Carlo Forin
ANATI e l'incontro interdisciplinare, una riflessione sulla linguistica come ideologia «ariana».

La riflessione di E. Anati, sulla necessità di un incontro interdisciplinare per lo studio della cultura preistorica che veda convergere tecnologia e cultura umanistica, è vera fino all'evidenza di un paradosso: la disarticolazione settoriale degli studi specialistici è diventata parossistica sulla lingua, che dovrebbe essere il medium comunicativo per eccellenza. Questa è, almeno, la convinzione che abbiamo noi moderni, che crediamo di regnare su quel 1% della cultura umana globale. La lingua è ancora annodata in un groppo gordiano che ci impedisce di collegare l'Est e l'Ovest.
La Linguistica Storica non comunica. Giovanni Semerano ha scritto il suo «Le origini della cultura europea» nel 1984, ed è ancora ignorato! Ha dedicato la vita, fino ai novant'anni attuali (ed io tengo fermo il conto a 90), in biblioteca, a falsificare un mondo astruso, un labirinto costruito dall'immaginazione ariana, fatto di complicatissime costruzioni mentali che, senza possibilità di smentita (come si fa a falsificare senza una registrazione sonora delle fonti?) ci dicono come parlavano nella Protostoria, ha creato un prato verde meraviglioso e...
E quasi nessuno lo riconosce ancora, dopo 18 anni! Sento lo studentello dell'Università Padova che ne parla con aria di superiorità come di uno superato, perché così gli hanno detto i suoi insegnanti! Ma cosa continuano ad insegnargli?
La Linguistica Storica nasce con Semerano. Ci dice una cosa semplice semplice: gli scritti del passato sono i documenti su cui dobbiamo basare. Ad Ebla hanno trovato (1975) i primi dizionari che risalgono al 2500 a.C.? (1) Questi sono la nuova base della grammatica, da ricostruire oggi! Non esiste la grammatica «fuori dal tempo» che inquadra tutte le lingue esistite. Esiste la grammatica che costruisce la logica sulla base complessiva che la cultura storica le dà. Il fatto, documentato dai Saturnalia di Macrobio (2), che si discutesse di grammatica in modo raffinato nel 400 d.C. non implica che 2000 anni prima la grammatica avesse quelle regole. Cosa possiamo fare? Leggere, leggere, leggere le fonti storiche.. .e poi confrontare le parole lette, capirne il significato, confrontare parole scritte e significati (si vedrà che siamo in equivoco anche su una bazzeccola come il concetto di infinito: «L'Infinito, un equivoco millenario», 2001 Bruno Mondadori, Milano). Si vedranno, in questo modo, le radici comuni. Poi possiamo guardare alla Storia. La Storia (che esiste da 5000 anni) ci attesta che nel 2350-2150 ci fu il primo impero che diffuse la lingua accadica come lingua internazionale? Ecco una base comune! Ecco la torre di BAB IL, la porta -BAB- di EN LIL, il dio sovrano degli Accadi. Per questa porta passarono i popoli «indoeuropei»(ribattezzabili indaeuropei -indo/accado/europei)!
La Teonomasiologia, lo studio comparativo dei nomi degli dèi, che sostituisce il non-metodo di Dumezil, è un'altra stampella da usare nel viaggio storico. Gli dèi non erano idoletti, graziosi oggettini da osservare con divertita curiosità «etnica». Gli dèi erano costruzioni culturali articolatissime pervasive di ogni aspetto, lingua compresa e prima di tutto. Confrontiamo nomi degli dèi e le parole di culto e rintracceremo gli «itinera», i cammini antichi della luce, lungo i quali si svolsero le migrazioni.
La Paleontologia può ancora irridere la Linguistica Storica (mostrando che lei ha risultati scientificamente fondati, mentre la Linguistica è nei pasticci), perché ha potuto saltare il nodo di Gordio, mentre la linguistica non vuol scioglierlo.
Perché? E questa, lo dico da sociologo (3), è la più grossa! Perché la linguistica viene guidata dall'ideologia! E' inutile fare lunghi giri di parole, suggerire, dire e non dire: l'ideologia è non solo quell'aggeggio -uomo di Neardathal- che continua a guidare (col suo peso del 99%), dal sellino posteriore, l'uomo moderno che guida la motocicletta sulle strade della politica. Lo guida anche sulle strade della scienza! Penso a Kuhn (4), non solo, ovviamente, alle «scienze» storiche. Ma limitiamoci pure a queste! Sostengo che Pallottino continua a guidare gli Etruscologi, che, «processionarie del pino», sono autoctonisti perché 60 anni fa la razza italica era vista come «pura».
E questa è l¹invettiva minore! Gli autoctonisti sono cloni degli ideologhi indoeuropei del nord-Europa (5), che hanno costruito i fantasmi di lingua e di cultura per mascherare le pelli grezze dei loro antenati, di 2000 anni fa i cosiddetti Celti (i NAM LU GAL LU) (6) (7) (8).
Jean Haudry (Gli indoeuropei, 1999 Ar, Padova) è arrivato a dire: «Per cominciare, l'esistenza degli Indoeuropei non è un dato di fatto, ma un'ipotesi di secondo grado.»! (p.18) Ma per favore,  limitiamoci a provare le ipotesi di primo grado!
Carthago delenda! Falsificatemi l'ipotesi di 1° grado -le nostre origini sono queste-:
Yazilikaya:
http://www.atamanhotel.com/whc/hattusa-yazilikaya-relief.html

(1) "Ma è anche vero che i tempi non erano maturi; ancora le scoperte dei documenti in cuneiforme non avevano riempite biblioteche così ricche, paragonabili a quelle dei testi greci e latini, non era stata scoperta Ebla. In un ambito più vasto dell'indoeuropeo, il sistema di riferimento da noi scelto è l'accadico, lingua di antichissima tradizione scritta; e ad esso spesso si associa il sumero e ovviamente l'antico egizio, l'ugaritico, l'aramaico, l'ebraico, l'arabo. L'indoeuropeo è sotto in questa compagine". Giovanni SEMERANO, Le origini della cultura europea, 1984 Olschki, Firenze, p. 59.
(2) Teodosio Macrobio, Saturnalia, 1967 UTET, Torino.
(3) Che, nel benedire il nuovo nome di Sociologia della Protostoria, riconosce a Francesco ALBERONI, Statu Nascenti, 1968 Il Mulino, Bologna, un contributo sociologico importante allo studio dei processi collettivi.
(4) Thomas S.KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1999 Einaudi, Torino.
(5) M.BERNAL, Atena nera, 1997 ed.EST, Milano.
(6)
http://users.nurgle.net/~slayer/religion/dictionary.shtml
(7) "Ma l'inconveniente minore della loro [dei Celti] storia è che essi hanno omesso di scriverla."
E. LE ROUX-C.J.GUYONVARC'H, La civiltà celtica, 1987 Ar, Padova.
(8) Nota irregolare, di chi è stufo di leggere e tacere su cose come questa. I Celtologhi hanno scritto tanto per coprire l'omissione dei loro antenati. Hanno creato un fantamondo di replicanti dove loro dettano le regole agli scrittori antichi (questo ha autorizzato i nostri cloni ad irridere anche il Padre della Storia, Erodoto). Lucano? Ma era un idiota! Parola di chi? Di Margarete RIEMSCHNEIDER, La religione dei Celti, 1997 Rusconi, Milano.

 

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