Autori e ricordi  

Questo è un minuscolo album di famiglia, e vorremmo presentare la prima fotografia come anello di congiunzione fra me, mio padre ed il cognome che ha suscitato in noi tanti dubbi ed interesse, e ci ha spinto ad avventurarci in questa ricerca apparentemente inutile, ma vitale per noi.

Ecco Ortensia Leis con le sue due prime figlie, Ester (in piedi) e Maria Zampini.

1908 nonna Ortensia Leis - Ester (4 anni) e Maria (2 anni)

1930 - Zampini Ester

Ester Zampini è madre di Ugo Ferrari, e nonna di Ilaria Ferrari.
Se la nonna non avesse più una memoria formidabile alla sua età (è nata 1912), non avremmo mai potuto ricostruire l'albero genealogico dei Leis.

Ugo

<<...Io sono nato nel 1951 e sono il 3° dei tre figli di Ferrari Corrado e Zampini Ester. Mio padre, operaio delle Ferrovie dello Stato, voleva che studiassimo per ottenere almeno il diploma, ma al tempo stesso durante le vacanze estive, dovevamo lavorare per "aiutare la famiglia e imparare un lavoro", come amava esprimersi lui.
Negli anni ’55-60, i miei fratelli Bruno e Mauro, in estate facevano i garzoni presso qualche negoziante e successivamente come operai stagionali negli zuccherifici della zona di Rovigo. Io ero troppo piccolo per lavorare e quindi, essendo molto affezionato a mia nonna Ortensia, passavo l’estate a San Vincenzo di Galliera (BO), scambiandomi con mio cugino Luciano Zampini, che invece si trasferiva a Rovigo, dove abitavamo noi in quegli anni.
Io adoravo andare dai nonni e mio zio Tonino (Antonio) mi aveva insegnato a guidare il trattore con rimorchio all’età di sette anni (ricordo ancora che pur essendo molto alto per l’età, non potevo sedermi sul sedile, altrimenti non arrivavo alla pedaliera di freno e frizione). Aiutavo nei lavori dei campi movendo prima e rastrellando poi “l’erba spagna” che mio zio tagliava con il “ferro” . Poi, io guidavo il trattore e mio zio con qualche lavorante caricavano con il forcone l’erba secca che, sempre attraversando la campagna, portavamo nel fienile accanto alla casa colonica.
A volte, con una vecchia e scassatissima bici da donna, volavo come solo un bambino può fare, portando acqua e vino a mio zio o al nonno, che erano al lavoro nei campi assolati.
Nel tardo pomeriggio, facevo il bagno “nell’albi”, che era un antico abbeveratoio scavato in un vecchissimo blocco di marmo vicino al pozzo e che mia zia Imelde o mia nonna Ortensia avevano riempito d’acqua.
Ricordo che subito dopo pranzo il nonno Ugo e lo zio Tonino riposavano un paio d’ore e io amavo parlare con mia zia Imelde. Spesso la nonna Ortensia mi prendeva per mano e andavamo tra i campi oppure nella "vigna" dello zio Gustavo Zampini e lei mi parlava moltissimo ed io amavo la sua voce che mi sembrava molto calma, pacata e sicura: credo di aver imparato molto di lei e da lei.
Tra i tanti ricordi mi torna alla mente una domanda che spesso le facevo: io mi chiamo Ugo Ferrari perché il mio papà si chiama Ferrari, ma il tuo papà si chiama Leis: è un cognome così strano che non ho mai sentito e se io sono un pezzettino di te, come dici tu, noi da dove veniamo?
Purtroppo la sua risposta è sempre stata la stessa:
- Io posso solo dirti ciò che i miei nonni dicevano e cioè che noi non siamo di questi posti, veniamo da molto lontano, ma non sappiamo esattamente da dove, abbiamo passato tante guerre dove bastava pochissimo per avere problemi; c’è chi dice che siamo di origine francese ma io, a te Ugo, posso dirti una cosa: noi non veniamo dalla Francia -.
Purtroppo nel 1960 mia nonna Ortensia Leis moriva all’età di 70 anni ed io avevo solo 9 anni. Mio nonno Ugo Zampini disse che la nonna mi aveva cercato prima di morire.
Chissà, forse era solo il desiderio di avere al proprio fianco in quel triste momento un giovane nipote con il quale aveva condiviso tante ore passeggiando e parlando. Io amo pensare che se fosse vissuta più anni, avrebbe potuto sentire al suo fianco non più un bambino ma un uomo (magari simile a lei) e se lo avessi meritato dal suo punto di vista, dirmi quella verità che lei certamente conosceva.
Ho posto la stessa domanda qualche volta anche a mio nonno Ugo Zampini, ma ogni volta mi rispondeva: - Non so nulla, è una cosa della quale i Leis non parlano mai e con nessuno - ...>>

