Una grande città come Roma aveva grandi monumenti, i cui resti sono visibili anche oggi; con la maestra Anna abbiamo fatto una bella passeggiata al Campidoglio e nell'area dei Fori Imperiali per renderci conto della grandezza degli edifici romani. Abbiamo scattato foto e preso appunti, in modo da realizzare questa sezione del nostro lavoro e, in classe, abbiamo costruito un plastico con alcuni dei monumenti studiati: un tempio classico, una domus, un acquedotto e un accampamento militare. Ecco qui l'area del Foro Romano (veduta attuale e ricostruzione, dal sito internet del Comune di Roma), una grande piazza in cui si svolgevano varie attività: amministrazione della giustizia (nelle basiliche), discorsi dei politici (nella curia e nel "comitium"), cerimonie religiose (nei numerosi templi dedicati a tante divinità) e…anche giochi!
Il "Comitium", da dove gli oratori facevano discorsi alla folla, è in primo piano; sulla destra invece c'è il Tempio di Saturno, nel cui basamento c'era l'ERARIUM, cioè il tesoro di Stato. Il tempio romano riprendeva le forme di quello greco, a cui i romani avevano aggiunto un podio con una scalinata; le sue colonne erano di tre "ordini": DORICO , IONICO E CORINZIO . Qui sotto, un'immagine dei tre stili.
Il Colosseo è decorato da colonne dei tre ordini: uno per ognuno dei suoi piani.
Anche le DOMUS, abitazioni dei ricchi romani, erano molto decorate: soprattutto all'interno, con affreschi e mosaici. Le domus riscoperte negli scavi di Pompei hanno affreschi ancora perfettamente conservati: i colori erano ricavati da sostanze minerali, vegetali ed animali combinate tra loro.
Il peristilium della "Casa dei Vettii" (qui a lato), a Pompei, è totalmente decorato con affreschi in ottimo stato di conservazione. Le fontane sono state rimesse in funzione e nel giardino ci sono piante e fiori, tanto che la casa romana sembra avere ancora la sua vita!
Tra le rovine dell'antica Roma sono evidenti lunghi tratti di acquedotti, anche ben conservati. Lungo la Via Appia si trovano tanti resti di queste importanti costruzioni. Per rifornire d'acqua la città di Roma, si costruirono grandi acquedotti che portavano l'acqua dai fiumi fino alla città. L'acqua era incanalata, seguendo un percorso in leggera pendenza e sfruttando la forza di gravità, in condotte sotterranee e su ponti ad arcate sovrapposte che attraversavano le vallate. Una volta in città, veniva trasportata con tubi di piombo direttamente alle terme, alle fontane e alle case dei ricchi. A Roma c'erano undici acquedotti e il più lungo, quello dell'AQUA MARCIA, raggiungeva i 90 km!
Qui accanto abbiamo rappresentato lo schema di funzionamento di un acquedotto: l'acqua, raccolta da una sorgente, veniva incanalata in tubi che la portavano alle cisterne da cui partiva poi la distribuzione.
Qui a destra, un tratto del ponte-acquedotto che i romani avevano costruito sul fiume Gard, in Francia. Le arcate sovrapposte permettevano di superare le valli e seguire, per quanto possibile, un percorso in linea retta.
I romani costruirono grandi strade per collegare tra loro tutte le parti dell'Impero; erano comode e larghe tanto da dover permettere il passaggio di due carri uno accanto all'altro. Per costruirle bisognava seguire una tecnica precisa: si sceglieva sempre il percorso rettilineo, che era il più breve, poi si procedeva allo scavo del terreno; si riempiva la fossa con degli STRATI (la parola latina STRATA significa proprio "gli strati") di vario materiale (pietre, sabbia, cemento…) e, alla fine, si poneva l'ultimo livello, costituito da pietre lisce e larghe di basalto, una pietra vulcanica. I soldati romani erano abili costruttori di strade: ne avevano necessità perché così potevano spostarsi più rapidamente da un accampamento all'altro, oppure potevano raggiungere in breve tempo ogni parte dell'Impero, in caso di rivolte. Molte strade romane sono attive anche oggi: la Via Appia, la Via Aurelia, la Via Salaria…Tutte prendono il loro nome o dalla zona geografica che attraversano, o dallo scopo a cui servivano (la Via Salaria, ad esempio, collegava Roma con le saline dell'Adriatico), o dai consoli che ne avevano deciso la costruzione.
Qui accanto: soldati romani costruiscono una strada; l'uomo sulla sinistra manovra la groma, uno strumento che serviva ad indicare una linea retta secondo la quale bisognava scavare.
I Romani impararono dai greci questa tecnica per decorare pareti e pavimenti. I mosaici erano composti da migliaia di tessere (OPUS MUSIVUM) con cui si creavano motivi di ogni genere! Il lavoro era eseguito da tre artisti: il PICTOR IMAGINARIUS, che creava il disegno; il PICTOR PARIETARIUS, che lo riportava sul pavimento; il PICTOR MUSIVARUM, che collocava le tessere. Osserva i tre artisti all'opera nel disegno qui accanto!
A sinistra: i mosaici a tessere bianche e nere nella zona dei "navicularia" (armatori) del porto di Ostia Antica.