"I
giovani contro la violenza"
Presso
il "Centro Europeo della Gioventù" di Budapest si è tenuto
un seminario per giovani e giovani responsabili di progetti per la
gioventù attivi nelle iniziative tese a contrastare la violenza
quotidiana e l’esclusione sociale tra i minori (62 ragazzi provenienti
da 34 paesi diversi).
Il
seminario "I giovani contro la violenza" ha avuto luogo dal 15
al 21 ottobre 2001. L’E.I.P. Italia è stata rappresentata da Paola
Costa.
La
violenza è la prima e più diretta forma di violazione dei diritti
umani. I minori ed i gruppi giovanili che vengono a confrontarsi con
situazioni di violenza diretta hanno spesso trovato nei progetti sui
diritti umani, per la loro natura e per il loro approccio, una risposta
positiva a detta violenza. Questo è il caso di molti progetti
sviluppati in regioni affette dalla guerra o da conflitti etnici, ma
anche nelle aree suburbane di molte città e regioni europee. La
violenza di strada, negli stadi, nelle scuole, il bullismo e il razzismo
violento appartengono all’esperienza quotidiana dei giovani. Molti di
essi respingono la violenza e reagiscono direttamente contro di essa,
con iniziative mirate verso i propri coetanei e verso il proprio
ambiente in generale. In effetti, una delle soluzioni educative
dimostratesi efficaci a raggiungere sia i giovani violenti che le
vittime della violenza, entrambi fortemente a rischio di esclusione
sociale ed emarginazione, è proprio la cd. "peer education".
Iniziative
di questo genere sono particolarmente positive in quanto non solo
rappresentano un rifiuto della violenza, ma altresì coinvolgono i
giovani nell’ "educazione" altrui, offrono alternative al
comportamento violento e costituiscono forme innovative di
partecipazione giovanile e di cittadinanza attiva.
Il
Programma Giovani all’Educazione per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa
è centrato sui maggiori problemi riguardanti i giovani in Europa e mira
ad incrementare il loro coinvolgimento ed impegno riguardo ai diritti
umani, considerati uno dei pilastri delle società in Europa. Nell’organizzare
questo seminario, la Direzione Giovani e Sport ha voluto offrire un
forum per scambiarsi idee, avviare cooperazioni e reti tra le iniziative
rivolte ai giovani, le associazioni e le organizzazioni impegnate nella
lotta alla violenza quotidiana. Ha inteso inoltre offrire un supporto al
dialogo costruttivo tra i giovani e le autorità pubbliche.
Il
programma del seminario ha tenuto conto di esperienze e progetti
esistenti, inclusi quelli di altre Direzioni del Consiglio d’Europa,
del Forum Europeo della Gioventù e di diverse istituzioni
intergovernative, governative e non governative attive in questi campi.
Gli
obiettivi principali del seminario sono stati: offrire un forum per
responsabili di progetto a livello locale e per giovani impegnati in
progetti di peer education contro la violenza, la delinquenza e la
criminalità urbana; evidenziare il ruolo della peer education come
approccio all’educazione ai diritti umani; sviluppare reti europee
formate da associazioni locali, progetti e ragazzi attivi in progetti
anti-violenza sia nelle scuole che al di fuori di esse; scambiare e
condividere le buone pratiche di analisi sociale sulla violenza
giovanile, metodologie e metodi, problemi specifici e sfide riguardanti
aree suburbane e paesi che si trovano in periodo postbellico; ricercare
forme innovative di partecipazione giovanile e educazione informale, al
fine di raggiungere nuovi gruppi coinvolti nella politica giovanile
europea.
I
metodi di lavoro del seminario hanno consentito l’interscambio di
informazioni e la creazione di reti. I progetti e le esperienze dei
partecipanti hanno costituito la base di riflessioni e discussioni sulle
buone pratiche. I contributi dei partecipanti e degli esperti che sono
stati invitati al seminario hanno offerto un’ampia panoramica sulle
iniziative esistenti in area giovanile contro la violenza quotidiana e l’esclusione
sociale. La sessione plenaria, i gruppi di lavoro tematici e i workshop
sui progetti di peer education basati su approcci multipli nella lotta
contro la violenza hanno offerto informazioni sulle possibilità
concrete di cooperazione tra associazioni di giovani a livello europeo.
La visita a un progetto giovanile nelle aree suburbane di Budapest è
stata di grande utilità per la comprensione della realtà locale.