U.Ferrari

Ilaria

Il mio nome è Ilaria. Sono nata nel 1980. Il mio cognome è tipicamente italiano, uno dei più diffusi: Ferrari.
Il visitatore del sito si chiederà il motivo per cui mi sono avventurata nella ricerca delle origini di questo cognome, Leis, trascinando anche mio padre, Ugo.
Se avrete pazienza e leggerete questo testo, lo capirete.

Tutto iniziò nel 1992, quando papà ritenne opportuno che io studiassi una seconda lingua straniera. Non so ancora per quale motivo la scelta cadde sul tedesco, so solo che Simon Maren, una ragazza di Hannover in Erasmus a Pavia, rimase impressionata dalla mia capacità di riprodurre i suoni che lei emetteva dal momento in cui imparò a parlare. A dire la verità lo stupore fu generale.
Maren mi fece amare il tedesco; mi insegnò le basi e con pazienza tentò di spronarmi a parlare.
Tornò in Germania al termine del suo Erasmus e non so se si ricorda di me. E' una persona persa in mezzo tanti nel mondo. Ho fatto numerosi progressi da allora, perchè lei per prima ha avuto pazienza con me.
Ho frequentato corsi di lingua all'estero (2 in Austria e gli anni successivi in Germania).
Dopo la prima (non esaltante) esperienza del college a Vienna a tredici anni, decisi che la famiglia era la soluzione ideale per me; non volevo gettare soldi e tempo al vento; non volevo fare una semplice vacanza di tre settimane ogni anno; volevo imparare sia la lingua, sia la vita della gente che mi circondava.
Evitavo di parlare in italiano poichè desideravo immergermi nella cultura e nella lingua del posto.
La fortuna volle che mia madre conoscesse per caso una signora. La storia è lunga e la riassumo così: Marie Luise R. e suo marito amavano i viaggi in motocicletta. Un giorno sostarono nei pressi di Pavia. I bambini del paese furono incuriositi dalla motocicletta e dai due stranieri; si avvicinarono e fecero conoscenza, poichè Helmut e Marie Luise conoscevano l'italiano. Helmut scattò una fotografia con Marie Luise ed i bambini davanti al loro curioso mezzo di trasporto. Si scambiarono gli indirizzi e la signora spedì una copia della foto a ciascun bambino.
Era l'anno 1956, e mia madre aveva 4 anni; sua sorella sapeva già scrivere ed iniziò la corrispondenza.
Subentrai a mia zia quasi solo per esercitare la mia conoscenza in tedesco.
Ora Marie Luise mi chiama nipote e lei per me è la MIA TERZA NONNA.
Ho conseguito il mio diploma Mittelstufe Deutsch presso la sede tedesca del Goethe Institut di Schwäbisch Hall a diciotto anni.
Ho conosciuto molte persone durante i miei soggiorni ed ho cercato di vivere non da turista il mese all'anno che passo parlando tedesco. E' il miglior modo per capire se ci si sente a casa. A mio parere patria non è un luogo, un paese, ma la tranquillità mista a felicità, che possono trasmetterti le persone che ti circondano e che per qualche ragione ti assomigliano.
So chi sono e a chi appartengo, non mi interessa che piaccia o meno al visitatore del mio sito.
Ora voglio solo sapere precisamente da dove vengo, poichè il cognome Leis nella mia famiglia ha lasciato le sue tracce in me.
Questo è un appello rivolto al navigatore, che è approdato a queste pagine della mia storia.
Sappia che esistono tanti nella mia condizione, che chiedono rispetto e magari qualche valida informazione. Non cerco denaro, nè gloria, ma solo un nome, una data, un luogo di origine.

Guardi il visitatore la prima pagina di questa mia ricerca, poichè questa animazione è il sunto dei miei pensieri.
Grazie per avermi ascoltata.


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