Così, proprio alla vigilia degli Stati Generali, era stata convocata la seduta plenaria della nostra consulta. In questa sede, il presidente ha dichiarato che era sua intenzione sfruttare la possibilità che aveva di accedere al Palazzo dei Congressi per portarvi i documenti che le scuole della provincia di Roma avevano e avrebbero preparato. Molti rappresentanti gli hanno così consegnato i documenti di critica e analisi della proposta di riforma della scuola preparati nei loro istituti. Il presidente ha poi dichiarato che, dopo aver esplicitamente deposto le vesti di rappresentante della consulta, avrebbe utilizzato il tempo a sua disposizione per parlare a titolo personale. E' in questo modo che si è poi effettivamente comportato, arrivando, addirittura, a titolo personale, a salire sulla sua sedia in segno di protesta (ricordate quel ragazzo allontanato con la "forza" dal palazzo dei congressi?) Questa linea di condotta è stata determinata dall'obiettiva impossibilità di trovare un accordo comune a tutta la consulta, composta, come ogni organo democratico, da persone con diverse opinioni: basti pensare che eravamo in fortissimo disaccordo anche su temi come quello delle agevolazioni alle scuole private, o sulla quantità di ore da passare a scuola. |