Il
seminario è stato preparato da un’équipe composta da: Antje
Rothemund (Direttore del Centro Europeo Giovanile di Budapest); Goran
Buldioski (Esperto di Educazione del Centro Europeo Giovanile di
Budapest), Darek Grzemny (CHANGE – Associazione per i Bambini ed i
Giovani – Glogow, Polonia), Ronni Abergel (Fermiamo la Violenza,
Copenhagen).
Paola
Costa
Delegata
Ecole Instrument de Paix per l' Italia
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IN BREVE ...
Un percorso cominciato nel
gennaio del ’98, in forma del tutto sperimentale, caratterizzato da un’osservazione
costante del mutamento dell’universo giovanile, nonché da un ascolto
di nuovi bisogni rimasti inespressi con l’intento di accompagnare i
giovani verso l’età adulta senza volerli controllare, reprimere,
giudicare … .
L’andare sul campo, "uscendo
dai servizi", l’abitare i contesti di aggregazione giovanile
formali e informali, ha favorito gli operatori di strada nella lettura
di un passaggio fondamentale: la necessità di rivedere gli interventi
dei servizi, centrati quasi esclusivamente sulla molecola "eroina",
per spostare l’attenzione dalle "forme della dipendenza"
alle nuove forme di consumo, di uso e di abuso di vecchie e nuove
sostanze.
Da qui, lo sforzo dell’Associazione
Il Pioppo Onlus di:
promuovere integrazioni e
alleanze fra servizi e operatori pubblici e privati del mondo diurno
e notturno
fornire risposte operative
che si pongano come anello di congiunzione fra agio e disagio,
normalità e devianza, uso e abuso, ...
diffondere una corretta
informazione come strumento di prevenzione e riduzione dei rischi
prefigurare nuove modalità
d’intervento che consentano l’espressione delle domande legate a
bisogni tuttora rimasti sommersi e inespressi
spostare l’attenzione
dalle sole politiche preventive a nuovi modelli educativi
download
del programma
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Il"Sistema
Offerta" di Educazione, Istruzione e Formazione in Italia
Attualmente in
Italia è in corso un processo di revisione degli ordinamenti e della
Legge –quadro sull’autonomia scolastica, di cui riportiamo il
dibattito e gli orientamenti .
L’art. 1 c.1
della legge 30/2000 parla di «sistema educativo di istruzione e di
formazione». Anche nel suo prosieguo, la legge presuppone che, mentre l’istruzione
e la formazione siano due dimensioni diverse, ambedue siano educative e
debbano costituire un «sistema educativo».
L’art. 68, c. 1
della legge n. 144/99, parla di «sistema della formazione professionale
regionale» come uno dei «percorsi» all’interno dei quali i giovani
possono espletare tale obbligo.
L’art. 3, punto n
del nuovo art. 117 della Costituzione, introdotto con la legge
costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, mutuando l’espressione dal
Titolo II, art. 33 della Costituzione del 1948, riserva allo Stato
esclusivamente «le norme generali sull’istruzione». Introduce, poi,
una distinzione tra «istruzione», che viene affidata alla cooperazione
tra Stato e Regioni, e «istruzione e formazione professionale» che è
esclusivamente regionale. La legge costituzionale appena citata sembra
porre l’istruzione e la formazione (professionale) fino al 18° anno
tra quei «diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto
il territorio nazionale», per i quali lo Stato è chiamato a
determinare «i livelli essenziali delle prestazioni».
.Per un verso,
istruzione e formazione sono due processi diversi. La stessa legge
costituzionale, del resto, traccia un confine tra «istruzione» tout
court e «istruzione e formazione professionale».
Il fine prioritario
dell’istruzione è rappresentato dal conoscere, dal teorizzare, si
riferisce alle idee e alle relazioni tra le conoscenze. La formazione,
invece, si riferisce al produrre, all’operare, al costruire: immettere
le idee (le conoscenze) nella realtà, attraverso operazioni di
progettazione e di trasformazione che diventano poi pratiche
professionali .
Per l’altro
verso, però, istruzione e formazione sono anche due processi unitari e
sempre integrati..
Anzitutto, perché
non si può conoscere senza produrre, operare e costruire, e viceversa.
Nessuno è in grado di elaborare theoría senza téchne, e nessuno può
produrre nulla se non concepisce idee e non ha conoscenze da
concretizzare. La società globalizzata della conoscenza, d’altronde,
ha esaltato questa connessione e ha reso inservibili le artificiose
separazioni del passato tra sapere e lavoro, tra istruzione da una parte
e istruzione/formazione professionale dall’altra.
