...............E fu cosi' che il brutto anatroccolo, dopo essere stato deriso, picchiato, umiliato e offeso, cacciato da tutti, odiato, e rifiutato persino dalla sua stessa madre a causa della sua bruttezza, si ritrovo' a meditare tristemente sulle sue disgrazie sulle limpide acque di uno stagno.
E fu proprio, mentre stava mestamente pensando con gli occhi umidi di lacrime che piuttosto che vivere cosi' sarebbe stato meglio non essere mai nato, che vide i cigni.
Nobili e regali, nella loro candida bellezza quasi accecante, solcavano lenti e maestosi le immobili acque dello stagno, fieri e superbi.
Affascinato da quella magica ed eterea apparizione il brutto anatroccolo ristette qualche secondo, prima che la paura dovuta all'esperienze precedenti, prendesse il sopravvento sull'incanto di quella visione.
Terrorizzato allora, si guardo' intorno alla ricerca di un riparo dove nascondersi prima di ricevere nuovi insulti ed altre umiliazioni, ma prima di poterlo fare, si senti' chiamare proprio da quello che era il piu' bello ed il piu' grande di quei magnifici uccelli.
Sempre piu' spaventato, chiuse gli occhi e chino' la testa, preparandosi a ricevere un'altra dose di derisione nel migliore dei casi, se non addirittura gli insulti e le percosse abituali. Ma questo non avvenne. Il brutto anatroccolo incredulo, si stupi' di sentire il Grande Cigno che lo invitava a unirsi a loro, e pure con un'ombra ancora di antica diffidenza, si avvicino' ai grandi e bianchi uccelli, che lo invitavano a narrare la sua storia.
Dopo avere ascoltato con molta attenzione, il Grande Cigno gli parlo' dicendo: " Che tu sia veramente molto brutto, non vi e'il minimo dubbio. Se potessi guardarti in uno specchio lo vedresti tu stesso. Sarebbe inutile negarlo e consolarti con false e belle parole. Prima o poi troveresti qualcuno che con feroce crudelta' te lo ricorderebbe.
Devi fartene una ragione e accettarti tu per primo, per quello che sei. Purtroppo non c'e' nulla da fare, brutto sei e brutto resterai. Questa non e' una fiaba, dove fate compiacenti migliorano l'aspetto di rospi e di ranocchi trasformandoli in principi vestiti di broccati.E nemmeno una di quelle favole dove grazie all'amore si sciolgono incantesimi che mutano le bestie in aitanti giovanotti. E non parliamo poi, di altre stupide storielle i cui protagonisti finendo nel posto sbagliato non vengono accettati, dalla comunita', e poi tornando tra i propri simili, riacquistano dignita' e gaiezza."
"Quelle sono tutte storie!" continuo' il Grande Cigno con una indignata esclamazione.Poi prosegui' con tono piu' pacato, piu' calmo, e piu'solenne: " Ognuno nasce a modo suo, tu sei nato brutto, ma avrai senz'altro altre qualita' che forse neanche tu sai di possedere, perche' nessuno ti ha concesso la possibilita' di esprimerle. La bellezza del corpo e' caduca, quella interiore e' eterna, poiche' la si puo' tramandare con il buon esempio, e col comportamento. Il tuo problema non e' tanto la bruttezza, quanto l'aver incontrato persone un po' immature, e situazioni sfortunate. Noi invece, e non mi riferisco soltanto a noi cigni, ma a centinaia di migliaia di altri esseri viventi, valutiamo e consideriamo gli altri non in base al loro aspetto fisico, oppure a cio' che possiedono, ma per quello che sono, e per essere, non intendo certo dire esteriormente.Per noi contano le qualita' morali e intellettuali di chi ci sta vicino: la bonta', l'onesta', l'essere disponibili, non essere nocivi al nostro prossimo con basse invidie e con malvagita', superando quelle che purtroppo molti si ostinano a considerare ostacoli: le differenze!"
"Per questo ti invitiamo a unirti a noi" disse ancora lo stupendo uccello avviandosi alla conclusione del suo discorso: " a giocare con noi, a imparare con noi, poiche' c'e' sempre nella vita qualcos'altro da imparare. A vivere con noi. Incontrerai e conoscerai altri esseri viventi, di ogni colore, e di ogni dimensione, con abitudini, usanze, modi di fare,e atteggiamenti, tutti completamente diversi tra di loro, ma tutti uguali nel credere nei grandi valori della solidarieta', dell'amicizia, e dell'uguaglianza nella diversita'."
Il brutto anatroccolo abbasso' la testa commosso da quelle parole. Le acque dello stagno rimandarono la sua immagine e si vide: spelacchiato e incolore, il collo storto, mezzo guercio, un becco enorme e sgraziato, due alette corte, inutili, e grigiastre.
Risollevo' la testa con un piccolo sorriso, si uni' ai grandi bianchi cigni, che placidi e solenni, cominciavano lenti ad allontanarsi, e di colpo, si senti' bellissimo.
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