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FOGLI DI ATTUALITA'

la pace si impara
(G. Grenga)

GLI ALLIEVI DELL'I.T.C.G. "VILLA PAMPHILI"

Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea

contro la pena di morte

DIRITTI NEGATI

LA PACE COMINCIA ANCHE DA TE

UNA SOCIETA' COLORATA  DA VIRGILIO Intervista ad Alberto Sordi

FOGLI DI ATTUALITA

                                                                    DELLE PAGINE D’ARTE

  La scuola deve sempre mirare a far sì che il giovane ne esca come una personalità armoniosa - Albert Einstein

PERIODICO DI LIBERA INFORMAZIONE CULTURALE-SCOLASTICA
 E di orientamento al civismo e alla pace

ANNO XXX - MARZO 2002 

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ALCUNE RIFLESSIONI SULLA

 

 

A CURA DEGLI ALLIEVI DELLA CLASSE 2H DELL’I.T.C.G. "VILLA PAMPHILI"

PREMESSA

DIGNITÀ

Per l’Unione Europea la dignità è inviolabile e per questo deve essere rispettata e tutelata. Nessuno può essere privato del suo diritto alla vita e perciò nessuno può essere condannato alla pena di morte o torturato. Non può essere fatto del corpo umano e delle sue parti scopo di lucro. Le persone non possono essere discriminate per il sesso, la razza, o la religione e nessuno può essere tenuto in schiavitù. Nell’UE è vietata la clonazione umana.

LIBERTÀ

Nella seconda parte della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, si affronta il tema della libertà degli individui. Nell’UE è protetta la libertà di pensiero, di conoscenza e di religione e dà la possibilità di cambiare quest’ultima: ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. L’Unione dà la possibilità al cittadino di fondare sindacati per la difesa dei propri interessi. L’istruzione obbligatoria è gratuita, tutti possono trarne vantaggio. Ogni individuo ha diritto al lavoro, di cercarne uno e di godere dei beni che ha acquiStato legalmente e nessuno può essere privato della proprietà se non per causa di pubblico interesse. Le espulsioni collettive sono proibite dall’Unione e nessun individuo può essere allontanato dallo Stato a cui appartiene verso uno Stato in cui può essere sottoposto alla pena di morte.

UGUAGLIANZA

Il terzo capitolo della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, tutela quei gruppi di persone che spesso vengono discriminati ingiustamente perché appartengono ad un’altra etnia, hanno caratteri somatici diversi, sono di un altro sesso e così via.

Molta importanza viene attribuita ai diritti dei bambini che vengono presi in considerazione, in funzione della loro età e dello stato di maturità che hanno raggiunto.

Viene inoltre sottolineato che l’Unione Europea rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica: questo articolo è fondamentale in una società multietnica come la nostra, nella quale si fondono varie usanze e culture di ogni popolazione che modificano le vecchie tradizioni. Vengono, riconosciuti diritti agli anziani e ai disabili; ai primi di condurre una vita indipendente e di partecipare alla vita socio-culturale, ai secondi di beneficiare di aiuti che ne garantiscano l’autonomia e l’inserimento sociale.

L’UGUAGLIANZA è il risultato di secoli vissuti tra lotte ed ingiustizie, ma alla luce di una nuova epoca, quella nostra, è riconosciuta come diritto primario e inviolabile di ogni uomo.

SOLIDARIETÀ

Il quarto capitolo prende in esame un tema molto delicato, quello della solidarietà: essa è riconosciuta ed espressa a carattere europeo, principalmente attraverso il diritto al lavoro. L’Unione, infatti, dichiara che i lavoratori possono usufruire di informazioni e consultazioni nell’ambito dell’impresa e hanno diritto di negoziare e di ricorrere, qualora ce ne fosse il bisogno, ad azioni collettive per la difesa dei loro interessi: inoltre hanno diritto a condizioni di lavoro dignitose e sicure e a periodi di riposo retribuiti.Questa sezione esamina altri tipi di solidarietà da applicare contro il lavoro minorile per la protezione alla salute e per la protezione alla salute e la protezione dei consumatori.Scrivere leggi apposite per questioni di tale genere sembra inutile dato che queste norme rientrano nella consuetudine di una società evoluta come la nostra; esistono, purtroppo, individui che pur di ottenere il loro arricchimento, sfruttano e danneggiano altre persone che devono assolutamente essere tutelate e aiutate.

