Gianbattista Tedeschi  ci riferisce delle fornaci e dei frantoi presenti a Carife prima degli anni cinquanta, la sua descrizione è fatta con la soddisfazione di essere stato presente nei momenti buoni che ha vissuto la nostra comunità in passato.


 Le fornaci di Carife producevano mattoni quadri e mattonazzi, tegole (ermc’), calce viva, ( f’sin’, cic’ r’, pignat’, quartar’, ciot’ l’, ‘r cciul’, ‘carraf’), piatti, zuppiere ecc. Ve ne erano molte e quelle che io ricordo erano:

La fornace  (‘r Streg’) in contrada Serritella, a scendere c’era poi quella di Dionigi Capobianco che fece pure il Podestà negli anni ’40, seguiva quella (r cucuzziedd’) in contrada Toppola e poi vi era un’altra fornace giù all’Ufita nei pressi della strada che porta a Serra di Marco di cui non ne ricordo la proprietà. Altra fornace era in contrada Uliveto e poi un’altra di fronte a (mont’ Prucch’), . In via Sant’anna vi erano quattro fornaci, tutte vicine fra loro, alcune erano dei Clemente ed una di (Zu’ Luic’ r’ lu pignatar’). In via San marco vi era quella quella di Clemente. Al Piano dei Cavalieri vi era un’altra fornace e in via Dott. Stefano Melina (già via Sant’Angelo) ve ne era un’altra di (‘Za Coppola). Al di sotto dell’Aia di Cappitella c’era quella di (‘Z Titt’ Lu Ruosp’) vicino a quella del (Zullus’), verso contrada Montevergine, quella di (Bell’è ‘fatt’).

I frantoi (Trappit’) erano:  in piazza quello di Sisina Forgione e sotto la chiesa quello di Addimandi. All’inizio della piazza nel vicolo c’era quello di (‘Ipp Grimaldi) , verso il municipio era quello di Peppe Di Ianni ed in largo Grancia lo aveva il padre di Gaetano Salvatore. In via Sant’Anna altro frantoio (‘r Sant’ Lion’) e quello di (Pepp’ Carus’). In via Sant’Angelo due frantoi dei Ciampone e poi quello di Schirillo Raffaele (Rafialuccia la Penta). Sotto via Croce quello dell'avvocato Giocondo Sanntoro (Ron’ Giacond’) ed in via Croce, poi, altri due di (Mast’ Minc) e di Santoro Vito Domenico e poi, sul Piano dei Cavalieri,  quello (‘r Mar’ niell’).