Giulia Ciccotti
Liceo Scentifico Statale Enriques di Roma
Anno Scolastico 2001/2002
Nel 2002 ancora ci sono schiavi
È inaudito, si dice che il terzo millennio sia l'epoca della tecnologia e del progresso e invece in molte parti del mondo si verificano ancora casi di schiavitù…nemmeno fossimo nel 1000!!!
Un esempio lo si ha in Brasile,precisamente nella località di XINGUARA, in Amazzonia ,dove migliaia di uomini vengono adescati per fornire manodopera e si ritrovano risucchiati nel circolo della schiavitù… che diviene poi un vero e proprio circolo vizioso, senza via d'uscita.
Poveri e ingenui contadini che, allettati dalle promesse offerte dai reclutatori di manodopera (vitto e alloggio gratuito, lavoro fisso con una buona paga) accettano e con una stretta di mano suggellano l'accordo, che decreta la loro rovina.
Non appena salgono sui camion, sono condotti nei boschi o nei pascoli sotto controllo armato e impossibilitati a lasciare il lavoro.
Il governo brasiliano ha ammesso come il fenomeno della schiavitù sia tutt'ora ampiamente diffuso, nonostante sette anni fa siano stati varati diversi provvedimenti contro ogni forma di schiavismo. Triste realtà, questa, che ci lascia ammutoliti…
E' mai possibile -mi chiedo- che ai nostri tempi dove il progresso tecnologico la fa da padrone, si debbano ancora sentire casi di schiavitù? E' un fenomeno che mi lascia esterrefatta e atterrita allo stesso tempo…Possibile che il governo brasiliano non riesca a far valere i diritti del uomo e del cittadino?
Ed ancora, è mai possibile che nel 2002 un'organizzazione attiva ed efficiente come l' Onu non riesca a prendere dei severi provvedimenti contro chiunque diffonda questa forma di barbarie quale è lo schiavismo?
Sicuramente le cause di quest'ampia diffusione del fenomeno della schiavitù sono da ricercare in più campi; uno su tutti la crescente consapevolezza che lo sfruttamento della foresta amazzonica renda guadagni…e pure parecchi.
Infatti ad ovest della più famosa foresta pluviale del Sud America si può facilmente far fortuna decimando la foresta in modo da ricavarne mogano e altri legni pregiati.
L'unica associazione che sta tentando di sensibilizzare l'opinione pubblica è GREENPEACE che ha stilato un elenco di almeno un centinaio di società che si ritiene operino illegalmente nell'abbattere alberi per far fronte all'elevata richiesta dei fabbricanti di mobili americani essendo gli Usa i maggiori importatori di mogano brasiliano.
E mi vien quasi da ridere, ma è un riso amaro, pensando che una nazione così progressista ed importante non riesca concretamente ad intervenire per bloccare o quanto meno rallentare una situazione così precaria quale quella di Xinguara in Brasile dove due problematiche si intersecano tra di loro: il fenomeno della schiavitù e il fenomeno ad essa connesso, della deforestazione illegale della foresta pluviale brasiliana. Ed è dello stesso parere il direttore del ministero del lavoro nell'unità mobile speciale anti-schiavitù, Claudio Sacchin che in un intervista rilasciata al quotidiano "La Repubblica" sostiene come il lavoro degli schiavi e il loro conseguente sfruttamento sia direttamente collegato al problema della deforestazione.
E gli scienziati avvertono: "In 50 anni le foreste rischiano di sparire"
E continuiamo ipocriti a credere in un mondo quasi perfetto, invaso dal progresso e bombardato dalle notizie dei Mass-media… ma l'amara realtà è ben altro!!!
Utilizziamo allora la forza di persuasione che hanno i Mass-Media sui cittadini di tutto il mondo, e sfruttiamola per diffondere la triste realtà: ormai per trovare il mogano si deve sorvolare più di una volta la foresta amazzonica, decimata e spoglia in molte zone come un campo di calcio!
