Sin dall'antichità la Sardegna era dotata di grandi quantità di piante spontanee, favorite nella crescita dalla presenze di numerosi corsi d'acqua e da una miriade di stagni, lagune e paludi che accoglievano l'acqua piovana dall'autunno alla primavera e che poi d'estate si prosciugavano e si ricoprivano di una fitta vegetazione: tutta una provvidenziale materia prima, a disposizione di tutti, ideale per i lavori d'intreccio e per la confezione di ogni tipo di contenitori rustici.
La pratica dell'intreccio fu una delle principali attività del popolo sardo sin dalla preistoria, sia per la facilità di reperimento dei materiali, sia per lo scarso impegno tecnico, inoltre questo tipo di artigianato rudimentale non richiede né complicati arnesi, né laboratori attrezzati.
L'arte popolare dell'intreccio è sorta per il fabbisogno familiare, canestri, panieri, sporte, fiscelle e crivelli; ed anche per le immediate necessità, di improvvisare lacci, corde, gabbie, trappole stuoie e graticci.
La cestineria nelle sue molteplici forme per i diversi usi domestici, man mano che crescevano le esigenze - pratiche ed estetiche - hanno costituito assieme il primo arredo domestico.
A Sennori la principale attività dell'artigianato è la lavorazione dei cestini. Il materiale usato è la palma nana, che prima di essere impiegata viene tagliata ed essicata.
La decorazione è ottenuta con elementi che contrastano con la tonalità giallognola della palma nana, elementi ottenuti con tinte naturali. Il repertorio decorativo è costituito da motivi geometrici stellari intrecciati, da stilizzazioni floreali e faunistici. Purtroppo, la grande domanda e la scomparsa dalla campagna della palma nana, hanno portato ad imbastire il prodotto, giacché alla palma dalla tonalità calda e vibrante è stata sostituita la sorda refe e, recentemente, anche fili di plastica colorata.
pagina realizzata da Francesca Sanna