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Piccola guida dei siti più belli


Porto Torres non è solo mare, ma anche storia!
Per fare un tuffo nel passato andate a visitare i luoghi indicati di seguito


 Cala_s_andrea.jpg (54360 byte) L'isola dell'Asinara



Monte d’Accoddi

Dopo una dozzina di chilometri in pianura da Sassari per Porto Torres si devia per il complesso prenuragico di Monte d' Accoddi, unico esempio in Sardegna e nel Mediterraneo occidentale di altare megalitico dove si celebravano i riti propiziatori della fecondità della terra. E' un enorme ammasso di pietra e terra restaurato recentemente, con alla sommità una grande pietra sacrificale e due bètili: la struttura a tronco di piramide ricorda le "Zigurath" della Mesopotamia. L'Altare, a detta degli studiosi, risale all'età del rame (2450 a.c.-1850 a.c.).

Basilica1.jpg (28393 byte) La basilica di S. Gavino

Costituisce l’esempio più antico, più grandioso per dimensioni, e senz’altro fra i più insigni dell’architettura romanica pisana in Sardegna. La menzione più antica della CHIESA e nel Condaghe di S. Pietro, è riferibile all’anno 1065; un altro documento più tardo riporta la costruzione al giudice Comita che, con la ricerca dei corpi dei martiri Turritani, avrebbe assolto un voto per la guarigione dalla lebbra. Edificata sulla collina detta monte Angellu sul sito di una più antica Basilicata sepolcrale, la fabbrica presenta due absidi contrapposte, caratteristica unica in Sardegna e comunque rarissima in Italia.
Il perimetro esterno, realizzato in conci di calcare, si presenta scandito da arcature sulle quali si aprono, alternate, strette monofore. Nel lato nord si conserva l‘unico portale romanico, riferibile alla seconda metà dell’ XI sec., decorato con sculture di figure umane e animali dalle influenze lombarde. Presso il lato sud si apre il mirabile portale gemino gotico - catalano, attraversato il quale si accede attualmente alla Basilica. L’interno, ampio e solenne, è diviso in tre navate, con arcate su robusti pilastri cruciformi e colonne.
La navata centrale è coperta da capriate lignee, quelle laterali da volte a crociera.
Presso l’abside orientale sono esposte, su un catafalco le tre statue lignee dei martiri turritani.

S. Gavino a mare

Collocata presso l’antica necropoli orientale di Turris Libisonis, è stata edificata intorno alla metà dell’800 sul luogo, dove secondo la tradizione, sarebbero avvenuti il martirio e il primo seppellimento di Gavino, Proto e Gianuario
Proprio in memoria di questo fatto, ogni anno a maggio vengono qui trasportate dalla basilica di S. Gavino, le statue dei tre martiri. La chiesa presenta una cripta altomedievale e, adiacenti, due ipogei utilizzati come luogo di sepoltura fino a età paleocristiana.

Antiquarium Turritano

Custodisce i reperti archeologici provenienti dagli scavi di Turris Libisonis e inoltre una interessante Collezione Comunale. Attualmente sono in corso lavori di ampliamento dell’edificio. Al piano terra riveste notevole interesse l’ara marmorea di C. Cuspius Felix, dedicata alla divinità egiziana Bubastis sotto l'imperatore Tiberio, e ritrovata presso il Palazzo del Re Barbaro. Nel piano superiore si segnala un mosaico in policromo di tarda età imperiale, con due iscrizioni funerarie corredate da simboli cristiani, facente parte della copertura di due tombe rinvenute nella zona di Balai.

Terme Pallottino

L’edificio, databile a età imperiale romana prende nome dall’archeologo Massimo Pallottino, autore degli scavi tra il 1940 e il 1942. Si conservano parzialmente alcuni ambienti fra i quali uno in particolare, quello settentrionale non absidato presenta un' ampia vasca con il pavimento decorato a mosaico.

Ponte_romano.jpg (47979 byte) Ponte Romano

Sul Rio Mannu, realizzato probabilmente agli inizi dell' età imperiale, apparteneva alla strada che collegava Turris Libisonis con Kàrales (Cagliari) seguendo la costa occidentale. Il monumento, lungo 135 m, varca il fiume su sette arcate a sesto ribassato, di grandezza crescente da est verso ovest per consentire il collegamento dalla città verso la campagna, posta a un livello più alto. Grazie anche al suo ottimo stato di conservazione (fino agli anni '70 era ancora aperto al traffico) è indubbiamente da considerarsi la più importante opera di questo genere della SARDEGNA ROMANA.

Rebarbaro.jpg (45439 byte) Palazzo di Re Barbaro

L' area prende nome dal mitico governatore che, come vuole la tradizione avrebbe condannato a morte i Martiri Turritani. Subito dopo l'ingresso, presso l' Antiquarium, si incontrano i resti di un quartiere abitativo, facente probabilmente parte dal primo impianto ortogonale della colonia romana. Superata una strada lastricata in basalto si accade all' imponente edificio termale, attraverso un vasto portico, del quale restano soltanto i basamenti dei pilastri.