CITTADINANZA

Nel capitolo 5 si affronta il tema della cittadinanza. Chi è cittadino gode dei diritti amministrativi: il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali dello Stato membro in cui risiede e alle elezioni parlamentari europee. Inoltre per ogni cittadino è garantita la libertà di circolazione e di soggiorno in tutti i territori degli stati membri. Quest’ultimo diritto racchiude tutto il senso della definizione "Cittadinanza Europea" che ci qualifica a livello internazionale.

GIUSTIZIA

Nell’ambito della giustizia, che ha il dovere di proteggere tutti i valori riconosciuti nella carta costituzionale, vengono rispettati i diritti della difesa garantiti a ogni imputato, il quale non può essere incriminato ingiustamente o punito più volte e può ricorrere a ricorsi effettivi dinanzi a un giudice imparziale nel caso in cui i suoi diritti e libertà siano stati violati.


Ci siamo occupati di questa carta perché ci è Stato proposto a scuola e noi abbiamo voluto capire e analizzare gli aspetti che ci riguardano in quanto europei.

ITCG “Villa Pamphili”

Giornata mondiale contro la pena di morte

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Elisabetta Baldazzi

 Il 30 novembre 2002, si è celebrata la prima giornata mondiale contro la pena di morte.La nostra scuola, attraverso alcuni insegnanti di diritto, ha deciso di aderire all’iniziativa affrontando la tematica nelle classi.

 Ripercorriamo le tappe fondamentali che ci hanno portato ad oggi : dai tempi più antichi sino all’illuminismo la pena capitale si è distinta a seconda del rango sociale del condannato e del tipo di reato commesso: l’impiccagione per i contadini,la decapitazione per i nobili, la ruota per i delitti più atroci, il rogo per i delitti contro la religione, lo squartamento per i più gravi delitti contro lo stato.Fu la Toscana di Pietro Leopoldo,nel 1786, a segnalare all’Italia e all’Europa una nuova legislazione che abolisse la pena di morte e questo grazie alle idee espresse da Cesare Beccaria nel libro “ Dei delitti e delle pene”, dove si espresse chiaramente il rifiuto del diritto umano ad infliggere la pena di morte.

 Si aprì anche il dibattito sull’uso della tortura, sulla “ dolcezza” e sulla proporzionalità della pena a cui contribuirono grandi intellettuali italiani quali Verri, Genovesi, Filangeri e Beccaria.

 Nell’Italia postunitaria la pena di morte fu abrogata dal codice Zanardelli del 1889, ma reintrodotta nel 1926 dal regime fascista.

 Solo nel 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, la pena di morte è abolita e sostituita con l’ergastolo,tranne che nei casi previsti dalle leggi militari di guerra.

 Questa deroga è stata abolita nel 1994 attraverso  la sostituzione con la pena dell’ergastolo.

 Le riflessioni che portano a respingere come ingiusta ed incivile la pena di morte sono varie:

-         inutile perchè è provato che non diminuisce i crimini più gravi;

-         dannosa, perchè gli errori giudiziari diventano irreparabili;

-         negatrice della forza dello stato nel prevenire e reprimere la criminalità più violenta attraverso altre pene giuste e certe;

-         discriminante verso i soggetti più deboli della società: negri,ispanici, donne , minori, disabili.

Allo stato attuale ben 106 paesi hanno di fatto abolito la pena di morte e si è anche visto che, una volta abolita, raramente viene reintrodotta.

 Presso la nostra scuola è disponibile del materiale, sotto forma di schede, per l’approfondimento di questa tematica.

 Riportiamo anche i messaggi che alcuni alunni hanno espresso sull’argomento.

 Erica Cecchinelli 1° B.

