68° Circolo | IMS Caetani | SMS Fabrizio de André |
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Dalla Scuola Elementare Statale V. H. GIROLAMI di Roma (68°
circolo)
suggerimenti di
Angela
Cari cuochi della mensa,
Che ne dite di cambiare menù?
Potreste per esempio cucinare una bella lasagna oppure delle patatine fritte con
ketchup.
Perché non eliminate dalla lista dei cibi quelle minestre con quel brodo che
sembra pappa per gatti, oppure perché non eliminate quegli spinaci brodosi?
Vi prego, fatemi vedere una bella lasagna nel piatto, così sarò in grado di
dire: "oggi ho mangiato squisitamente".
Dall’IMS G. CAETANI di Roma – lettera di Valentina Cinti
L’alunna Valentina Cinti che ha rappresentato l’Italia al Parlamento
Mondiale dei Ragazzi a Parigi presso l’UNESCO scrive:
Rappresentare l’Italia al Parlamento Mondiale dei Ragazzi è stata la più grande soddisfazione che io abbia avuto. Ero orgogliosa di ricoprire un ruolo del genere, ma lo sono stata ancora di più quando ho visto che potevo contribuire in modo veramente attivo alla stesura del Manifesto visto che il progetto italiano non era passato inosservato. Nell’ "atelier" francofono per il tema "Educazione" ho cercato il più possibile di modellare il nostro testo in base alle proposte degli altri ragazzi, ma stando bene attenta a salvaguardarne i tratti salienti affinché nel Manifesto definitivo comparissero gli elementi propri del progetto dell’Italia [...omissis]. Sono stata intervistata da molte emittenti nazionali francesi [… omissis] ed ho avuto la possibilità di conoscere ragazzi di cultura diversa dalla mia. Ho avuto con loro momenti di confronto – a volte di scontro – ed altri di divertimento. Devo ammettere che è stato faticoso ma immensamente costruttivo: ogni persona ha dei costumi trasmessigli dalla società nella quale vive, e nel momento in cui si è chiamati a dibattere un argomento quale l’Educazione, queste differenze si fanno più nette, c’è chi parla di potenziare ma anche chi deve impegnarsi ad impiantare quelle stesse strutture. [… omissis].
Lo spirito del manifesto è proprio questo: ragazzi differenti per sesso, religione, lingua e tradizione hanno formulato insieme delle proposte tangibili sottolineando con responsabilità il loro impegno e la loro volontà di costruire un mondo nuovo all’insegna della Pace a partire dal nuovo millennio.
SMS F. de André la parola a GIULIA ADRIANI III^C
"L'istruzione é la chiave per vincere la disoccupazione : Cari giovani, se volete prospettive per la vita, studiate!". Questo é stato il messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Ciampi, a noi studenti.
Si é anche rivolto agli stranieri dicendo: "Benvenuti alunni immigrati,
siete una risorsa per il futuro".
Questa é stata la frase che mi ha fatto riflettere e mi sono chiesta "come
possiamo noi ragazzi italiani, rivolti ai nostri compagni immigrati, dire
benvenuti a scuola", quando loro sono costretti tutti i giorni, in ogni
momento, a dover fare i conti con la nostra società, immersa ancora in falsi
pregiudizi e sempre pronta ad "emarginare".
Questo è quello che io penso, e visto che ho nella mia classe, da ben tre anni,
delle compagne di diversa nazionalità temo che anche loro abbiano sofferto!
Ve le presento: Giovanna, Fany, Cinthia e Gisele che considero i
simboli viventi di una cultura multietnica e il futuro di un "mondo a
colori".
Giovanna è filippina, è con me dalla scuola materna ed è una ragazza fantastica molto volenterosa che si divide fra lo studio e la scuola di canto.. ha una voce stupenda.
Fany, di nazionalità zairese, è sempre allegra e abbastanza sicura di sé, si trova molto a suo agio tra noi ed è impossibile non notarla... ha degli occhi neri come il carbone e dei capelli raccolti in tante treccine veramente particolari.
Cinthia, nata in Perù, è con la mia classe solo da due anni, ma è come se la conoscessi da sempre; è un po' timida, ma molto sensibile.
