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Roulette - Profilo del ludologo

Il salotto del ludologo


(g.paludi)
Il sostantivo ludologo non è presente nei dizionari della lingua italiana, ma i lettori che hanno una formazione culturale umanistica non avranno difficoltà ad intuire che il ludologo è lo studioso della ludologia, così come lo psicologo è lo studioso della psicologia e l'enologo lo studioso dell'enologia. Ma, che cos'è la ludologia? Anche in questo caso nessuna incertezza per il lettore che ha una formazione culturale umanistica: è la scienza che studia i giochi. Ma, nella particolare accezione con cui questo termine sarà presente in questo sito, la ludologia non sarà solo scienza (non esatta), ma sarà anche arte, e il tutto sarà limitato al gioco della roulette che, com'è noto, è la regina dei giochi d'azzardo.
Probabilmente i ludologi sono sempre esistiti e sicuramente un ludologo doveva essere quell'Antoine Gombaud, meglio noto come Cavaliere De Méré, che propose all'amico Blaise Pascal diversi problemi connessi al gioco d'azzardo di cui aveva intuito la soluzione,  ma voleva avere la conferma dell'esperto [vedi Alan Wykes, L'azzardo, Ed. Rizzoli, 1966, p. 113]
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Il ludologo ha sicuramente stretti rapporti di parentela con il matematico, ma si tratta di un parente di cui il matematico si vergogna un po' perché è troppo estroso, sognatore, donchisciottesco. Una personalità, quindi, in cui prevale nettamente la componente artistica su quella scientifica ma, in definitiva, una personalità decisamente più simpatica e accattivante rispetto a quella di un arcigno e severo custode della scienza.
Ogni tanto, forse per una sorta di mutazione genetica, anche qualche matematico diventa ludologo e ciò accade quando il matematico incomincia a ricercare nella roulette l'ape che vola, quell'ape che secondo alcuni scienziati che hanno esaminato approfonditamente il problema non potrebbe volare.

 

E allora il matematico in crisi confessa, almeno a se stesso, perché si vergognerebbe a confessarlo ad altri: se l'ape vola e fa pure il miele, nonostante i calcoli degli scienziati affermino che non dovrebbe volare, perché non dovrebbe esserci il sistema a vincita costante alla roulette che noi matematici riteniamo impossibile che possa esistere?
In questo interrogativo c'è tutta l'essenza della ludologia, perché solo questo interrogativo può dare al ludologo la linfa, le energie, la pazienza, la tenacia che sono indispensabili per intraprendere e portare avanti degli studi sul cui risultato finale positivo pochi uomini di buon senso scommetterebbero.
Ma, attenzione!,  il ludologo non deve essere un illuso; IL VERO LUDOLOGO NON DEVE CREDERE ALLE FAVOLE. La perfetta conoscenza delle problematiche relative alla materia che ha deciso di esplorare difficilmente lo porterà ad ottenere risultati conclusivi e universalmente accettabili, ma il ludologo non considera prioritario il raggiungimento dell'obiettivo, perché ritiene che l'essenza della sua attività stia proprio nell'espletamento della ricerca, un'attività quindi che è soprattutto fine a se stessa. Se qualche risultato sul piano pratico ci sarà, certamente non se ne dorrà, ma se non dovesse esserci, il ludologo ha già raggiunto comunque lo scopo e quindi non si rammaricherà per aver perso inutilmente del tempo.
Il ludologo utilizza indispensabilmente quattro oggetti, e precisamente: una comoda poltrona dove legge i testi inerenti l'attività intrapresa, una scrivania, tanti fogli di carta e una penna. Nei tempi odierni il ludologo non può fare a meno di un altro importante strumento, il computer, con il quale egli scrive, calcola, intraprende ricerche e intesse rapporti interpersonali con le persone che condividono i suoi interessi. Quest'ultimo aspetto della sua attività è oggi importantissimo, perché mentre in passato il ludologo era condannato a vivere nella sua torre d'avorio, totalmente isolato da ogni contatto con i suoi colleghi sparsi per il mondo, ai nostri giorni il lavoro del ludologo è enormemente facilitato, perché oggi è facilissimo fare ricerche, accedere a bibliografie, testare in tempi brevissimi con il computer teorie e sistemi.
Non ci sono scuole dove viene insegnata la ludologia, perciò il ludologo è un autodidatta e a volte ha difficoltà a imparare le nozioni di cui ha bisogno. A volte prende delle colossali cantonate perché, mentre l'estro non gli manca, spesso gli mancano le nozioni scientifiche per progredire adeguatamente nella sua crescita culturale, ma la volontà del ludologo è ferrea e quindi quasi sempre il ludologo trova il modo di superare ogni ostacolo.
Potrei tratteggiare ancora a lungo altri aspetti della personalità del ludologo, ma mi fermo qui in attesa che altri, se lo vorranno, possano integrare, avallare o confutare quanto ho scritto.
In ogni caso, se qualcuno si riconoscerà nel sommario profilo del ludologo che ho appena tracciato, non potrà certo perdere l'occasione di seguire questo sito e collaborare affinché la crescita culturale dei ludologi  possa concretizzarsi fattivamente. P. L. Maurer,
decano dei ludologi italiani (vedi intervista nella sezione "Esperienze"), ha già risposto positivamente al mio appello e di ciò gli sono veramente grato.


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