  Molti credono che la pena di morte sia una cosa giusta ed equa, pensano che se un uomo ha ucciso  un altro uomo, a questo deve essere riservata la sressa sorte, per pura giustizia divina. Io non credo che debba essere così, l’assassino ha fatto una cosa orribile,ma non per questo lo stato è giustificato a fare lo stesso errore,a macchiarsi le mani di sangue,solo perchè lo ha fatto anche qualcun altro ,trasformandosi in assassino. Io credo che solo Dio, o chi per lui, sia in grado di decidere della vita e della morte delle persone,né un singolo ,né il governo più importante del mondo.Per lo più non credo che nei paesi dove è applicata la pena di morte ci sia meno criminalità e si potrebbero avere altre possibilità, ad esmpio con il carcere a vita o con dei centri di recupero, invece che agire in modo cosìn drastico.Posso anche capire il dolore dei familiari delle vittime, che in questo modo pensano di ricevere almeno in parte la loro vendetta,ma uccidere l’assassino di un loro caro non servirà a riportarlo in vita, né gli toglierà un pò del dolore che hanno nel cuore.Forse l’assassino pagherebbe di più il suo atto ,rimanendo in carcere a vita, piuttosto che morire sull’istante.E’ per questo che io rinnego la pena di morte, senza pensare agli errori delle giurie che hanno condannato a morte gente innocente,senza avere modo di tornare indietro.

 Lara Gallegra 1° B.

 La pena di morte per me è una cosa molto crudele ed ingiusta perché a volte vengono condannate persone che non sono responsabili del reato imputato loro: infatti, se si condanna una persona, bisogna almeno avere prove plausibili per avere la certezza di condannare giustamente. La pena di morte  inoltre comporta solo la morte del colpevole e non  risolve quanto è successo. Infatti se veramente si vuole dare una condanna esemplare, esistono l’ergastolo  o i centri rieducativi per evitare di uccidere altre vite umane magari innocenti. Purtroppo però non in tutti i paesi questa pena è stata abolita, ma per entrare a far parte dell’Unione Europea, deve esser abolita dal proprio ordinamento giuridico.

Alessio DeGiovanni 1°B.

 La pena di morte certe volte è giusta ed altre volte no. E’ una cosa brutta anche se serve a punire una persona che ha fatto qualche omicidio, certe volte è invece molto ingiusta, dato che potrebbe punire persone condannate ingiustamente per mancanza di prove. La pena di morte certe volte è applicata per dare un esempio o una prova di quanto potrebbe accadere alle persone che volessero tentare in futuro di commettere un reato: ma al giorno d’oggi nessuno ha paura della morte, perché tutti si credono perfetti e pensano di non sbagliare mai, ma come sempre tutti vengono presi perché come si dice “nessuno è perfetto”.

 

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CITTADINI CHI ?

Tra tutte le notizie che ci vengono fornite ogni giorno dai vari mezzi di informazione, due tematiche emergono subito, che a me sembrano importanti: una è il problema razziale o per meglio dire dell’accettazione del "diverso" e l’altra è il dibattito nato attorno al tema della globalizzazione.

Il primo problema è generato dalle enormi differenze economiche e politiche esistenti nei diversi paesi del mondo; infatti, attualmente vi sono popolazioni che vivono in condizioni sanitarie ed economiche estremamente precarie, dove la mortalità infantile è molto elevata.

Il rovescio della medaglia è dato dai paesi fortemente industrializzati, sviluppati economicamente, dove le popolazioni vivono nel benessere.

Questa grande diversità, ha fatto sì che una massa notevole di popolazione disagiata si spostasse alla ricerca di migliori condizioni di vita, verso quei paesi più "avanzati".

Assistiamo insomma, alla eterna ricerca da parte dell’uomo di una vita più confortevole, progredita, "moderna", che possa fornire non solo ciò che è necessario per vivere, ma anche qualcosa in più.

L’uomo infatti non ha solo bisogno di beni materiali necessari alla sopravvivenza, ma tende a costruire una società civile, che gli consenta di manifestare appieno tutta la sua "umanità" : e cioè la sua cultura, le sue conoscenze, i suoi bisogni, la sua fede, insomma il suo "essere uomo".