In secondo luogo,
perché ambedue i processi sono chiamati ad essere educativi, nel senso
che l’uno e l’altro sono invitati a promuovere nel modo più
integrato, armonico, simultaneo e progressivo possibile tutte le
dimensioni della personalità di ciascuno (intellettuale, affettiva,
etica, operativa, motoria, espressiva, sociale, religiosa), non soltanto
una di esse. Come a dire che, pur mirando alla testa, l’istruzione non
esiste se non coinvolge anche il cuore e le mani, e analogamente, pur
mirando alle mani, la formazione non esiste se non coinvolge anche la
testa e il cuore.
Innalzamento
della qualità del sistema scolastico
Le più recenti
indagini internazionali hanno attenuato il tradizionale compiacimento
sulla qualità degli apprendimenti che sarebbero assicurati dalla nostra
scuola primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado.
Si è pensato ad
una riforma del sistema educativo di istruzione e di formazione che
metta strategicamente al centro questo principio, tanto più importante,
peraltro, quanto più si afferma la cosiddetta società della
conoscenza; e, soprattutto, che lo faccia percepire a tutti nella sua
dimensione di inalienabile e costitutivo «diritto civile e sociale»
dei cittadini, diritto che deve essere garantito dalla Repubblica «su
tutto il territorio nazionale» e da essa tutelato nei suoi «livelli
essenziali» .
La Commissione
Ministeriale che sta elaborando le linee e gli indirizzi rivolge
particolare attenzione ad aspetti qualificanti, introducendo nell’ipotesi
di riforma del sistema nazionale di istruzione e di formazione otto leve
da utilizzare per innalzare la qualità complessiva di tutto il sistema
educativo di istruzione e di formazione.
La prima è
quella relativa alla riqualificazione e alla generalizzazione
della scuola dell’infanzia..
La seconda è
quella di un allargamento dello studio secondario rispetto a
quello primario nell’arco degli otto anni che compongono la
scuola primaria che resta quinquennale e la scuola secondaria di I
grado che resta triennale
La terza si
riferisce alla natura e all’identità dell’ultimo biennio
della scuola secondaria di I grado. Esso è unico per tutti gli
allievi, ma orientativo e consente a ciascuno, attraverso moduli
didattici specifici, incontri con docenti e allievi dell’istruzione
e della formazione secondaria di II grado ecc., di poter anche
contenuti tipici dell’apprendimento e delle esperienza formativa
dei diversi indirizzi di studio successivi.
La quarta è
l’introduzione del diritto/dovere di ogni cittadino a
coinvolgersi nei processi di istruzione/formazione fino almeno all’ottenimento
di una Qualifica, ma con un minimo di 12 anni di
istruzione/formazione o, comunque, entro il 18° anno di età,
nell’ambito dei diritti di base della cittadinanza.
La quinta
leva consiste nell’affidare al Servizio Nazionale per la
Qualità del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione, all’inizio
della 1°, 3° e 5° primaria, della 2° media, della 1° e della
3° secondaria, nonché alla fine della 3° media e dell’ultimo
anno della secondaria, il compito di predisporre verifiche
sistematiche sulle conoscenze e sulle abilità degli allievi,
richieste dai piani di studio nazionali. In questo ambito le
scuole possono contare su numerosi ed eloquenti stimoli per la
pratica dell’autovalutazione e di una programmazione educativa e
didattica autonomamente controllata
La sesta si
ravvisa nella nuova normativa relativa ai cosiddetti debiti
formativi che, in nome del principio dell’inseparabilità tra
logica ed etica, riguardano non solo il profitto, ma anche, a pari
peso, il comportamento dei soggetti (la tradizionale condotta).
La settima
leva si presenta nel potenziamento della formazione superiore,
successiva all’istruzione e alla formazione secondaria, sia essa
a tempo pieno sia essa in alternanza.
L’ultima,
infine, si rintraccia nel porre le condizioni operative, in
termini di uomini, di metodi e di strutture, per dare finalmente
attuazione all’art. 6, c. 1 del D. M. 509/99 che, come è noto,
da un lato, obbliga le università, e nella nostra ipotesi anche i
corsi della formazione superiore, a predisporre prove circa «il
possesso o l’acquisizione di un’adeguata preparazione
iniziale» dei giovani che domandano l’ammissione ai corsi di
laurea o di formazione superiore e, dall’altro, «se la verifica
non è positiva», ad indicare «specifici obblighi formativi
aggiuntivi al normale piano di studi universitario,da soddisfare
nel primo anno di corso»
Equità
Don Lorenzo Milani
nel suo"Lettera ad una professoressa"era solito ricordare che
nulla è più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali. La giustizia
intesa come equità non si promuove, infatti, con l’uniformità
distributiva, ma con la differenziazione individualizzata degli
interventi e dei servizi. Ciascuno deve essere posto nelle condizioni di
sviluppare al meglio le proprie capacità e di trovare una pertinente
valorizzazione delle proprie attitudini.
