COMUNICATO STAMPA 7 MAGGIO 2001

AGONIA DELLE DUNE MARITTIME DI CASTEL PORZIANO

Il fragile ecosistema delle dune costiere della spiaggia comunale di Castel Porziano, sotto la responsabilità della Circoscrizione XIII del Comune di Roma, rischia di scomparire a causa di una sconsiderata gestione delle attività turistiche. Di questo passo, nel giro di pochi anni, l'area sarà definitivamente compromessa. Vale la pena ricordare che le dune impiegano decenni, se non secoli, a prodursi naturalmente, e il danneggiamento delle piante che consentono la loro formazione comporta lo smantellamento dell'intero ecosistema, con gravi conseguenze non solo per la vegetazione, compresa la macchia mediterranea e la pineta retrostante, ma anche per le stesse infrastrutture.
Di eccezionale gravità quanto si sta verificando in vista della nuova stagione balneare. E va ricordato che le attrezzature, secondo la normativa regionale vigente, dovrebbero avere carattere provvisorio ed essere limitate alla balneazione.
In prossimità dell'ingresso corrispondente al cancello n.2, per ampliare l'arenile e facilitare il transito e il parcheggio degli autoveicoli, una rilevante porzione di dune è stata letteralmente spianata, ed alle sue spalle un'ampia area (non meno di 1500 mq.) è stata allargata ed è in corso di pavimentazione, per giunta con materiali completamente impermeabilizzanti il terreno. Analoghi lavori sono in corso tra i cancelli 7 e 8.
Ciò si accompagna ad una serie d'interventi forse meno evidenti, ma non meno distruttivi: passaggio sulle dune e sull'arenile di mezzi meccanici pesanti assolutamente incompatibili con le caratteristiche ambientali della zona, progressivo allargamento di aree ad uso parcheggio nella zona retrodunale, tagli diffusi della vegetazione, scavo di trincee nelle dune e nella macchia mediterranea per la creazione di nuove aree doccia.
Eppure la fascia dunale di Castel Porziano, per il suo pregio ambientale, è sottoposta a vincoli legislativi regionali, ed è stata inclusa nel 1992 nell'elenco dei siti di importanza comunitaria [è sottoposta a tutela orientata finalizzata al mantenimento della macchia mediterranea e della sua continuità (art. 6 della delibera regionale del 30 luglio 1999 n. 4471). È stata inclusa, dall'Unione Europea (direttiva 92/43/CEE), nell'elenco dei Siti d'importanza comunitaria. In virtù di tale classificazione la zona in esame è tutelata dalla normativa sulle aree protette regionali (Art. 6 della L.R. 6 ottobre 1997, n. 29)].
Il responsabile della sezione WWF Sez. Litorale Romano, David Procacci dichiara: "auspichiamo l'adozione immediata di provvedimenti di tutela volti ad assicurare il rispetto della normativa vigente e una maggiore attenzione ad una fruizione sostenibile di un'area di pregio ambientale d'interesse collettivo. Stiamo formalmente denunciando l'accaduto alle autorità competenti, e chiediamo l'interruzione immediata dei lavori di pavimentazione, la chiusura delle aree doccia nella zona dunale, il divieto all'uso di mezzi pesanti e l'accertamento delle responsabilità di quanto accaduto. Non è necessario, per sfruttare la zona turisticamente, distuggere l'ecosistema, la pulizia della spiaggia la si può e la si deve fare a mano, e pavimentare la zona è una follia, oltre che un reato di danno ambientale".
Va aggiunto che la situazione non può dirsi molto più felice per la zona di Capocotta, soggetta a vincoli ancora più restrittivi in quanto parte della Riserva Statale del Litorale Romano. Dichiara ancora David Procacci: "A quanto ha segnalato opportunamente nei giorni scorsi alla stampa locale il presidente dell'Uni Paolo Guerra, va aggiunto che le leggere e temporanee infrastrutture consentite ai gestori sono in continuo ed abusivo allargamento, con danni consistenti al sistema dunale ed alla vegetazione retrostante. Inoltre, riguardo alla progressiva erosione del litorale nel tratto tra il secondo e il terzo chiosco, qualcuno ha creduto sconsideratamente di poterla "tamponare" con residui edilizi che sono stati portati in loco di recente".

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