E’ la speranza che spinge una grande massa di persone a lasciare il paese di origine, con i loro figli e le loro famiglie per avventurarsi verso paesi sconosciuti, lasciando alle spalle miseria e fame nella incrollabile ricerca di una vita migliore da conquistare attraverso un onesto lavoro e immensi sacrifici.

Ma, a questo punto, emerge evidente un problema.

Il fenomeno di questa emigrazione di massa, formata da genti di razze diverse tra loro, ha colto impreparati i paesi ospitanti, i quali si sono trovati, nel giro di pochissimi anni, a dover accogliere una grande quantità di persone in cerca di lavoro, sentendosi quasi sommersi da una gigantesca onda umana bisognosa, affamata di occupazione e di assistenza.

In effetti, è mancato il tempo per assorbire gradualmente questa ondata di sofferenze; è assolutamente necessario quindi che le popolazioni e i governi dei paesi ospitanti abbiano una visione più vasta dei problemi, che veda molto oltre i confini naturali di ogni nazione e degli interessi individuali.

Già adesso le Nazioni europee cominciano a pensare "Europeo" e non solo più "Nazionale", ma quanto prima bisognerà pensare "Mondiale".

Del resto a questo dovrebbe tendere ciascun uomo: al pensiero solidale, alla com-unione, al vivere verso l’assieme, per superare barriere di indifferenza e di diversità.

Insomma, i problemi di un popolo dovrebbero divenire problemi di tutto il mondo, al di là di ogni frontiera e al di sopra di ogni razza o colore della pelle

Un primo importante e basilare passo fu fatto nel lontano 10 dicembre 1948, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la "Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo" .

Essa è composta da un preambolo e da ben 30 articoli che la regolano.

Nel preambolo è affermato testualmente:

"…il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;….."

Per quanto riguarda la cittadinanza vi è un articolo in particolare che recita:

" Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza"

" Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza"

Per ciò che attiene alla emigrazione in un articolo leggiamo:

"Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese".

Questi concetti ben presto sono entrati a far parete di tutte le moderne e civili Costituzioni, come garanzia della dignità dell’uomo, nel tentativo di realizzare concretamente quell’uguaglianza e quella libertà tanto sbandierate.

Ma gli avvenimenti quotidiani ci fanno intravedere ancora un tormentato percorso, una lotta lunga e difficile.

Noi dobbiamo combattere con l’arma della tolleranza, della comprensione e della solidarietà, nella certezza di essere nel giusto, affinché si possano ridurre questi tempi di adattamento e perché il benessere possa essere posseduto da tutti gli esseri umani ovunque essi siano nati.

Eugenio Ambrogio - classe 3°m

S.M.S "F. De Andrè"

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LA PACE COMINCIA ANCHE DA TE…

 Nel mondo vi sono molti focolai di guerra che rendono la gente di quei posti

schiava della miseria, della sofferenza e della fame.

Dopo il recente attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle tutto il mondo

sembra aver preso maggiore coscienza di alcuni gravi  problemi che affliggono vari paesi.

Pensiamo che tutti i popoli debbano impegnarsi a collaborare per incrementare la solidarietà e la benevolenza contro l’intolleranza e l’aggressione. I problemi si risolvono superando i pregiudizi,  aprendosi al dialogo e facendo leva sui politici e sui governi in modo da fare aumentare la loro sensibilità affinché siano più rispettosi e collaborativi fra di loro per superare ogni difficoltà.

Anche noi bambini abbiamo cercato di capire cosa spinge le persone ad avere comportamenti violenti o a scatenare conflitti che non risolvono i problemi dei popoli; abbiamo appreso che ancora oggi in molti paesi del mondo tanti bambini sono costretti a lavorare molte ore al giorno per pochi soldi e che a tante… tantissime persone mancano alimenti e medicinali indispensabili alla sopravvivenza.

Per vivere in un mondo migliore bisogna distribuire in modo più giusto le risorse mondiali, specialmente per i paesi più poveri.

Tutto ciò ci rende molto tristi e poco fiduciosi del futuro. Noi anche se siamo piccoli abbiamo capito che “pace” e “giustizia” non possono essere separate se vogliamo credere in un mondo migliore. Anche noi bambini dobbiamo assumere comportamenti adeguati per promuovere e sostenere la pace.

