Michele Melina

Un benefattore di Carife.

Sarebbe inutile cercare il suo nome nelle enciclopedie, ma nei luoghi sacri e nelle scuole emergono testimonianze inoppugnabili della sua missione sacerdotale, dei suoi insegnamenti e della sua dottrina. Noi non abbiamo molto materiale a disposizione per fare una sua biografia completa perché le alterne vicende della vita non hanno permesso la conservazione dell'antichissimo archivio familiare e dei suoi scritti, possediamo però degli elementi per conoscere la sua attività e la sua vasta cultura. Nato da illustre famiglia, nobile d'animo, noto anche come oratore sacro, rispettabile per il suo sapere e per ampiezze di vedute, insigne come educatore, Michele Melina è stato e rimane uno dei sacerdoti esemplari della Baronia. Nacque a Carife il I° marzo del 1839 da Stefano, medico condottto, e dalla nobile donna Gaetana Cuoco di Trevico. Morì l'11 aprile 1926.

Da ragazzo fu un assiduo frequentatore delle funzioni religiose ed il 28 agosto del 1852 ottiene il permesso di vestire l'abito clericale e di partecipare ai sacri riti dell'insigne collegiata. In un documento rilasciato per la curia vescovile nel 1859 l'abate e parroco don Vincenzo Ciampone con tutti i canonici affermano: "Michele Melina ha indossato l'abito clericale ed ha servito costantemente la Chiesa fin dal primo novembre 1852. Successivamente troviamo una domanda indirizzata al Vescovo della diocesi di Lacedonia, don Francesco Majorsini, con cui chiede di essere iniziato agli Ordini Sacri. Da questo momento finché gli studi lo porteranno agli altari fa la spola: Lacedonia/Napoli e viceversa: Domus Congregationis Missionis in Suburbio Virginum - Domus Congregationis S. Alojisii Conzaga.

Nel 1864 nella chiesa di Santa Maria Egiziaca (siamo sempre in Napoli) riceve l'Ordine di suddiacono conferitogli dal famoso Vescovo Tommaso Michele Salzano, magister Ordinis Praedicatorum.

Nel 1865 viene ordinato diacono da monsignore Antonio Salomone, prelato domestico di Sua Santità Pio IX, arcivescovo di Salerno, nella cappella privata del suo palazzo in Napoli.

Nel 1866 alle soglie del sacerdozio ricompare a Lacedonia e viene citato sulla cronaca dei giornali di cui riportiamo il testo: "A proposito di preti, ci giungono dichiarazioni di certi diaconi, i quali protestano che, appartenendo alla diocesi di Lacedonia, sono estremamente opposti alla nera propaganda di Monsignor Majiorsini protestano, che se anche essi andarono a picchiare al convento dei Cappuccini, non sono per tanto quei medesimi dei quali intendemmo parlare altra volta. Noi accettiamo perfettamente per buone e vere queste spontanee confessioni; tanto più che tra questi diaconi vi ha chi sia appieno conosciuto da noi. Ecco i loro nomi: Rocco Paolo Santoro - Carlo Vitale - Giovanni Gentile - Nicola Arcidiacono - Carlo Finnai - Pasquale Salza - Michele Melina".

A questo punto si perdono le sue tracce e non si sa dove viene ordinato sacerdote. Egli è certamente fra quelli che hanno maggiormente influito sulla cultura della Baronia de dell'Irpinia è colle parole è colle azioni. Realizzatosi come prete si affanna a cercare operai nella Vigna del Signore per il seminario di Ariano, forse perché chiuso quello di Lacedonia, ed una lettera proveniente da questo centro in risposta ad una sua ne rivela il suo ardente apostolato. Eccone il testo: 

