Seconda
cosa: amare per primi.
Cioè
amare non per secondi, ma per primi. Bisogna amare sempre cominciando
noi.
Magari andate a casa e c’è la sorellina che ha un muso lungo lungo
perché è annoiata, non le va niente, non le va né di giocare né di
studiare… Non aspettate, non aspettate che lei vi ami:
dovete incominciare voi, e dite: “Come va? Non ti senti bene? O forse
hai qualche problema? Vuoi dirmelo? Vuoi che usciamo? O vuoi che
facciamo un gioco?”
Quindi dovete essere i primi ad amare.
Terza
cosa: vedere Gesù nell'altro.
Ma
proprio in tutti, tutti, tutti, tutti. Anche in quello lì brutto, anche
in quello lì stracciato, anche in quel marocchino che io non mi sento
di amare, anche in quell’italiano che mi è antipatico, anche in quell’inglese
che io non posso vedere… Bisogna vedere Gesù, perché Gesù ha detto
che qualunque cosa noi faremo agli altri, lui ci dice: “L’hai fatto
a me”. Quarta cosa: amare come se stessi.
Quarta
cosa: amare come se stessi.
Proprio
come se io fossi lì.
Io non sarei contenta se mi tirassero un sasso. E così non sono
contenta se tirano il sasso anche a quell’altro: devo amarlo come me.
Allora, vivete quello che c’è scritto sul “cubetto” ed imparerete
ad amare!».
(tratto
da "Gen 4" nn.7-8/1998 - Ed. Città Nuova)