I contributi che noi possiamo fornire sono minimi, ma molto utili per iniziare un percorso che ci educa alla pace soprattutto con i nostri compagni di classe e i nostri familiari.

Sarò più disponibile nel momento in cui un compagno chiede il mio aiuto o conforto e gli dedicherò tutto il tempo necessario.

Prima di affrontare una eventuale discussione rifletto sulle probabili conseguenze, cerco di mettermi dal punto di vista dell’altro cercando con lui un dialogo.

Posso coinvolgere tutti nel gioco, senza discriminazione tra maschi e femmine.

Essere disponibile verso i compagni in difficoltà sia nella classe che nella scuola.

Rinuncio all’acquisto di un gelato, un giornalino, un giocattolo o altro per fare un’offerta affinché ciò che per me non è indispensabile serva a rendere la vita di chi ha bisogno meno difficile.

Solo quando adulti e bambini potranno dire: “ ho dato il mio contributo per la pace” saremo già in un mondo migliore.

                   Gli alunni della V C

Scuola elementare G.Franceschi

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Roma 4 Marzo 2002

cliccami

Le ragioni del futuro: il cittadino nella pluralità di ambiente e cultura. 

UNA SOCIETA’ COLORATA

Tanto tempo fa, quando per fare un viaggio in un paese lontano ci volevano mesi o addirittura anni, la cultura aveva una diffusione lenta e difficile.

Per conoscere l’arte di alcuni popoli lontani si è dovuto aspettare secoli. Adesso questo problema è superato, la cultura è a disposizione di tutti.

Nel nostro secolo, secolo dei grandi consumi, delle comunicazioni rapide in rete, con gli aerei che ti portano velocemente dappertutto, la cultura circola liberamente. Infatti basta un clic su un collegamento Internet, oppure comprare un libro e leggerlo, vedere una mostra o addirittura viaggiare per conoscere luoghi e persone.

Nei nostri giorni si assiste ad un grande fenomeno migratorio soprattutto dal sud al nord del mondo. Le razze e i popoli si mescolano fino a fondersi, anche se con lentezza e difficoltà. Molti sono i motivi che spingono anche in Italia un gran numero di persone straniere: povertà, mancanza di libertà, guerre.

La presenza di tante persone di culture diverse dalla nostra ha reso il concetto di diversità un vero problema. Ma essere diverso è una risorsa, un fatto positivo, perché mette a confronto il modo di pensare di ciascuno e di conseguenza arricchisce la vita in comune delle persone.

Oggi la nostra è una società "colorata" quindi si trasmette e si elabora cultura, si comunicano conoscenze, ma soprattutto impariamo a stare insieme, a condividere valori attraverso l’esperienza della vita quotidiana.

Quindi è importante che ognuno di noi sappia conoscere per prima cosa se stesso, sappia esprimersi e confrontarsi con gli altri discutendo insieme, acquistando così una capacità di condivisione delle differenze.

Solo in questo modo, il confronto, il rispetto per se stessi e per gli altri e l’eventuale apprendimento, l’uno dall’altro, vengono fuori con più facilità.

CLASSE IV A - Scuola elementare Carlo Forlanini

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Il comune di Roma, tramite il Consorzio "Gioventù Digitale", promuove Il Global Junior Challenge, un concorso internazionale finalizzato ad incoraggiare le giovani generazioni all'utilizzo delle nuove tecnologie. Una giuria internazionale selezionerà i progetti e i vincitori saranno premiati dal Sindaco di Roma, in Campidoglio, nel dicembre 2002. Il concorso è aperto a tutti: associazioni e singole persone di ogni età. Gli studenti del laboratorio di ipertesti del Liceo Virgilio che hanno partecipato già alla prima edizione nel 2000, quest'anno presenteranno un sito web su "I giovani della cyber generation e la globalizzazione " per mettere a confronto i punti di vista e le esperienze di studenti di diversi paesi, in Europa e non solo. Clicca su : www.gjc.it
Scambi di ospitalità con la Spagna
Dopo lo scambio realizzato dalla 5 F e dalla 5 H con il liceo SANTAMARCA di Madrid, dal 3 al 9 aprile aprile ospiteremo a scuola un gruppo di studenti del Liceo "Joan Alcover" di Palma di Mallorca per uno scambio di ospitalità con la classe IH; organizza la prof.ssa Angela Geli