"Lacedonia 2/11/77 - Mio caro canonico, ricordavo pur troppo l'incarico da voi ricevuto di procurare alunni al seminario di Ariano: io sono perfettamente del vostro avviso intorno ai pregi di quello stabilimento. Vi assicuro perciò che tanto a Frigento, quanto in Lacedonia quando mi è occorso ne ho fatto l'apologia. Intanto quell'amico di cui sul quale promisi di influenzare trovasi già in Ascoli e non è più tempo di fargli cambiare propositi. Da Frigento si avranno dei nuovi alunni; cioè Giuseppe Criscuoli ed il figlio del dottor Testa. Anche la mia parola li ha spinti a tanto. Compiacetevi dire all' abate De Angelis che la desiderata lettera dell'arciprete per De Sanctis sarebbesi ottenuta se ieri non fosse avvenuta all'improvviso la morte di donna Serafina Vigorita sorella dello stesso Arciprete. Stimo perciò inutile scrivergli direttamente e basta che voi abbiate la compiacenza di porgere sia a lui che ad Angiolino i miei distinti ossequi. Comandatemi intanto e credetemi. Vostro obbl/mo amico. Domenico Pio."

Un'altra missiva proveniente da Napoli ci fa conoscere la sua attività civile oltre quella religiosa . Essa però manca di quella parte in cui vi era la firma, che avrebbe potuto svelare tanti lati oscuri della sua vita. Dall'originale: 

"J.M.J. Napoli Inf/a dei Min. Oss. In S. Pietro ad Aram. 14 ottobre 1882 Mio carissimo don Michele. credo superfluo ricordarvi che la scuola si riaprirà nel giorno 5 novembre perciò vi prego di trovarvi in tempo al vostro posto. Continuate a godere della vostra villeggiatura tra i vostri. Raccomandatemi al Signor nostro Gesù Cristo, ed ossequiandovi mi raffermo. D.V. Sig.".

Qui, per quanto ci è dato sapere, strinse amicizia con personalità religiose, culturali e giuridiche, frequentando il rettore del Purgatorio, del Calasanzio ed il commendatore Giovanni Masucci, vice presidente della Corte di Cassazione. Lo storico dei Conventuali della biblioteca nazionale del monastero di Santa Chiara in Napoli, padre Gioacchino D'Andrea, a cui è stata sottoposta per analisi e ricerche la calligrafia della suddetta lettera, afferma:

 "Apparterrebbe al padre Pasquale da Forio, provinciale dei Conventuali del tempo, però noi non abbiamo avuto scuole, e i due dovevano essere molto amici". In una nota di un classico di Cicerone: il "De Officiis", stampato in Napoli nella tipografia Giannini del 1861, lo stesso Melina così scrive: "Insegnato in Roccamonfina-Sessa Aurunca dal canonico Michele Melina negli anni, che vanno dal 1882/1888 nel ginnasio municipale Agostino Nifo". E' questo il più antico della provincia di Caserta e non conserva, per eventi bellici, documenti inerenti agli anni menzionati. Da un'altra epistola abbiamo una testimonianza della sua oratoria sacra.

"Reverendo signore, essendosi fatta un pò di elemosina, vi prego venire a predicare la sera di giovedì santo. E' tardi, è vero, ma mi perdonerete, la vostra nota dottrina e le virtù che vi adornano mi hanno spinto a sottomettervi questa mia preghiera. Nella speranza di baciarvi la mano vi ringrazio e metto a vostra disposizione la mia povera casa. Con sensi della più alta osservanza mi segno. Anzano 8/9/94 - Devotissimo servo - Arciprete Paolo Mastrangelo".

Nel 1885 il 13 settembre partecipa nella casa signorile dei Ciampone alla venuta in Carife del ministro Pasquale Stanislao Mancini ed a lui fu, forse, dato l'incarico di porgergli il benvenuto a nome della cittadinanza. Ed in questa occasione, come in tante altre, si cimentò anche colla poesia, componendo due sonetti.

Al Ministro Pasquale Stanislao Mancini. Venuto in Carife, casa Ciampone nel 13 settembre 1885 declamati ed accettati.

Sonetto

 

Virtuti omnia parant

 

Di vera grandezza genio parlante.

Foco, che desta e avviva ogni pensiero,

Un cantico di gloria, il più sincero,

Scioglie questo popolo a te dinnante.

