Bernardo
de Leis
Cronotassi dei Vescovi
1. |
Pietro episcopus insulanus,
1172, nominato da Papa Alessandro III |
2. |
Sergio III ... per dirsi
terzo ci saranno stati precedentemente Sergio I e II. |
3. |
Amenio 1206 |
4. |
Matteo 1239 |
5. |
Salvo 1293(?) -
1305 |
6. |
Pietro II 1306
- ? |
7. |
Ugolino da Osimo
1340 |
8. |
Guglielmo ? - 1348 |
9. |
Tommaso da Marsico
1348 - ? |
10. |
Giacomo da Itri
? - 1358, poi vescovo di Martirano. |
11. |
Bartolomeo Bussolaro
O.E.S.A. (Agostiniano), da Pavia, 1359 - 1389 |
12. |
Paolo Strina 1389
- 1392 |
13. |
Nicola Tinti
O.P. 1396 - 1402 (?) |
14. |
Andrea ?
Cardinal Baldassarre Cossa, Administrator, 1406 (?) - 1418 |
15. |
Lorenzo de Ricci di Firenze
1419 - 1436 |
16. |
Giovanni di Sicilia
O.E.S.A. (Agostiniano) 1436 - 1454 |
17. |
Michele Cosal 1454
- 1464, O.Cister. spagnolo. La cronaca dice che fosse " il
modello dei vescovi "
ed il re Alfonso d'Aragona lo teneva in gran stima. |
18. |
Giovanni de Cico
1464 - 1479 |
19. |
Marco Antonio Fioda
? |
20. |
Bernardo de Leis, Romano
1503 - 1504 |
21. |
Giovanni (o Donato) Stinco
1504 - 1534, ex vescovo di Castro |
22. |
Agostino Falivenia (o
Pastineo) 1534 - 1548, di Giffoni |
23. |
Francesco Guttierrez
1548 - 1554, spagnolo |
24. |
Virgilio Rosario
1554 - 1559, di Spoleto, poi Cardinale Vicario di Roma nel 1557. |
25. |
Filippo Geri (o De Gheri)
1560 - 1564, di Pistoia. Fu nominato vecovo di Assisi, dove, tra
le altre cose, fece costruire la Basilica di S.Maria degli
Angeli.
Cardinal Inico d'Avalos, Abate Commendatario di Procida,
reggente della diocesi 1564 - 1565 |
26. |
Fabio Polverino
1565 - 1590, di Napoli |
27. |
Innaco d'Avalos C.R.S.A.
1590 - 1637 |
28. |
Francesco Tontori C.R.S.
1638 - 1663, di Manfredonia |
29. |
Giovannantonio de Vecchis
1663 - 1672, di Capua |
30. |
Girolamo Rocca
1672 - 1691, di Catanzaro. Famoso giureconsulto che pubblicò varie
opere di diritto sotto il titolo " Disputationis juris selectae
". |
31. |
Michelangelo Cotignola
1692 - 1698, di Napoli |
32. |
Luca Trapani 1699
- 1718, di Napoli. Sotto questo vescovo fu celebrato il primo
Concilio Diocesano. |
33. |
Giovanni Maria Capecelatro
1718 - 1739 |
Struttura
della Diocesi La Diocesi
si estende su una superficie di circa 46 Kmq., ovvero l'intera
Isola d'Ischia, con una popolazione di circa 60.000 abitanti.
Il territorio é articolato sui sei Comuni isolani con 25
parrocchie e 53 chiese. |
Cenni Storici
sulla Diocesi di Ischia
Se possiamo affermare che l'evangelizzazione
dell'isola d'Ischia sia stata effettuata presto fondandoci sulla
testimonianza che ne fanno gli scavi archeologici, non ugualmente
possiamo dire di conoscere con precisione quando fu costruita
come chiesa locale giuridicamente autonoma e guidata da un proprio
vescovo questa porzione di chiesa che per le sue condizioni geografiche
era detta "ecclesia insulana" per antonomasia. I vari autori che
riportano le cronotassi dei vescovi delle diocesi italiane, dall'Ugelli
al Faid-Kehr, dall'Eubel al Gams ne fissano tutti l'inizio al
1179, ponendo come primo della serie un tal Pietro del quale si
dice che prese parte al Concilio Lateranense III, indetto da Alessandro
III proprio in quell'anno. Ma se vi partecipò vuol dire che già
in precedenza aveva ottenuto la sede ad Ischia, quindi non é possibile
che con lui ebbe inizio questa diocesi. E’ chiaro che quella
data, ripetuta pedissequamente da vari autori, é certamente tardiva.