Studenti al lavoro per riparare i danni prodotti nell'occupazione
Gli studenti sospesi per vicende legate all'occupazione dell'Istituto hanno cominciato a ripulire - con la collaborazione di alcuni insegnanti (Franciulli, Fumian, Panuccio, Sega) locali e strutture danneggiate, in particolare in aula magna. I lavori continuano dopo Pasqua.

dalla Finlandia in latino !
Abbiamo ricevuto dal prof. di una classe finlandese che è venuta a scuola nostra un messaggio che vogliamo farvi conoscere. I nostri amici di penna vengono da Kokemaki, un paese della Finlandia del sud - si fa per dire- situato in un parco naturale noto per essere un paradiso della rara specie di uccelli "Numenius Arquata", in italiano chiurlo, delle renne e della pesca. " Carissimi amici, gratissimum nobis est, ut nos accepissetis. Urbs Roma et pulchra Italia nobis aliquantum notae sunt, sed plus cognoscere volumus et pracipue in familiaritatem magistrorum et discipulorum vestrae scholae venire. Oppidum nostrum parvum est; habet enim tantum novem milia incolarum. Etiam schola nostra parva est; circa centum nonaginta discipuli. Dolendum est, ut linguam Italiae non loquamur. Multas linguas studemus, sed optime linguam Britanniae loquimur. Scimus vos linguae Britanniae periti esse. Ergo sit haec lingua nobis lingua communis. Vobis donum parvum portavimus. Hic est. Cum hoc dono saluationem nostrae scholae exponimus et praecipue optamus vos apud nos quodam die videre. Amamus Romam, amamus Italiam et incolas eius." Pasy Hyyrilainen
Ciao ragazzi, Salviamo Safiya, la donna nigeriana che tra non molto verrà lapidata se non si interviene rapidamente. Cercate di inviare il maggior numero di e-mail possibili e sensibilizzare un maggior numero di persone anche. Più persone sensibilizzate siamo e più abbiamo possibilità di salvare Safiya. La salvezza di Safiya può rappresentare la salvezza per migliaia di donne in tutto il mondo. Non rimanere lì fermo! Fai anche la tua parte! inviate l'e-mail a: embassy@nigerian.it

 

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La pace si impara
Di Giovanna Grenga 

Un appello dei premi nobel della pace è stato lanciato “dalla parte dei Bambini del Mondo” in una conferenza stampa a Parigi il 1 luglio 1977. Il testo dell’appello era stato scritto in un villaggio di bambini in India. La prima firmataria fu Madre Teresa di Calcutta poi seguì l’adesione di altri premi Nobel: Nelson Mandela, il Dalai Lama, Mikhail Gorgaciov, Shimon Perez,Yasser, Arafat, Elie Wiesel, Desmond Tutu, Unicef, Lech Walesa e altri dieci primi Nobel. L’appello chiedeva:

v     Che il primo decennio del nuovo millennio, gli anni 2000-2010, sia dichiarato decennio della Cultura della Nonviolenza;

  v     che l’inizio del decennio, l’ anno 2000,  sia dichiarato l’“Anno della educazione alla Nonviolenza”

 

v     Che la non violenza sia insegnata ad ogni livello nella nostra società in questo decennio, per rendere i bambini del mondo consapevoli del reale significato pratico e dei benefici della non violenza

