Autori
e ricordi
Questo è un minuscolo
album di famiglia, e vorremmo presentare la prima fotografia come
anello di congiunzione fra me, mio padre ed il cognome che ha suscitato
in noi tanti dubbi ed interesse, e ci ha spinto ad avventurarci in
questa ricerca apparentemente inutile, ma vitale per noi.
Ecco Ortensia
Leis con le sue due prime figlie, Ester (in piedi) e Maria
Zampini.

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Ester Zampini
è madre di Ugo Ferrari, e nonna di Ilaria Ferrari.
Se la nonna non avesse più una memoria formidabile alla sua
età (è nata 1912), non avremmo mai potuto ricostruire
l'albero genealogico dei Leis.
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<<...Io
sono nato nel 1951 e sono il 3° dei tre figli di Ferrari
Corrado e Zampini Ester. Mio padre, operaio delle Ferrovie
dello Stato, voleva che studiassimo per ottenere almeno il
diploma, ma al tempo stesso durante le vacanze estive, dovevamo
lavorare per "aiutare la famiglia
e imparare un lavoro", come amava
esprimersi lui.
Negli anni ’55-60, i miei fratelli Bruno e Mauro, in
estate facevano i garzoni presso qualche negoziante e successivamente
come operai stagionali negli zuccherifici della zona di Rovigo.
Io ero troppo piccolo per lavorare e quindi, essendo molto
affezionato a mia nonna Ortensia, passavo l’estate a
San Vincenzo di Galliera (BO), scambiandomi con mio cugino
Luciano Zampini, che invece si trasferiva a Rovigo, dove abitavamo
noi in quegli anni.
Io adoravo andare dai nonni e mio zio Tonino (Antonio) mi
aveva insegnato a guidare il trattore con rimorchio all’età
di sette anni (ricordo ancora che pur essendo molto alto per
l’età, non potevo sedermi sul sedile, altrimenti
non arrivavo alla pedaliera di freno e frizione). Aiutavo
nei lavori dei campi movendo prima e rastrellando poi “l’erba
spagna” che mio zio tagliava con il “ferro”
. Poi, io guidavo il trattore e mio zio con qualche lavorante
caricavano con il forcone l’erba secca che, sempre attraversando
la campagna, portavamo nel fienile accanto alla casa colonica.
A volte, con una vecchia e scassatissima bici da donna, volavo
come solo un bambino può fare, portando acqua e vino
a mio zio o al nonno, che erano al lavoro nei campi assolati.
Nel tardo pomeriggio, facevo il bagno “nell’albi”,
che era un antico abbeveratoio scavato in un vecchissimo blocco
di marmo vicino al pozzo e che mia zia Imelde o mia nonna
Ortensia avevano riempito d’acqua.
Ricordo che subito dopo pranzo il nonno Ugo e lo zio Tonino
riposavano un paio d’ore e io amavo parlare con mia
zia Imelde. Spesso la nonna Ortensia mi prendeva per mano
e andavamo tra i campi oppure nella "vigna" dello
zio Gustavo Zampini e lei mi parlava moltissimo ed io amavo
la sua voce che mi sembrava molto calma, pacata e sicura:
credo di aver imparato molto di lei e da lei.
Tra i tanti ricordi mi torna alla mente una domanda che spesso
le facevo: io mi chiamo Ugo Ferrari perché il mio papà
si chiama Ferrari, ma il tuo papà si chiama Leis: è
un cognome così strano che non ho mai sentito e se
io sono un pezzettino di te, come dici tu, noi da dove veniamo?
Purtroppo la sua risposta è sempre stata la stessa:
- Io posso solo dirti ciò che i miei nonni dicevano
e cioè che noi non siamo di questi posti, veniamo da
molto lontano, ma non sappiamo esattamente da dove, abbiamo
passato tante guerre dove bastava pochissimo per avere problemi;
c’è chi dice che siamo di origine francese ma
io, a te Ugo, posso dirti una cosa: noi non veniamo dalla
Francia -.
Purtroppo nel 1960 mia nonna Ortensia Leis moriva all’età
di 70 anni ed io avevo solo 9 anni. Mio nonno Ugo Zampini
disse che la nonna mi aveva cercato prima di morire.
