Valeria Catalano Ciò che maggiormente caratterizza la nostra era è la nascita dei media come potenti strumenti di informazione. Ognuno di noi ha la possibilità di sapere quello che accade dall'altra parte del pianeta, di soddisfare la propria curiosità magari sapendo qual è l' "ultima fiamma" del proprio vip, o di ricevere qualsiasi altro tipo di informazioni, semplicemente accendendo la televisione, la radio o leggendo una rivista. Grazie alle notizie filtrate da uno schermo, ognuno può formare la propria coscienza, il proprio giudizio e sentirsi un po' più completo. Aldilà delle pubblicità che ci impongono degli status, o dei cattivi messaggi che spesso vengono inviati, c'è molto da apprendere, specialmente per chi è costretto a non vivere direttamente il mondo o per chi non si accontenta di ciò che già conosce. Spesso però non si pensa a coloro che si sacrificano e offrono la loro esistenza con tanta passione e dedizione, per un compito così nobile: l'informazione. I giornalisti che vengono messi a tacere perché sanno troppo sono tanti, come quelli che rimangono coinvolti tragicamente in una guerra che neanche gli appartiene. Costoro sono persone qualunque, spesso un po' invadenti e per questo attaccate, ostacolate e malgiudicate, malgrado facciano un mestiere onesto, per cui hanno studiato e sofferto, mestiere tanto amato quanto odiato, o forse semplicemente non capito. Annotano sul loro blocco ogni evento, fatto e notizia di cui vengono a conoscenza girando per il mondo, magari anche con la speranza di poterlo cambiare. Sono sempre loro a partire con i nostri soldati, a recarsi in posti certamente non di villeggiatura, lasciando a casa la propria famiglia, la propria gente e le proprie sicurezze, a volte con la consapevolezza che potrebbero non ritornarvi. Chi ha mai sognato di morire in una terra straniera , da solo, o di portare i propri figli in giro per il mondo privandoli di un posto che possano chiamare casa o ancora di lavorare per anni con passione ed impegno per tutti senza che nessuno riconosca gli sforzi compiuti? Nessuno credo. Ma questo è ciò che comporta il mestiere di giornalista ed è ciò che rende persone comuni degli eroi. La storia è fatta non solo di condottieri, politici e re, ma anche di gente che con il proprio pensiero e servizio in favore di tutti, ha saputo cambiare un'epoca. In un articolo risalente al 20/11/01, Igor Man ha parlato di alcuni giornalisti definendoli "soldati con la biro". In quel periodo, infatti, Maria Grazia Cutuli del "Corriere della Sera" , era stata uccisa insieme ad altri colleghi non italiani in Afghanistan. Carta e penna erano le uniche armi che possedevano, la loro unica difesa era il coraggio, il loro unico obiettivo l'informazione, ma i loro meriti sono tanti, come quelli di tanti altri reporters, anche se non riconosciuti. La morte ci rende tutti uguali e durante la guerra non importa se una vittima abbia un nome anziché un altro, ciò che veramente conta è non dimenticare chi lotta, soffre e muore perché tutti possano sapere e perché i nostri diritti vengano rispettati. Tratto dal giornale on-line dell'istituto pubblicato sul sito internet www.lafragola.it |