Le
Opere
------
I Contatti |
 |
 |
 |
------ |
 |
 |
Nata a Genova nel 1941 dove vive e lavora. Ha studiato all'Accademia di
Genova sotto la guida del Prof. Raimondo Sirotti e all'Accademia Raffaello
di Urbino, affiancando all'attività pittorica quella dell'incisione
calcografica ed esperienze rivolte alla scultura In terracotta.
Fa parte dell'Associazione
Incisori Liguri (partecipando a tutte le rassegne promosse
dall'Associazione),
dell'Associazione Incisori Italiani e dell' A.I.E. (Associazione Italiana
Ex Libris).
La
Critica
In un momento come questo di grande
confusione nei linguaggi, dove il fare artistico non sembra più cosciente
delle sue radici storiche, con il risultato di mettere in mostra tanto
ciarpame già visto e riproposto come nuovo da una moltitudine di
sedicenti artisti senza ispirazione e capacità, vale invece la pena di
proporre una riflessione su quegli artisti che fanno una ricerca rigorosa,
partendo dai grandi temi di sempre e apportando contributi personali di
approfondimento e di interpretazione attuale con umiltà consapevole e con
grande passione.
E' il caso di Liliana Bastia che attinge
suggestioni formali nell'estetica del sublime, che iniziata nel
settecento, ha influenzato ben due secoli, connotandosi di romanticismo e
di simbolismo nell'ottocento e alimentando non poche correnti del
novecento.
Le immagini della Bastia richiamano
direttamente i grandi visionari come Heinrich Fussli e William Blake.
La singolarità della visione fantastica e
visionaria dell'esistenza muove le motivazioni profonde dell'artista, che
filtra le sollecitazioni del reale attraverso il fascino dell'ignoto.
Attualmente il percorso della Bastia si muove
verso la costruzione di uno spazio onirico dove le tensioni chiaroscurali
diventano meno laceranti e le figure femminili ed animalesche si muovono
fluidamente a sostenere allegorie, anziché scontri drammatici, simbologie
introspettive anzichè tensioni emotive.
Come
se il furore e la drammaticità delle immagini di qualche arino fa,
venissero sostituite da un fare più consapevolmente razionale, dove la
forma diventa pretesto per attuare una figurazione più libera e
suggestiva.
Si veda per esempio la serie dei tori dove l'animale ha perso
del tutto il significato simbolico ed è divenuto sintesi formale di una
serie di interventi pittorici che prediligono stesure di colore a
sovrapposizione di toni, quasi a creare una composizione astratta.
Anche nel grande disegno blu e nero, la figura di
donna è di nuovo pretesto per una sovrapposizione di colori e toni
materici, che si liberano dalla tensione emotiva sfociando in uno spazio
più fluido, mentre le necessità inconsce che hanno mosso la mano
dell'artista si ritraggono più internamente, più vicine al
"sentire" dell'anima che al "vedere" degli occhi.
Mario Pepe
Dicembre 2000
Sulle sue opere hanno scritto, fra
gli altri:
F.
Ballero, G. Beringheli, M. Bocci,
L. Caprile, M. Chianese, M. Cristaldi,
V. Faggi, D. Ferin, G.B. FrangIni,
G. Grasso Fravega, M.
Lenuzza, M. Levo Rosenberg, E. Marasco,
G. Scorza, V. Zanolla.
Referenze
bibliografiche
|