a cura delle classi 4F, 4D, 4I, 4L e la 1A in visita al parco la tenuta del Presidente della Repubblica
A pochi chilometri da Roma c'è una splendida oasi naturale che pochi conoscono e che rappresenta un esempio naturalistico unico in Italia. Si tratta di 6000 ettari, per l'85% ricoperti di boschi e per il resto di pascoli. Già in epoca romana la zona - allora appartenente alla gente Porzia e più vicina al mare, era popolata da numerose ville (tra cui quella di Plinio) ed era collegata a Roma dalla via Ostiense e dalla via Laurentina. Dopo la caduta dell'impero romano, i campi coltivati furono abbandonati e si formò una selva immensa, percorsa da grandi mandrie di animali selvatici. I boschi erano proprietà prima del Monastero di S. Saba (8° sec.), poi dell'abbazia di S. Paolo e dell'Ospedale S. Spirito. Racconta il cronista Roger Oveden che il re inglese Riccardo I° Cuor di Leone, approdato nel 1190 ad Ostia sulla via della III crociata per salutare il papa, volle visitare la grande foresta in riva al mare e rimase sbalordito dalla grande quantità di "cervi, caprioli e daini" che vi viveva. Le incursioni dei Saraceni infersero un duro colpo a queste terre che furono completamente abbandonate perché insicure: l'ultima scorreria risale al 1588, quando i pirati rapirono nei dintorni di Ostia un centinaio di persone. Negli stessi anni (1568) la tenuta di Castelporziano fu acquistata dalla famiglia fiorentina dei baroni Del Nero; da un catasto del 1783 la tenuta risulta di 4000 ettari, di cui 2800 a foresta o macchia, 1052 di pascolo e 148 coltivati. Nel 1823 Castelporziano fu venduta ai conti Grazioli e nel 1872, dopo la presa di Porta Pia, il ministro delle Finanze Quintino Sella l'acquistò per offrire a Vittorio Emanuele 2°, re d'Italia con l'hobby della caccia, una residenza con un parco simile a quelle dei Savoia in Piemonte. La tenuta non portò fortuna al re "Galantuomo", che nel 1878 morì a causa di una polmonite che si era presa dopo una battuta di caccia a Castelporziano. E' rimasta famosa la battuta dell'11 gennaio 1898 quando i cacciatori, guidati dal re Umberto 1° fecero strage di cinghiali: 90 in un solo giorno! Durante la repubblica fu terribile per la tenuta la presidenza Saragat, con 3.225 cinghiali e daini uccisi in sette anni. Il presidente Pertini vi vietò la caccia e finalmente, dal 2000, la tenuta è un parco naturale. Tratto dal giornale on-line dell'istituto pubblicato sul sito internet www.lafragola.it |