Integrazione.
In genere, si
distingue tra sistema (educativo) informale, non formale e formale. Il
primo è rappresentato dalla vita sociale ordinaria che non esprime
programmatiche intenzionalità formative, pur determinandole di fatto,
funzionalmente, in maniera anche irreversibile.
Il secondo riguarda
quell’insieme di istituzioni che, pur non essendo strutturate in
maniera esplicita per promuovere, con gradualità e sistematicità,
processi educativi di istruzione e di formazione, tuttavia esprime
intenzionalità in questa direzione in un territorio e lungo l’intero
arco della vita dei soggetti.
L’ultimo si
riferisce specificamente al sistema educativo di istruzione e di
formazione istituito e strutturato dalla Repubblica (Stato, Regioni,
Enti locali) per i minori e per le giovani generazioni.
Per questo, dalla
scuola dell’infanzia all’istruzione e alla formazione superiore,
prevede un’organizzazione dei piani di studio che orientano il sistema
educativo di istruzione e di formazione formale a confrontarsi con i
sistemi educativi informali e non formali dell’extrascuola, e a
valorizzarli in funzione della promozione del profilo educativo,
culturale e professionale finale degli allievi, nonché delle conoscenze
e delle abilità che lo specificano nei diversi anni di studio.
Il principio dell’integrazione
non vale soltanto a questo livello
L’integrazione
non può essere soltanto orizzontale. Va prevista anche verticale. In
questo senso, non è pensabile una formazione superiore che rilasci
diplomi professionali superiori senza che essa sia il segmento
successivo ad una formazione secondaria che rilasci diplomi e qualifiche
professionali.. Nel principio dell’integrazione verticale si pone
anche la formula dei cosiddetti istituti comprensivi che, sulla base
delle esigenze del territorio, unifica le gestione delle scuole dai 3 ai
14 anni, ma che niente impedisce possa estendersi anche agli istituti
della fascia secondaria. E si pongono anche le iniziative di raccordo
tra istruzione/formazione secondaria e superiore che si estrinsecano nei
moduli di durata temporale diversa, propedeutici all’immatricolazione
universitaria e della formazione superiore.
L’integrazione,
infine, può essere anche mista, allo stesso tempo orizzontale e
verticale. Con l’introduzione nel piano degli studi delle scuole dai 6
ai 18 anni dei cosiddetti Laboratori a rete e per gruppi piuttosto che
per classi (obbligatori per offerta istituzionale, facoltativi per gli
studenti e le famiglie), infatti, molti ragazzi delle scuole primarie e
medie potranno usufruire di qualche Laboratorio delle superiori, e
viceversa.
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FRIENDLY
INTERNET
NAVIGARE IN
ACQUE SICURE Progetto
pilota nelle scuole Medie e Superiori per l'orientamento dei ragazzi
all'uso sicuro di internet. Realizzato con il supporto della Commissione
Europea, effettua in 20 scuole italiane azioni di educazione e
orientamento dei ragazzi all'uso sicuro di internet. torna all'inizio
SPIGOLANDO
I.C.E. DE
NICOLA - CASALNUOVO - NAPOLI Il
giorno 29 maggio 2002 presso l'Istituto De Nicola avrà luogo una
manifestazione in seno alla quale sarà festeggiato anche il premio
E.I.P. conseguito nel XXXI concorso. Ospiti d'onore saranno il
Presidente Oscar Luigi Scalfaro e il Presidente dell'E.I.P. Italia prof.
Anna Paola Tantucci. La
radio Vaticana nella giornata dell'11 maggio 2002, dalle ore 10:30 alle
ore 11 ha parlato dell'addociazione E.I.P. Italia e delle sue attività torna all'inizio
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ACQUA E’ CULTURA
Il Convegno del 15
aprile a
Via di Porta Castello
a Roma
Il
15 aprile 2003 presso la Sala Conferenze di Via di Porta Castello si è
tenuto il convengo “Acqua e cultura della solidarietà”. Il tema è
stato scandagliato ed approfondito attraverso cinque direttrici che
hanno coinvolto per l’intera mattinata un pubblico composto anche da
bambini delle elementari e delle scuole superiori.
I.