Infine c'è Gisele, nata in Brasile, con un visetto grazioso, con tanta tristezza negli occhi e nel cuore; lei, credo, sia quella che abbia più bisogno d'affetto anche con lei ho un buonissimo rapporto.
Per quanto mi riguarda, loro sono uguali a me, non le considero diverse ma,
sicuramente qualcuna di loro avrà trovato qualche ostacolo in questo difficile
cammino verso l'integrazione; sarà stata costretta dal nostro comportamento a
sentirsi diversa. Perché è questo che ogni giorno un ragazzo straniero rischia
di sentire a causa della nostra crudele "xenofobia"...che parola
difficile e tremenda nel suo significato!!
Ma è proprio ciò che sta avvenendo; non è solo il razzismo che c'è dietro
l'emarginazione, per questi ragazzi, ma pura "xenofobia" cioè paura,
diffidenza e avversione da parte nostra per tutto ciò che è straniero.
Per stabilire un vero rapporto con questi giovani, non è sufficiente ascoltare
le lezioni con loro, mangiare alla stessa mensa o salire gli stessi gradini dei
laboratori scolastici; questo non basta!
E' il contatto che manca, la reale volontà ad accoglierli fra noi. Quello che
io sento è che, malgrado tutto, noi non siamo ancora capaci di farli sentire
parte integrante della nostra società. Questo è da ricercarsi nel quotidiano,
nei messaggi che cogliamo per strada nei luoghi pubblici e soprattutto nei
messaggi lanciati da alcuni adulti.
Quindi voglio rispondere al Presidente, dicendo che sono d'accordo quando
dice che non basta aprire le frontiere ed accettarli come compagni nelle nostre
scuole, ma bisogna sensibilizzare prima di tutto le famiglie, prepararle
all'arrivo di questi ragazzi, perché possano educare i propri figli in tal
senso.
Credo che soprattutto sui banchi di scuola si apprenda che la razza non esiste e
che non è un fattore determinante nello sviluppo di una società il colore
della pelle, ma piuttosto le capacita' personali di ciascuno.
Tutto ciò eviterebbe discriminazioni e situazioni imbarazzanti che ancora oggi
scoraggiano ed abbattono le mie care compagne straniere. Accettarle
significherebbe solo un'inestimabile fonte di arricchimento reciproco che è
alla base di un vero progetto di integrazione.
Per attuare ciò, bisogna mobilitarci tutti, dal più grande al più piccolo
nella società, perché possiamo e dobbiamo fare molto per questi ragazzi,
altrimenti non c'è speranza.
Il mio desiderio è che noi giovani, che rappresentiamo la prima generazione
del 2000, un domani grazie al nostro impegno quotidiano, al nostro lavoro e alla
nostra vita di relazione, possiamo soffocare ed abbattere ogni forma di razzismo
e raggiungere cosi' pienamente una vera integrazione tra i popoli, in un
concreto progetto di pace.
E se un domani mio figlio mi parlerà di un suo compagno di classe di un altro
paese e lo indicherà per il colore della maglietta o del suo zaino e non per il
colore della sua pelle, allora significherà per me, che, sì, abbiamo
pienamente raggiunto il nostro scopo!!