Tu, stella d'Italia la più brillante,

Che di virtudi adorni il tuo sentiero

In fra gente, nazione e mondo intero,

Apri il cor dell'uomo ad amor costante.

Ponesti mente, sacre veglie, e care

Cure allo intelletto che il senso dona.

Calcando la via di virtù più rare,

Che lo gran genio d'Arpineto in Roma

Pure volle te natura formare

Per scuoter di servaggio: dura soma.

 

 

Allo stesso Commendatore

 

Sonetto 2°

 

Alma gentil chi con robusto verso

Decantar potrebbe, o con vivo ardore

Le patrie virtudi e il grande amore

Che serbi a questo ciel di fiori asperso!

L'animo del mancin, che l'universo

Quel lampo circoscrive n'è il cantore

Egli tra soli è sol, lo cui splendore

Ha vita in sè e nella sua luce è immerso.

Giunto della gloria sull'alta sfera,

Vivi in su la via che il suo merito infiora

Godi di un popol che in te fida e spera.

E questo pel suo affetto, di ora in ora

Fa voti al Ciel che non tramonti a sera

Il gran mancin, che ogni tempo onora.

 

Questi sonetti pur non avendo una notevole validità poetica sono tuttavia espressione semplice e genuina della cultura e dei devoti sentimenti di quella cittadinanza di cui egli rappresentava una delle punte più progredite. E nello stesso tempo fanno emergere il suo sapere acquisito dalla continua versatilità negli studi.

Fu un testimone prezioso dell'avvenimento perché ha creato una data storica, ma anche lacunoso (giova dirlo pur con sofferta sofferenza) perché non ci ha tramandato lo scopo della visita. Sfrondatela quanto volete questa pianta essa rigermoglierà sempre poiché affonda le sue radici nel Vangelo che la nutre e la fortifica. Colpito da diverse ingiustizie in una memoria stende la seguente massima: Iddio dice "Da Mihi vindictam et Ego in tempore retribuam". Fu più volte anche consigliere comunale.

 

Se, a distanza di oltre 50 anni dalla sua morte, fa parlare di sé significa che nella vita superò i comuni livelli di erudizione. E si innalzò fino al punto da tradurre in azioni concrete il suo ideale di educatore promuovendo in carife un nuovo tipo di formazione umana con l'istituzione dell'Asilo Infantile. Di questa istituzione fu come l'anima nel corpo poiché l'amore per l'infanzia fu la sua bandiera. Nel 1920 "SUA SPONTE" dona al comune di Carife al centro del paese, circa 900 metri quadrati di terreno per la costruzione dell'edificio. Il 6 novembre dello stesso anno il notaio Pasquale Santoro fu Antonio ne redige l'atto. 

"...Alla presenza dei signori Mercurio Raffaele fu Giuseppe, nato in Flumeri e domiciliato in Carife, e Caruso Giuseppe di Rocco, nato e domiciliato in Carife.... si sono costituiti da una parte il professor canonico don Michele Melina fu dottor Stefano, e dall'altra il dottor Paolo Salvatore fu Raffaele, medico-chirurgo, nell'espressa qualità di sindaco funzionante del comune di Carife, in mancanza del titolare: cav. avv. Santoro Raffaele di Giuseppe Luigi, impiegato di Stato... esso costituito canonico Michele Melina, seguendo l'inclinazione del suo illustre genitore, dottore Stefano, e quella del defunto germano prof. don Luigi, volendo perpetuare nel tempo la filantropica tradizione della sua famiglia, e volendo compiere opera altamente meritoria a pro dell'infanzia, della quale è stato per lunghi anni tenero ed intelligente educatore... dona attualmente ed irrevocabilmente tra vivi a favore del comune di Carife un appezzamento di terreno alla contrada Fontana Nuova della superficie di 884 metri quadrati... (che poi diverranno 938)... Si conviene espressamente che al funzionamento della vita dell'Asilo erigendo debba essere data impronta più perfetta ed assoluta di rettitudine dovendosi escludere a priori ogni qualsiasi atto di favoritismo da parte dell'Amministrazione Comunale.... L'Asilo d'Infanzia dovrà essere intestato al nome del dottor Stefano Melina e sul frontespizio dovrà essere consacrata la seguente epigrafe:

