Dott. Paolo Salvatore (Carife)

Paolo Salvatore, valoroso medico-chirurgo ed appassionato cultore di storia paesana, nacque a Carife (AV) il 23 luglio 1869 da Angelo Raffaele e da Emanuela Manzi, ultimo di una numerosa nidiata di figli. Appartiene a famiglia che figura nei Registri Parrocchiali dei Defunti fin dal 1607 (quelli delle nascite e dei matrimoni vennero istituiti solo nel 1615), di modo che l'origine di essa risale, quanto meno, alla seconda metà del secolo precedente. Fin dalla prima fanciullezza dimostrò di avere particolare inclinazione per l'arte di Esculapio. Viene ancora ricordato il gustoso episodio di quando, poco più che decenne, mentre a dorso di mulo si avviava verso la lontana stazione ferroviaria di Ariano Irpino per raggiungere Gravina di Puglia, ove lo zio paterno Mons. Vescovo Vincenzo era titolare di quella antica sede Episcopale, ad una conoscente che gli chiedeva ove mai fosse diretto, rispondeva pronto nel rude accento paesano: "vac' à fà lu mierico".

Anche negli studi classici, particolarmente difficili e rigorosi in quel tempo, dette ampia prova di acume e di intelligenza tanto che già in quarta ginnasiale componeva versi in latino di pregevole fattura. Conseguita, con brillante esito, la licenza liceale poté iscriversi alla tanto desiderata facoltà di Medicina e Chirugia di Napoli e conseguì alla fine del sesto anno la laurea con eccellente votazione ed il plauso della commissione esaminatrice. Appena laureato partecipò ad un difficilissimo affollato concorso a quattro posti di tenente medico nella Marina Militare riuscendo vincitore. Venne quindi imbarcato su diverse navi ("Governolo", "Monzambano" ed altre) e partecipò a numerose crociere ed anche ad operazioni belliche sia nelle ex Colonie Italiane dell'Eritrea e della Somalia che nell'isola di Creta. Nel 1899, dopo la morte dello zio Vescovo si dimise dalla Marina  per poter accudire agli interessi familiari. Nel 1900 sposò la gentildonna Francesca Gargani, appartenente ad antica e stimata famiglia di Morra de Sanctis, dalla quale ebbe tre figli tuttora viventi. Nel periodo successivo si dedicò anche alla cosa pubblica iniziando il rimboschimento delle colline sovrastanti Carife ed avviando a soluzione il problema dell'acqua potabile che venne captata, sia pure in quantità esigua, ed addotta alle "Fontanelle" che funziona tuttora all'ingresso del paese. Nel 1906, per assicurare il miglior avvenire della famiglia, partecipò al concorso di primario dell'Ospedale Civile di Acquapendente (Viterbo) ed ivi profuse le sue doti di valente clinico ed abile chirurgo tanto che fino a pochi anni or sono veniva ancora ricordato dai vecchi di quella cittadina.

Non durò a lungo la sua permanenza ivi in quanto allo scoppio della guerra italoturca, venne richiamato nel 1911 ed assegnato all'Ospedale Militare della Marina di Napoli. Successivamente, all'inizio del primo conflitto mondiale venne trasferito, in qualità di primo capitano, all'Ospedale militare della Marina di Venezia, ove pure si distinse per capacità professionale, zelo ed abnegazione. Congedato poi definitivamente nel 1919 ritornò a Carife ove svolse con grande prestigio la sua attività professionale ricoprendo anche per molti anni il delicato incarico di "Giudice Conciliatore", che assolse con unanime soddisfazione per le sue doti di esperto di diritto, di equità e di moderazione. L'immatura scomparsa nel 1925 della sua diletta adorata consorte aprì una ferita, mai rimarginata, lenita solo con gli anni dal successo dei figli negli studi e nella vita. Cessata praticamente l'attività professionale negli anni '50 a causa dell'età poté dedicarsi a tempo pieno ai suoi studi preferiti: la storia e le cronache del suo amatissimo borgo natio tanto che amava definirsi, con una punta di civetteria mista ad orgoglio, "CARIFENSIS PURUS".

Furono di quegli anni gli studi e le ricerche sulla storia paesana che si tradussero nelle pregevoli pubblicazioni: "La via Appia attraverso l'Alta Irpinia" e "Appunti di storia di Carife", i cui originali si trovano presso la Biblioteca Provinciale di Avellino (Seg.Pr.le - MISC. C. -inv. 934/935).

Interessantissima anche la "Raccolta di termini dialettali Carifani", con relativo etimo. La pubblicazione, stampata nel 1954 in Avellino dalla tipografia Pergola, venne richiesta anche da diverse biblioteche sia italiane che straniere. Concluse la sua laboriosa e nobile esistenza in Carife, il borgo natio tanto amato, il 22 gennaio 1960 alla veneranda età di 90 anni compiuti.

Vincenzo Salvatore