaretti. Con i contributi pervenuti
alle popolazioni alluvionate è stato possibile intraprendere la costruzione
di edifici per un Centro Sociale, un nuovo Asilo infantile alle Zampine
e due aule in quello del capoluogo. Il 4 Novembre del corrente
anno è stata inaugurata la nuova statua del Monumento ai Caduti in
sostituzione di quella asportata dai tedeschi durante la seconda guerra
mondiale. In paese ci sono state alcune persone che hanno sollevato
mugugni per il fatto che la statua non è stata riprodotta esattamente
come l'originale pur essendo opera dello stesso scultore. Ad est della nuova Strada
Eridania, sul terreno del lascito Resemini che finora aveva permesso
ai giovani di sfruttarlo come Campo sportivo, si sono iniziati i lavori
di costruzione di nuovi alloggi per gli sfollati dalla golena del
Po ma anche per altre famiglie. Anche in Polesine è stato
istituito il trasporto gratuito degli alunni delle elementari e proprio
a Stienta si è potuto iniziare tale servizio per raccogliere con un
pulmino i piccoli alunni di Via Maffei e di Via Pace che negli anni
precedenti potevano usufruire di una scuola sussidiata che funzionava
per le prime due classi in località Pontefiocco. Il servizio nato
da precise necessità, di anno in anno verrà ampliato ed esteso anche
agli alunni delle altre classi elementari e delle altre strade del
paese. Sono in corso nuovi lavori di rialzo dell'argine ma anche di allargamento delle banche di sostegno e per tale motivo si procede allo spianamento della vecchia rampa che conduceva dalla piazza sull'argine del Po ed al suo posto si forma una nuova piazzetta che verrà dedicata al sindacalista Di Vittorio. Per gli stessi motivi tutte le case del vecchio Borgo ottocentesco spariscono ed alcune famiglie le ricostruiscono un poco più staccate dall'argine, dando vita alla nuova Via Matteotti.
1966 Questo è stato un anno
abbastanza importante nella storia locale per tre fatti di una certa
rilevanza sociale: Ormai da un paio d'anni
le vie Maffei ed Argine Sabato sono passate in gestione provinciale
e quindi sono state riasfaltate ed allora il Comune ha colto l'occasione
per asfaltare anche la maggior parte delle strade comunali, per ampliare
le rete delle fognature del centro e per dare un nuovo assetto alla
piazza in modo da permettere alle numerose automobili di trovare un
parcheggio. Il 20 Agosto del corrente
anno, una violenta tromba d'aria ha devastato una larga fascia di
terreni tra Stienta e Gaiba, scoperchiando case e fienili e provocando
la morte di un uomo che si è trovato allo scoperto nel bel mezzo del
violentissimo turbine e quindi scaraventato a terra dopo aver fatto
un volo di duecento metri. Con l'approvazione del
Piano Regolatore per le nuove costruzioni edilizie la toponomastica
cittadina si arricchisce di Via Papa Giovanni XXIII, Via Gramsci,
Via Don Minzoni, Via A. Bonatti, Via Brodolini. Il vecchio Asilo parrocchiale
del capoluogo è stato ristrutturato e trasformato in Scuola Materna
perchè può usufruire di moderne aule, sale di ricreazione, cucina
e mensa. Per l'ampliamento previsto
nel Piano Regolatore, un nuovo quartiere residenziale è sorto sull'area
dell'ex campo sportivo comunale, cioè il prolungamento di Via Papa
Giovanni e le relative trasversali di Via Moro, Via Nenni e Vicolo
Morandi con la Via Gramsci. Il decennio si è aperto
con l'inaugurazione del nuovo edificio della Scuola Media "Alfonso Turri"
in Via Maffei che fin dal 1963 funzionava precariamente in parte al
terzo piano del Municipio ed in parte in alcune aule della scuola elementare
del capoluogo. Paragrafi
1809-1883
Alfonso Turri: Patriota Paragrafi
La vita rurale degli
Stientesi è stata condizionata, dopo la rotta di Ficarolo, dalle condizioni
idriche del Po: per irrigare i campi; per fronteggiare pericolose
e frequenti piene; per essere costretti ad attraversare quotidianamente
il fiume per motivi di lavoro o scambi commerciali con gli abitanti
della sponda opposta; per veri motivi di sostentamento diretto come
la pesca od il servizio di traghetto ecc. |