"HUC DUCAM VOS
PER SEMITAS VIRTUTIS
AMORIS ET HONESTATIS"

 

 

E fu forse questo il momento più alto, più nobile, il più ricco di umanità della sua vita perché la Fede fu in questa mente luce meravigliosa e l'educazione ricevuta forza morale che aprirono nuovi orizzonti per i fanciulli del suo paese. Pochi giorni dopo la donazione, il Consiglio Comunale composto da: Caruso Giuseppe-sindaco, Salvatore dott. Paolo, Caruso Raffaele, Clemente Nicola, Schirillo Giuseppe, Forgione Antonio, Salvatore Emanuele, Lodise Domenico, Micciolo Rocco Vincenzo, Carsillo Giovanfilippo, Ciriello Rocco, Mirra Michele, De Cicco Giuseppe, Clemente Vito, Gallicchio Angelo Raffaele, (gli ultimi assenti) con un deliberato così si espresse: "Ad umanità libera:

 

1) Rendersi le più vive azioni di grazie al donatore reverendo don Michele Melina fu Stefano il cui nome resterà incallencellabile nelle menti e nei cuori di questi cittadini, che hanno ammirato assai il munifico e geniale suo atto.

2) Accettasi la donazione del suolo per l'istituendo Asilo Infantile in questo comune, intestato al dottor Stefano Melina, sotto l'osservanza di tutti gli altri patti e condizioni consacrati nell'istrumento del 6/11/1920, innanzi cennato per notar Santoro pasquale di S.Arcangelo Trimonte".

Ma nel maggio del 1923, con un manifesto stampato in Avellino dalla tipografia La Bruna e poi affisso nelle strade del paese, il Melina svela all'intero popolo i motivi del suo gesto e ne azzarda anche una previsione, che, malgrado tutto si è avverata:

 

"Il fondatore dell'erigendo Aslo d'Infanzia in Carife dice al popolo:

Ecco il luogo, igienico e centrale d'imperitura ricordanza, che io ho ceduto in beneficio dei vostri figli, i quali sorgeranno sotto un novello cielo di virtù, di rispetto, di onestà per essere buoni a sé, alla famiglia, alla Patria. Qui una novella vita mercé l'educazione morale, civile ed intellettuale, dovrà sorgere a vera libertà. Qui si sbandisce la mostruosa soggezione, si reprime la superbia dei maldicenti; e la potenza dei forti si umilia con saldi principii, per nobilitare lo spirito ed informare il popolo nascente a nobili azioni.

 

VIRTUS QUIESCERE FACIT SUPERBIAM, INFIDELIUM ET HUMILIAT POTENTIAM.

 

Qui si circoscrive l'azione dei miei defunti; e voi o Cittadini, se avete avuto tanto beneficio gratuito, avrete pure l'obbligo di custodire, difendere e tutelare tale opera da me intrapresa, da ogni metamorfosi ventura. Poiché il Monte di beneficenza alla Pietà dei Turchini in Napoli costituito da dottor Gianfrancesco melina nel 1700-Notar campanile per mantenersi in Carife sua patria, una scuola con dotazione ad oneste e povere donzelle, fu nel 1799 invertito al collegio musicale di S. Pietro a Maiella. E Carife restò assonnato in mezzo ai cardi e paliuri.

Carduus, et spinis, surgit paliurus acutis.

Spero che voglia svegliarsi sotto la comune gran Patria Italia. E la gloria sarà di Dio, da cui tutto dipende, si equilibra, e sta".

Carife 3 maggio 1923.

 

Anche le istituzioni sono soggette a mutamenti perché avanzano coi tempi ed a Carife dell'Asilo resta solo il nome, ma la fondazione voluta dall'autore per la formazione di "Nuovi cittadini" resterà sempre legata al suo nome.

 

Stefano Melina