Il nostro Corso di Formazione

  Uno sguardo dall’interno

 

   “Esperto nella conservazione e gestione del patrimonio preistorico dell’arte rupestre”: è questo il traguardo a cui aspiriamo noi allievi, iscritti al Corso di Formazione per la tutela e la valorizzazione dei siti preistorici lombardi e nazionali (novembre 2001-novembre 2003).

    Il gruppo, composto da una ventina di ragazzi e ragazze - alcuni laureandi, altri già laureati, altri neo-diplomat i- ha una provenienza culturale e curriculare abbastanza variegata: si va dalle scienze naturali alle lettere antiche e moderne, passando per economia e conservazione dei beni culturali. Provenienze così disparate riflettono il punto dolente dello stato della scienza preistorica in Italia: non esistono percorsi formativi adeguati per chi ha intenzione di occuparsi di questa disciplina. Il Corso ha l’ambizione di colmare, o meglio, di iniziare a colmare questo vuoto.

Per questo era necessario “riunire” i percorsi accademici tradizionali che studiano la Preistoria. Un raccordo in cui però l’insieme risultasse “maggiore delle parti”. Il riferimento allude, da un lato, ai percorsi archeologici svolti nelle Facoltà di lettere e, dall’altro, ai percorsi naturalistici caratteristici delle Facoltà di scienze. Il risultato finale è un intreccio formativo in cui trovano spazio discipline molto diverse tra loro: Litologia e Stratigrafia, Paleobotanica e Archeozoologia, Gestione dei parchi preistorici, Introduzione alle Scienze della Terra, Estetica/Semiotica/Psicologia dell’arte, solo per citare alcuni esempi. Come si può vedere da questa, pur breve, elencazione, il Corso non è puramente una sommatoria di materie naturalistiche e archeologiche per almeno due ordini di motivi. Il primo fa riferimento alla eterogeneità degli insegnamenti impartiti, che include anche discipline di concezione relativamente recente: ad esempio, Geofilosofia, Paleoantropologia culturale, Archeoastronomia, Geoarcheologia. L’attenzione rivolta a questi saperi innovativi non ha fatto però perdere il contatto con il mondo delle professioni, nel quale certi livelli di competenza (nell’informatica e nella lingua inglese) non costituiscono più un vantaggio comparativo, ma una necessità. In questa ottica, risultano altamente formativi gli insegnamenti su tre livelli sia dell’inglese che dell’informatica. Quest’ultima non affronta soltanto gli argomenti basilari, ma si spinge fino alle ricostruzioni virtuali in 3D e ai sistemi GIS. Lo stesso dicasi per la lingua inglese: oltre a fornire una buona competenza comunicativa, verranno esaminati testi scientifico-letterari fino ad arrivare, nell’ultimo livello, alla terminologia specialistica archeologica e paletnologica.

Il secondo motivo riguarda il taglio non solo teorico che caratterizza il Corso. Noi studenti, infatti, stiamo svolgendo una quota non indifferente del monte-ore presso il Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte, a diretto contatto con le incisioni rupestri della Valcamonica. Il tirocinio in valle è certamente uno dei momenti più professionalizzanti dell’intero percorso, ma non l’unico. Il Touring Club Italiano, che è uno degli Enti attuatori del progetto formativo, è pronto ad accogliere una parte degli allievi in qualità di tirocinanti nel proprio Centro Studi. Una struttura, quest’ultima, che ha già avuto contatti con noi nel Modulo di Introduzione al Turismo affidato a esperti del T.C.I. e  svolto agli inizi del Corso.

 La terza opzione di stage/tirocinio ci è offerta dal Civico Museo di Scienze Naturali di Brescia. Il suo Direttore, oltre ad insegnarci Museologia, ha intenzione di coinvolgerne alcuni di noi in progetti interessanti e di largo respiro.

    Dal quadro delineato, emerge una formazione a 360 gradi che, articolata in quattro semestri, comporta una frequentazione, in termini di ore e di impegno, sicuramente molto intensa. Del resto, come ama ricordare il Direttore scientifico del nostro Corso: “lo studioso di Preistoria deve essere una persona colta, che sa pensare. Gli serve dunque una Scuola di pensiero”. Non a caso uno degli sbocchi, forse il più prestigioso, al quale aspiriamo è proprio quello di proseguire nella ricerca. In tal senso, sono utilissimi i crediti che il Corso rilascia, spendibili in ambito universitario e il nostro stretto rapporto con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano che garantisce un livello scientifico di eccellenza. La fisionomia dunque è quella di un Corso di Formazione specialistico, ma di ampio respiro che spazia dalle materie umanistiche a quelle scientifiche. “La chiave per una ricerca scientifica più proficua risiede nel superamento del dualismo scienze matematiche/scienze umane” ci ha detto il Direttore del Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP in una delle sue primissime lezioni di Mitologie comparate e credenze. “Dobbiamo scrollarci di dosso il mito delle scienze umane come scienze deboli”. Probabilmente tra di noi non emergerà una figura enciclopedica e polivalente oggi completamente anacronistica. Probabilmente non diventeremo neppure, a fine Corso, tutti cartografi di prim’ordine, o provetti fotografi di archeologia, o ancora paletnologi di chiara fama. L’importante però è acquisire un livello professionale adeguato in tutte le discipline, che ci possa consentire, una volta inseriti in un contesto lavorativo specifico, una autonomia di gestione e una capacità di supervisione ad ampio raggio. Un progetto formativo così strutturato ci fa sentire un po’ come degli esploratori, dei pionieri. E’ proprio tale “pionierismo” a rendere il percorso intrapreso molto affascinante ma, nello stesso tempo, molto impegnativo e pieno di incognite.

 

 

Jacopo Marini

                © iftsarterupestre 2002                                                HOME PAGE