 Dal 1958 l’ Unesco e il Consiglio di Erupa  promuovono la scuola come strumento di pace  attraverso una associazione mondiale (ONG) Ecole Instrument de Paix. L’dea di fondo che ha unito i premi Nobel di oggi agli altri organismi internazionali in questo cinquantennio è che la scuola sia al servizio dell’ umanità per aprire ai ragazzi la strada della comprensione reciproca, al rispetto della vita e degli uomini. La scuola ha la forza per educare alla tolleranza, qualità che permette di accettare negli altri modi di pensare e di agire  diversi dai propri. Questo avviene sviluppando il senso della responsabilità, uno dei più grandi privilegi dell’uomo. Più cresce il progresso tecnologico, più l’uomo deve sentirsi responsabile; per questo è compito della scuola  educare all’altruismo e alla solidarietà per abituarsi a vincere l’egoismo. Questa impresa di “educazione civica” si è tradotta nelle scuole del mondo in una multiforme  attività di documentazione informativa, e orientamenti educativi. Fino agli anno ’80, questo impegno era concentrato a rendere visibile la tragica realtà del divario tra il benessere del Nord e la povertà del Sud del Mondo. Si parlava di “Educazione allo sviluppo”, si privilegiavano progetti di cooperazione

con Africa, Asia, America Latina. Oggi si sono avvicendati una tale quantità di avvenimento mondiali, determinanti per tutta l’ umanità, che la coscienza collettiva ne risulta scossa più che in passato. Basti pensare ai cambiamenti radicali negli assetti geopolitici  globali dopo la caduta del muro di Berlino. Alle catastrofi ambientali (Cernobyl, Bophal), l’ effetto serra e il suo rapporto di causa effetto con deforestazioni e desertificazioni. Infine i grandi flussi migratori che premono sul vecchio continente europeo e su tutto il mondo industrializzato per cercare un benessere precluso nei Paesi di provenienza. Dall’interno della scuola, in tutti i Paesi d’Europa,  sono emersi spontaneamente segnali che esprimono la necessità di adeguare  il vecchio bagaglio culturale ad una dimensione attenta alle interdipendenze. La presenza dei figli degli immigrati nelle scuole europee ma anche la maggiore mobilità delle famiglie per le diverse tipologie del lavoro, ha prodotto problemi così vasti che la scuola si è trovata nella necessità di  individuare  forme di educazione in grado di rispondere  alle esigenze di una nuova complessità. Sul piano istituzionale e normativo abbiamo assistito nei vari Paesi ad un adeguamento della legislazione e, per gli aspetti didattici, al moltiplicarsi  di esperienze didattiche  rispondenti ai bisogni dei vari contesti scolastici. Una visione di insieme[1]di queste iniziative  permette di individuare una ridefinizione di valori etici e culturali. Si tratta di una pedagogia non basata sulla mera accettazione del diverso ma di uno strumento di consapevolezza che con il diverso si può costruire qualcosa di nuovo. Occorre su quel che lega i nuovi modelli educativi a quella che veniva definita “educazione allo sviluppo”.

L’orientamento pedagogico di oggi tende a fondere in un tutt’uno l’educazione alla tutela dell’ambiente con l’educazione alla pace, ai diritti umani, e certamente all’antirazzismo. Qualcuno ha introdotto il termine “Educazione alla globalità”[2]. Per lo stesso principio di responsabilità, solo una consapevolezza individuale delle vicende e dei fenomeni globali del pianeta, incluse le migrazioni,  potrà sedimentare una identità di cittadini che “pensano globalmente anche quando si agisce localmente”

 Bibliografia:

Franco Cambi, Intercultura: Fondamenti pedagogici, Carocci Editore, Roma, 2002 

Caritas, Immigrazione, Dossier Statistico, Anterem 2002 

Popolazione,Ambiente e Sviluppo, Rapporto sintetico, Dipartimento Affari economici

e Sociali, Divisione Popolazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite , New York 2001 

Francesca Gobbo, Pedagogia interculturale: il progetto educativo nelle società complesse, Carocci, Roma 2000 

F.Gobbo e A.M.Gomes, Etnografia nei contesti educativi, , in Etnosistemi, anno IV/6-Gennaio 1999 

Caritas di Roma, Italia Multiculturale, edizioni Anterem 1997 

La condizione dell’Infanzia nel mondo  Rapporto UNICEF1996 

I Rifugiati nel mondo, La ricerca delle soluzioni, ACNUR  1995 

Ianuradha Vittachi, Stolen Childhood, In search of the Rights of the child, Polity Press, UK 1989

1) Outil Pèdagogiques Interculturels, Un inventaire sélectif de bons exemples dans l’ Union Européenne,,1977 Steunpunt Intercultureel Onderwijs, Gand,Belgique  