L'istituzione della circoscrizione ecclesiastica autonoma in Ischia
va ricercata molto più indietro nel tempo, per lo meno un secolo
e mezzo prima. Non siamo in grado di fissare una data, neppure
approssimativa, per l'assoluta mancanza di documenti. L'isola
d'Ischia fu vittima di terremoti, incursioni piratesche, incendi,
epidemie e distruzioni varie attraverso i secoli e tutte queste
calamità, oltre all'incuria degli uomini, hanno cancellato tutte
le testimonianze della storia antica. E’ noto come altre
diocesi, per lo più ora soppresse o incorporate, conoscono con
esattezza 1'anno della loro erezione canonica. Forse furono più
fortunate di questa diocesi di Ischia o ebbero la sorte di meglio
conservare il loro patrimonio storico. Come é possibile che paesi
vicino ad Ischia, come Cuma, ora non più esistente, riporta 1'erezione
in diocesi al 268; Capri e Scala al 987, Ravello al 1088 senza
parlare di Pozzuoli che addirittura di fondazione apostolica e
poi 1'isola d'Ischia, sia divenuta diocesi solo nel 1179? Perché
mai Ischia che ha una consistenza territoriale certamente maggiore
di Capri, di Scala o di Ravello avrebbe avuto la sua sede vescovile
con tanto ritardo? Si sa che i primi vescovi di Ischia, secondo
antichissime consuetudini, venivano eletti dallo stesso clero
locale. Questo privilegio, goduto ab immemorabili, fu confermato
il 4/2/1255 da Alessandro IV, benché in quel periodo la Sede Apostolica
tendesse a sopprimere o almeno a circoscrivere tali privilegi.
Comunque la data di nascita della diocesi isolana potrebbe verosimilmente
porsi all'inizio dell'undicesimo secolo. Precedentemente la giurisdizione
ecclesiastica doveva essere affidata a qualcuno degli abati dei
vari monasteri che sorgevano sul territorio isolano, dato che
mai Ischia ha fatto parte dei territori delle diocesi vicine.
La primitiva Cattedrale con il palazzo di residenza del Vescovo
andò distrutta dalla lava ignea dell'eruzione che ebbe inizio
il 18 gennaio 1301 e che annullò intere "ville", cioè vari agglomerati
di case. Ci fu allora una larga diaspora della popolazione, atterrita
da ciò che era accaduto, verso i paesi di terraferma. Alcuni vi
si stabilirono, altri, dopo qualche anno, tornarono sull'isola,
prendendo dimora lontano dalla zona interessata dalla lava vulcanica
e soprattutto su 1'isolotto adiacente, detto "Ischia minore",
ove si ebbe una altissima intensità di popolazione e dove fu costruita
la nuova Cattedrale con 1'attiguo palazzo vescovile, nonché tutti
gli edifici pubblici. Ivi si svolse per secoli la vita di buona
parte degli isolani essendo quella rocca ben munita e ritenuta
sicura dagli assalti ben frequentati dei saraceni e dei corsari.
Soprattutto nei secoli XV e XVI il Castello d'Ischia fu luogo
di convegno di uomini d'arme, di uomini di governo, di letterati.
Più tardi sarà pure luogo di pena per patrioti confinati per reati
politici ed infine domicilio coatto per delinquenti comuni. Quando
cessò il pericolo delle incursioni dei turchi il Castello si andò
man mano spopolando, finché non fu indemaniato. Allora, cioè nel
1810, fu abbandonata la Cattedrale del Castello e fu adattata
a Cattedrale la chiesa che fu già degli Agostiniani del Convento
di S. Maria della Scala in Ischia, soppresso nel 1809. Anche il
Vescovo abbandonò il suo palazzo sito nell'ambito del Castello
e prese dimora presso il palazzo del Seminario. Quando si concluse
il periodo della lunga vacanza della sede vescovile durata dalla
fine del 1799 alla meta del 1818. In quest'anno, tornato il Vescovo
ad Ischia nella persona di Mons. Giuseppe D'Amante, fu legalizzato
il trasferimento della Cattedrale nella chiesa ex monastica di
S. Maria Assunta nel Borgo di Celsa di Ischia con rescritto della
S. C. del Concilio del 5/9/1818. La diocesi di Ischia é racchiusa
nell'isola omonima, ma anticamente e fino al 13 ottobre 1770 il
Vescovo di Ischia aveva anche giurisdizione sull'isola di Ventotene
che allora passò sotto quella del Vescovo di Gaeta. L'esistenza
della diocesi di Ischia più volte é stata posta in discussione.