Fanny Botuma e le sue poesie:
"La mia migliore amica" |
"Kamaradi na ngai a motema" |
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La mia migliore amica |
Kamaradi na ngai a motema |
Ha la pelle bianca |
Azali na poso pembe |
Come una perla |
Tasi perl moko |
Nata dal mare. |
Obotami na mai. |
La mia migliore amica |
Kamaradi na ngai a motema |
Ha i capelli corti |
Azali na suki mukie |
Soffici come la neve. |
Pète locola ma neig. |
La mia migliore amica |
Kamaradi na ngai a motema |
Ha gli occhi verdi |
Azali na misu ver |
Come prati in primavera, |
Tasi pas plom |
mi dice sempre "i neri dentro sono uguali ai bianchi". |
Misu nayeA zoye bisangaiMa muindo nakati. |
La mia migliore amica |
Ezali denghemoko a ma pebe |
È perfetta |
Kamaradi na ngai |
Ha il dono dell'amicizia |
A motema azali biè |
Della comprensione |
Azali nakado akamaradi |
Dell'allegria. |
Comprension, ensenguo. |
La mia migliore amica. |
Kamaradi na ngai a motema. |
|
|
Una persona dentro di me |
Nazali mutu moko nakati na ngai |
C’è una persona dentro di me |
Nazali mutu moko nakati na ngai |
Che ha la pelle scura |
Poso buyare |
Come l’ebano |
Tasi mugyndo moko |
I capelli intrecciati |
Suki ekangami |
Come una ghirlanda |
Tasi sudynka |
Gli occhi neri |
Miso muindo |
Come la notte |
Tasi butu |
Le labbra carnose |
Bebo klufinde |
Come la noce |
Tasi kinsamyna |
Il riso allegro |
Loso esengo |
Come una canzone |
Tasi zembo moko |
C’è una persona dentro di me |
Nazali mutu moko nakati na ngai |
Che mi è sempre vicina |
Poto azali taka penbeni a ngai |
Mi guarda, mi osserva |
Italangai, Kulusumai, |
Mi ascolta, |
Nayokakangai, |
Conosce i miei pensieri, |
Glie ayebi makambo |
I momenti più difficili |
Plus piryniso |
Della mia vita |
Di vi na ngai |
C’è una persona dentro di me |
Nazali mutu moko nakati na ngai |
Diversa da tutti, |
Denghe moko a batu te |
Debole e forte, |
Kakinda e makasi, |
Triste ed allegra. |
Zulyrande e sengo |
Questa persona |
Mutu yolo |
È la parte migliore |
Azali isica biè |
Di me. |
Pri ngai. |
|
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Uguali |
Denghemoko |
Un secchio d’acqua |
Kantini moko tondi mai |
E di vino |
E moko di vè |
Sono uguali |
Ezali denghemoko |
La mano di una mamma |
Maboko a mama moko |
E di un bambino |
E a muana moko |
Sono uguali |
Ezali denghemoko |
Il sorriso di un uomo |
Loso a mobali |
E di una donna |
E a muasi moko |
Sono uguali |
Ezali denghemoko |
Anche il nero |
Pè muindo |
Il bianco, il giallo, |
Pembe, jaune, |
Sono uguali? |
Ezali denghemoko? |
La risposta non c’è’? |
Reponds ezali te? |
Tocca il fondo del cuore |
Isimba motema na ngai |
Il dolore di non sapere |
Pasi di koyebate |
IL MONDO CHE VORREI
Io vorrei che la coscienza
non fosse fantascienza
per avere anche quaggiù
tutto il bene di Lassù.
Io vorrei che ogni bambino
possa viver da piccino,
senza armi alla tracolla,
solo penna, carta e colla.
Io vorrei che sulla terra
non ci fosse più la guerra,
non più fame per nessuno,
più rispetto per ognuno.
Io vorrei un mondo di pace,
dove il cannone sempre tace,
dove tutti siano amici
sian contenti e sian felici.
(Lavoro di gruppo della classe IV B - S.E.S. "C. Forlanini" Roma)
I "FIORI"
I prati, l’erba i fiori;
illuminavano tutti i cuori,
ma un giorno l’uomo disse:
-non è meglio distrugger i prati e i fiori
per palazzi nuovi veder fiorir in mezzo ai prati
togliendo così i fiori profumati?
Ma dopo aver distrutto
dissero:-abbiamo sbagliato tutto!
I nostri figli e i loro amici
non saranno più felici!
E in coro gli uomini dissero:
- ecco cosa succede a chi distrugge i fiori;
distrugge anche la felicità che c’è nei cuori! -
UN GRIDO DI SPERANZA
In principio il mondo
era felice e pulito,
poi ci furono gli uomini buoni e malvagi,
l’uomo malvagio distrusse case,alberi.
L’uomo buono volle fermare l’uomo malvagio
ma non ci riuscì.
L’uomo malvagio continuò a distruggere tutto
ciò che DIO AVEVA CREATO.
Quando l’uomo malvagio agiva,distruggendo con odio,
gli uomini buoni gridavano con forza
"Non distruggete ciò che ha creato Dio!"
Ora io spero che l’uomo malvagio smetterà di far guerre
e che tutti vivano in amore e serenità.
VOLA COLOMBA
Vola" colomba", vola
porta la pace in tutto il mondo.
I disastri che fa l’uomo con la guerra
sono tanti come le stelle in cielo.