Chissà, forse era solo il desiderio di avere al proprio
fianco in quel triste momento un giovane nipote con il quale
aveva condiviso tante ore passeggiando e parlando. Io amo
pensare che se fosse vissuta più anni, avrebbe potuto
sentire al suo fianco non più un bambino ma un uomo
(magari simile a lei) e se lo avessi meritato dal suo punto
di vista, dirmi quella verità che lei certamente
conosceva.
Ho posto la stessa domanda qualche volta anche a mio nonno
Ugo Zampini, ma ogni volta mi rispondeva: - Non so nulla,
è una cosa della quale i Leis non parlano mai e con
nessuno - ...>>
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Il mio nome è
Ilaria. Sono nata nel 1980. Il mio cognome è tipicamente italiano,
uno dei più diffusi: Ferrari.
Il visitatore del sito si chiederà il motivo per cui mi sono
avventurata nella ricerca delle origini di questo cognome,
Leis, trascinando anche mio padre, Ugo.
Se avrete pazienza e leggerete questo testo, lo capirete.
Tutto iniziò nel 1992, quando papà ritenne opportuno che io
studiassi una seconda lingua straniera. Non so ancora per
quale motivo la scelta cadde sul tedesco, so solo che Simon
Maren, una ragazza di Hannover in Erasmus a Pavia, rimase
impressionata dalla mia capacità di riprodurre i suoni che
lei emetteva dal momento in cui imparò a parlare. A dire la
verità lo stupore fu generale.
Maren mi fece amare il tedesco; mi insegnò le basi e con pazienza
tentò di spronarmi a parlare.
Tornò in Germania al termine del suo Erasmus e non so se si
ricorda di me. E' una persona persa in mezzo tanti nel mondo.
Ho fatto numerosi progressi da allora, perchè lei per prima
ha avuto pazienza con me.
Ho frequentato corsi di lingua all'estero (2 in Austria e
gli anni successivi in Germania).
Dopo la prima (non esaltante) esperienza del college a Vienna
a tredici anni, decisi che la famiglia era la soluzione ideale
per me; non volevo gettare soldi e tempo al vento; non volevo
fare una semplice vacanza di tre settimane ogni anno; volevo
imparare sia la lingua, sia la vita della gente che mi circondava.
Evitavo di parlare in italiano poichè desideravo immergermi
nella cultura e nella lingua del posto.
La fortuna
volle che mia madre conoscesse per caso una signora. La storia
è lunga e la riassumo così: Marie Luise R. e suo marito amavano
i viaggi in motocicletta. Un giorno sostarono nei pressi di
Pavia. I bambini del paese furono incuriositi dalla motocicletta
e dai due stranieri; si avvicinarono e fecero conoscenza,
poichè Helmut e Marie Luise conoscevano l'italiano. Helmut
scattò una fotografia con Marie Luise ed i bambini davanti
al loro curioso mezzo di trasporto. Si scambiarono gli indirizzi
e la signora spedì una copia della foto a ciascun bambino.
Era l'anno 1956, e mia madre aveva 4 anni; sua sorella sapeva
già scrivere ed iniziò la corrispondenza.
Subentrai a mia zia quasi solo per esercitare la mia conoscenza
in tedesco.
Ora Marie Luise mi chiama nipote e lei per me è la MIA TERZA
NONNA.
Ho conseguito il mio diploma Mittelstufe Deutsch presso
la sede tedesca del Goethe Institut di Schwäbisch Hall a diciotto
anni.
Ho conosciuto molte persone durante i miei soggiorni ed ho
cercato di vivere non da turista il mese all'anno che passo
parlando tedesco. E' il miglior modo per capire se ci si sente
a casa. A mio parere patria non è un luogo, un paese, ma la
tranquillità mista a felicità, che possono trasmetterti le
persone che ti circondano e che per qualche ragione ti assomigliano.
So chi sono e a chi appartengo, non mi interessa che piaccia
o meno al visitatore del mio sito.
Ora voglio solo sapere precisamente da dove vengo,
poichè il cognome Leis nella mia famiglia ha lasciato le sue
tracce in me.
Questo è un appello rivolto al navigatore, che è approdato
a queste pagine della mia storia.
Sappia che esistono tanti nella mia condizione, che chiedono
rispetto e magari qualche valida informazione. Non cerco denaro,
nè gloria, ma solo un nome, una data, un luogo di origine.
Guardi il visitatore
la prima pagina di questa mia ricerca, poichè questa
animazione è il sunto dei miei pensieri.
Grazie per avermi ascoltata.
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