Secondo la BBC si prospetta negli anni a seguire uno scenario a dir poco apocalittico:
il tasso di deforestazione dell'Amazzonia potrebbe superare il 40% entro il 2020 e tutte le restanti foreste sopravvissute potrebbero venir spazzate definitivamente in 50 anni! " E' allarme, è la fine del mondo, è una catastrofe!" annuncia Sergio Baffoni responsabile della campagna foreste che ha portato Greenpeace a bloccare in tutta Europa le navi che trasportavano legno illegale, e continua sullo stesso tono allarmato
"Stiamo bucando i due grandi polmoni verdi del mondo, e quel che è più sconcertante
è che siamo gli unici responsabili di questa imminente apocalisse! "E poi prosegue ancora, facendo una stima di quel che sono stati finora i danni in tutto il mondo
"Dal 1970 ad oggi l'Amazzonia ha perso circa 55 milioni di ettari e la Russia ci è andata vicina, basti pensare che ogni anno circa 15 mila ettari di conifere spariscono,
e più a est in Siberia a causa di questo massiccio disboscamento a rimetterci è la tigre siberiana, (ci sono più esemplari in cattività, negli zoo, che in libertà); il cervo muschiato e l'orso dell'Himalaya. Segue il preoccupante dato dell'Africa dove il tasso di deforestazione ha raggiunto lo 0.8 % l'anno, mentre in Europa vengono distrutti ogni anno circa 15.000 ettari di foresta. "Eppure" prosegue Baffoni "è possibile ricavare profitto dalle foreste senza sacrificarle. Infatti, come in Sud America hanno dimostrato i seringueiros (indios), si potrebbe ricavare prodotti utili senza compromettere l'equilibrio delle foreste, salvaguardandole.
Un dato positivo si è evinto nel Nord America, dove, dopo la battaglia degli ambientalisti per difendere le foreste della Colombia Britannica, è stato raggiunto
un accordo con il governo canadese. Infatti, il Canada, che conserva più di 400 milioni di ettari di foreste, mantiene un'industria forestale che dà lavoro a 200 mila persone e si è impegnato a certificare entro il 2006 il 90 % del legno prodotto.
Un recente sondaggio condotto dalla "Pastoral Land Commission" della Chiesa cattolica ha calcolato ben 25.000 schiavi costretti hai lavori forzati, e basti pensare al fatto che solo dieci anni fa erano meno di 5.000 per rendersi conto della gravità del problema. Concludendo il mio articolo vorrei sensibilizzare i lettori e far sì che nelle persone aumenti la consapevolezza dello "Schifo" che vi è talvolta nel mondo, e che non è tutto oro quel che luccica.
Con quest'ultima frase proverbiale, rivolgo un appello: quando passate entusiasti una mano sul vostro tavolo di mogano brasiliano domandatevi da dove e in che modo è stato realizzato e soprattutto pensate che probabilmente quel materiale è frutto di un ingiustizia sociale -LO SCHIAVISMO- che purtroppo ancora esiste e si propaga, almeno finché non si provvederà seriamente a debellarlo.
Riporto ora qui di seguito 5 esempi di approccio al problema della deforestazione;
esempi sia positivi che negativi:
La foresta di PianoVeggio in Trentino, è l'unica che grazie ai rimboschimenti si è conservata inalterata essendo considerata MONUMENTO ALL'ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE (da ciò si nota come IL RIMBOSCHIMENTO rappresenti un'ottima soluzione)
IL METODO DEI SERINGUEIROS: metodo praticato da questi Indios, che consiste nel sfruttare la foresta utilizzando in maniera non distruttiva l'albero della gomma.Metodo ovviamente spalleggiato dai sindacati Sudamericani e dagli ambientalisti (Greenpeace su tutti)
IL BUSINESS DEL MOGANO, che essendo uno dei materiali più rari e pregiati sul mercato raggiunge costi esorbitanti e inoltre per prendere un solo albero si è costretti ad aprire con le ruspe chilometri di foresta vergine
IL TAGLIO RAMIN, un legno che può essere tagliato in lamine sottilissime e che per venire recuperato comporta la devastazione delle foreste in Indonesia habitat dell'Orangutan (specie in via d'estinzione).
HAMBURGER CONNECTION,fenomeno diffuso nel Sud America,dove per avere buoni pascoli si tagliano alberi, ma ciò comporta l'immediato inaridimento del terreno, in quanto esso risulta privato della protezione arborea.
Tratto da "Federigo", il giornale degli studenti del L.S.S. Enriques
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