Nel 1818, quando pur essendo stata già inclusa nelle diocesi da
sopprimere con il Concordato di quell'anno, fu invece conservata
per espressa volontà del Re di Napoli, nel 1925, dopo il trasferimento
di Mons. Ragosta di qui a Castellammare e Ischia restò vacante
per circa 4 anni, nell'ultimo riordino delle diocesi italiane,
dopo essere stata vacante per quasi un decennio fu riconfermata
come diocesi nel 1980. L'isola d'Ischia ha dato alla Chiesa, attraverso
i secoli, non pochi vescovi. In tempi remoti, il Card. Baldassarre
Cossa, il Card. Inigo d'Avalos, Mons. Paolo Strina, Vescovo di
Capri; in tempi più recenti, Mons. Giovanni Andrea Schiano, Vescovo
di Massalubrense. Mons. Francesco Lanfreschi, Arcivescovo di Acerenza
e Matera, Mons. Bernardo Onorato Buonocore, Vescovo di Trevico,
Mons. Francesco Morgioni, Vescovo di Minori, Mons. Carlo Mennella,
Vescovo titolare di Mennith e Ausiliare del Vescovo di Ischia,
Mons. Giovanni Regine, Arcivescovo di Trani e Barletta, Mons.
Giovanni Scotti, Arcivescovo di Rossano, Mons. Onorato Carcaterra,
Vecovo tit. di Ipso, Card. Luigi Lavitrano, Arcivescovo di Palermo,
Mons. Agostino d'Arco, Vescovo di Castellammare di Stabia. E’
innumerevole la schiera di sacerdoti dotti e santi che spesero
la vita per le anime di questa diocesi. E’ impossibile ricordarli
tutti, basti ricordare Don Francesco Migliaccio, Canonico Penitenziere
della Cattedrale, morto in concetto di santità nel 1716 e il Servo
di Dio Don Giuseppe Morgera, Canonico onorario della Cattedrale,
Parroco di Casamicciola, morto nel 1898, del quale é in corso
la causa di beatificazione. Anche molti Ordini e Congregazioni
religiose hanno abbellito questa Chiesa isolana. Nel passato remoto,
i Benedettini, i Domenicani, i Carmelitani, i Servi di Maria,
gli Agostiniani, i Frati Minori Conventuali, i Frati Minori Osservanti,
i Signori della Missione. Attualmente danno una mano al clero
locale i Frati Minori, i Passionisti, i Figli della Provvidenza
di Don Orione. Ischia ha dato pure molti suoi figli ai vari ordini
religiosi. Basti ricordare uno per tutti, che tutti supero per
santità, Carlo Gaetano Calosirto, fra Giovan Giuseppe della Croce,
Alcantarino, patrono della Città e Diocesi di Ischia. Né vanno
passate sotto silenzio le religiose, numerosissime. Le Clarisse
di S. Maria della Consolazione, fondate nel 1576 e qui residenti
ininterrottamente fino al 1911, le Betlemite, le Figlie della
Carità, le Suore della Carità, le Stimmatine, le Suore della Provvidenza,
le Figlie della Chiesa, le Discepole di S. Teresa di Gesù Bambino,
le Piccole Apostole della Redenzione. Tra di esse si ricorda Suor
Teresa Menga clarissa, morta in concetto di santità il 26/12/1733,
Suor Mariangela della Croce, terziaria francescana, discepola
del Beato Bonaventura da Potenza, che per 10 anni edificò Ischia
delle sue virtù e convertì innumerevoli peccatori, e anch'essa
morì in concetto di santità nel 1731. A tutte queste anime elette
di Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose che tanto si adoperano
per il bene spirituale di quest'isola e ora godono la ben meritata
ricompensa eterna affidiamo il presente di questa nostra Diocesi
perché con la loro intercessione ottengano quelle grazie necessarie
a coloro che reggono oggi spiritualmente il popolo di Dio, perché
emulino le gesta di coloro che ci hanno preceduti.
Camillo D'Ambra |
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