L’ACQUA COME RISORSA NATURALE
L’Ing.On. Massimo
Sessa,organizzatore dell' iniziativa di solidarietà, l’On. Marco
Verzaschi e il Dott. Ing. Arcangelo Sepe Monti hanno trattato l’acqua
come elemento non inesauribile, e che necessita perciò di un utilizzo
ragionato, possibile solo attraverso il controllo del ciclo integrato da
parte di un solo ente, quale è l’Acea per Roma e i suoi 128comuni della
provincia, su un territorio relativamente vasto. Contributi essenziali,
poi, si potrebbero dare nella quotidianità, evitando, con qualche
accortezza, gli sprechi.
II.
L’ACQUA COME ELEMENTO CULTURALE
La Prof. Anna Paola
Tantucci e la Dr.Katia Miranda Saleme (ONU) vedono nell’acqua un oro
blu, che, come il nero, potrebbe essere la causa di un prossimo
conflitto internazionale. Kofi Annan, aprendo il 10 dicembre 2002 l’anno
mondiale dell’acqua, ha voluto sottolineare proprio questa sua
peculiarità di condizione necessaria, e non contingente, di vita. Non a
caso il filosofo Talete, nel VI secolo a.C., individuava proprio
nell’acqua l’arch.
III.
ACQUA ED ARCHITETTURA
L’Arch. Renata Bizzotto
ha tenuto una lezione magistrale esponendo, con un linguaggio tecnico e
al contempo accessibile ai profani, l’evoluzione, la struttura e la
bellezza artistica degli acquedotti, che, insieme ai pini,
caratterizzano la campagna romana a partire da 60 Km fuori la città.
Avvalendosi di un ottimo quanto raro materiale grafico e fotografico,
ha esposto la conformazione e le tecniche di costruzione dei
conduttori d’acqua, che, snodandosi da Porta Maggiore, rifornivano
l’Urbe con il suo milione e mezzo di abitanti. Suggestive le ultime
immagini proiettate di fontana di Trevi e della Navicella.
Molto belli i lavori delle scuole che hanno lavorato sul tema
dell'acqua proposto dal 32° Concorso dell' E.I.P Italia, presenti nella
mostra allestita nell' atrio della Sala Castello.
IV.
ACQUA ED AIUTI UMANITARI
L’assenza o le malattie
legate ad un’acqua malsana, che causano ogni giorno la morte di 6000
bambini e l’80% delle malattie, colpiscono i paesi in via di sviluppo e
del Quarto mondo. In questo scenario cupo, anche piccole gocce possono
alleviare la sofferenza di una cerchia di uomini. Fratel Luigi Guarnieri,
padre Giorgio Nalin e Luigi Lorenzato, attraverso iniziative nelle città
di Nielto (Eritrea) e Kalivac (Albania) hanno inteso dare un ulteriore
contributo ai volontari che si adoperano nel settore, sempre
consapevoli, comunque, della loro insufficienza, senza aiuti politici, a
risolvere la problematica.
V.
L’ACQUA E LA REALTA’ ITALIANA
La
Dr. Sandra Perugini Cigni ci ha affascinato con i riferimenti culturali
e scientifici alla Sicilia e agli Arabi,l’Ing. Pelillo e l’Ing. Domenico
Signoretti hanno approfondito la tematica riferita all’Italia, all'
Europa,e alla Sicilia in particolare, dove l’emergenza acqua è una
costante che spesso cade nell’oblio.
Il fiume Tevere, che
investe 5 regioni, 6 se si considera il comune di Verghereto in Emilia
Romagna, donando al mare 3 miliardi di metri cubi l’anno, è oggi in
condizioni migliori di quanto non lo descrivano i pregiudizi creatisi su
di esso. Ben lontano dalla moria di pesci del 1971, ospita oggi
allevamenti di anguille e fa sperare nel raggiungimento di un livello
buono, oggi vicino alla sufficienza, delle sue condizioni.
L’inquinamento, dopotutto, rimane ancora un nodo di Gordio difficile da
sciogliere.
Dopo poco più di 3
ore di interventi, spezzati da un Coffee break e dal Buffet finale, ciò
che rimane è l’amarezza di una questione tanto pressante quanto
trascurata dall’umana routine: “Troppo grande il problema, troppo breve
la vita umana”, diceva il sofista Protagora.
Cosa rimane? La
speranza o la fiducia? Quella è divina, questa appannaggio dei mortali.
Il bambino saggio,
alla domanda: “Sei capace di sfiorare una stella?” “Sì”, risponde, si
china e tocca la terra.
Hugo von
Hofmannsthal, Aufzeichnungen
Non
lasciamo, allora, che si spenga, la nostra stella.
Armonia Pierantozzi.
Liceo Ginnasio Montale Roma
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