Distruzioni di città e natura
uomini e animali innocenti
uccisi per la guerra.
Ma la "colomba"ci salverà
e il mondo tornerà come prima.
Lorenzo Colonna - IIIA s.e.s.C.Forlanini
PERCHE'
IL TEATRO A SCUOLA |
Brevi
cenni sulla storia del teatro: alla scoperta delle maschere. Nella
Commedia dell' Arte, una forma di teatro nata in Italia più di quattro
secoli fa, gli attori salivano sul palco improvvisando battute comiche.
Con il passar de del tempo questi personaggi hanno assunto
caratteristiche particolari, ciascuno con un costume e un comportamento
preciso: nascono, così, le maschere. Le
più conosciute sono: |
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Fare
teatro a scuola. Nei
due precedenti anni scolastici abbiamo realizzato due spettacoli
teatrali. n
primo, "Le storie nella storia", raccontava di alcune
grandi civiltà: i primitivi, nell'evento della scoperta dal
fuoco; gli Egizi nella realizzazione delle piramidi; i Greci nella
leggenda di Narciso; i Romani in un momento di riposo all'
interno di un' osteria. il
secondo, "...ti racconto una storia ", rappresentava
sempre eventi storici ma questa volta nell'epoca medievale. I giullari
introducevano le varie ambientazioni dello spettacolo: il mercato, con
i commerci dell'epoca; la corte, con re, regina e cortigiani e
l'investitura di un cavaliere; le segrete di un castello, con le
streghe e Mago Merlino. Abbiamo provato tante e nuove emozioni ma, soprattutto, siamo riusciti a trasmetterle a chi ci è venuto a vedere.
CLASSE V B - Scuola "C. Forlanini" |
La scuola Pistelli del 20° Circolo didattico scrive il suo spot per aiutare i bambini nel mondo
TIC-TAC TIC-TAC il cuore dei ragazzi batte
ancora.
TIC-TAC TIC-TAC non far spegnere la fiamma.
Il nostro spot serve ad aiutare i
bambini del mondo che non vivono bene. Abbiamo realizzato una scenetta con
una bambina povera e gli infermieri dell'Unicef. Il nostro spot parla di
due soldati che si inseguono, poi si sparano a vicenda ed una infermiera
che è disperata perché ha troppi pazienti da curare, perciò chiama l'Unicef
che arriva subito in soccorso.
Il nostro spot serve per la donazione di soldi (e non solo) per i bambini
del mondo che hanno bisogno di aiuto. Io, se potessi, vorrei che i bambini
potessero vivere normalmente e che nei loro paesi non vi fossero così
tante malattie. Al telegiornale qualche volta mi capita di vedere dei
bambini poveri con uno sguardo molto triste. Io darei tutti i giorni tutto
quello che occorre, ma purtroppo non posso.
"Occhio al lupo"!
Ciao! Siamo alcune ragazze della V A e V B della scuola elementare Giorgio
Franceschi.
A noi piace molto leggere e oggi vogliamo consigliarvi un breve romanzo che
abbiamo letto in classe qualche mese fa. Si tratta di "Occhio al lupo"
di Daniel Pennac.
Questo scrittore francese, nato nel 1944, durante la sua felice infanzia viaggiò molto in Africa, in Asia e in Europa ed è rimasto molto interessato alla condizione di vita di tutti gli uomini e animali del mondo, di qualsiasi razza essi siano. Ma veniamo al romanzo:
Un bambino di nome Africa va allo zoo e si ferma affascinato e incuriosito davanti alla gabbia di un lupo. Il ragazzo rimane a fissarlo per notti e giorni nell'unico occhio aperto, perché l'altro è chiuso da una brutta cicatrice. Ma il lupo non ama essere osservato finché, dalla rabbia, una lacrima gli scivola giù da un occhio. Il ragazzo comprende di averlo messo a disagio, così compie un gesto di solidarietà che farà nascere una profonda amicizia fra i due. Lupo Azzurro e Africa (questi sono i nomi dei protagonisti) rimangono a fissarsi e in tal modo si trasmettono i ricordi del passato, si narrano senza dire una parola le loro vicende anche tristi e così facendo ci portano in viaggio in tanti paesi diversi.