 2) Incontramondo , Materiali di educazione allo sviluppo e alla multicultura a cura di Paola Berbeglia, Cies Roma 1992

intervista ad Alberto Sordi

I ricordi della memoria

pubblicazione sui ricordi di personalità, dei genitori e nonni degli studenti, proposto dalla Preside Licia D' Urso della S.M.S Nosengo di Arzano, Delegata provinciale E.I.P e divenuto un progetto nazionale. Riportiamo l' intervista ad Alberto Sordi di Donatella Baglivo CIAK 2000. Riduzione ed adattamento di Vittoria Milano

 

D. Alberto, cosa ricordi del periodo della guerra?

R. Eh cara mia! E' stata proprio nà bella musica.

D. Musica? In che senso?

R. Nel senso che ho partecipato alla II Guerra Mondiale come allievo della "Banda Presidiaria dell'81° Fanteria"

D. Allievo musicante, ecco il perché del riferimento alla musica.

R. Esatto! Invece del fucile ho imbracciato lo strumento musicale. Fu un'idea di mio padre, che, conoscendo la mia avversione per la guerra e il mio amore per la musica, mi consigliò di sostenere l'esame di ammissione nella banda dell'esercito. Così feci: suonavo i timpani. Bada bene: li "suonavo" non li rompevo. Ah, ah. A parte gli scherzi, per me, fare il militare divenne il pretesto per continuare a fare teatro.

D. So che hai partecipato in quell'epoca ad alcuni spettacoli teatrali….

E' vero! Ho fatto "I tre aquilotti" (ero uno dei tre) "Zara bum" al Quirino e poi uno spettacolo al teatro Galleria.

D. Cosicché, in guerra, hai fatto l'attore e nel film di Monicelli "La grande guerra" hai fatto il soldato.

R. Ah, Ah non c'avevo mai pensato. Grande film quello! Il più bello, il più incisivo, il più significativo di tutta la cinematografia mondiale. Le scene, girate in Agosto erano più realistiche della stessa realtà, che era ambientata in pieno inverno. Te poi immagginà… il caldo e la fatica. Dentro alla trincea, cò quelle divise pesanti, i mantelli, gli scarponi, che affondavano nella neve finta... ma è stata una grande emozione.

D. Per quello  che hai vissuto sul set?

R. E' stato come se fossi davvero di nuovo al fronte. E poi la storia bellissima di questi protagonisti, un po’ vigliacchi, come sai l'altro era Vittorio Gassman, che trovano coinvolti in una guerra  che non volevano fare, cercano di infrattarsi in ogni maniera .. e poi per non tradire i propri commilitoni e salvargli la vita, diventano due eroi. Eroi veri, che cò tutta la fifa che c'avevano addosso hanno resistito. Per me quelli che dicono di non aver paura e si buttano davanti alle bocche del fucile, non sò eroi, sò pazzi..

D. Credo proprio che tu abbia ragione. Ma, tornando a te, poi prendi un sacco di premi, per il film di Comencini "Tutti a casa".

R. Anche quella una storia bellissima, convincente, che rispecchia lo stato di caos e la confusione di quel momento storico. E' la vicenda di un ufficiale, che crede di servire la patria da uomo d'onore e invece stava a vivere una situazione quasi farsesca.  E' proprio successo così. Anche per noi del cast cinematografico, mentre stavamo andando sul set per il montaggio del film e non sapevamo che c'era stato l'armistizio, sentivamo alla radio il proclama di Badoglio. Appena arrivano i Tedeschi ci sparano addosso. Allora io corro al telefono, mi metto in contatto con il comando e dico: "Pronto? Signor Colonnello, i Tedeschi si sono alleati con gli Americani! Vedi il paradosso. Mica si poteva pensà su due piedi che eravamo noi ad essere alleati cò l'America. Ecco perché quando parlo ai giovani dico sempre: "Parlate con i vostri nonni, fatevi raccontà quello che è successo veramente, negli ultimi 40, 50 anni di storia. Solo loro, che hanno vissuto quei fatti e vi vogliono bene, vi diranno la verità". 

 

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