Le Attività - 2003 - Comunicato Stampa |
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FIGURE
DI TERRA: DIALOGHI SILENZIOSI CON LA VITA
" a cura di Giannina Scorza Aperta fino al 7
maggio 2003
Reconditi segreti e fremiti emozionali, da sondare e
rivelare: per accedere l’ermetica complessità della psiche e della sensibilità
della creatura umana; evidenziando, peculiarmente, le suggestioni e le
seduzioni, i palpiti e i tormenti della personalità
e dell’introspezione femminile. Sculture in terracotta, decorate con pigmenti
naturali: plasmatore come metafore in cui fissare, arditamente e sinuosamente
imprimere, ogni possibile allusione-adesione alla realtà del mondo muliebre, ed
alla sua reattività commotiva e sentimentale. Sagomature dall’imprinting
vigoroso ed aggressivo, trepido e sensuale; silhouettes dagli emblematici
profili icastici e caratteriali: riferimenti diretti alla tematica della
femminilità; da interpretare come “filtri” di tutti gli interrogativi e le
speranze, le attese e i disinganni del vivere donna. “Figure di terra:
dialoghi silenziosi con la vita”, è la denominazione della personale della
scultrice Daniela Bartolini. L’artista ha realizzato per la mostra
allestita preso il “Pozzo” di Satura, una selezione di opere in creta
monocroma e policroma: proponendo gli esiti del suo fare come “icone” e
transfert degli stati d’animo, tipici dell’emotività femminina. Amalgamando
– nel compendio degli elementi (terra, acqua, colore, fuoco)anche tutte le
componenti elucubrative sul senso – scopo del vivere è la portata finalistica
dell’esistenza. Daniela Bartolini è fautrice di un linguaggio plastico
determinato e mediatico: che traspone - nella
materia foggiata – comunicazioni di ripiegamento meditativo. Trasformando le
fattezze di volti, corpi, intrigamenti posturalità, in un sollecitante e
propositivo dialogo – cantico con le istanze, la dignità, la coscienza, le
aspirazioni, che sanciscono la condizione esistenziale di ogni donna. Le forme
scolpite, rivelano un codice espressivo, esperito con linee e contorni
voluttuosi e mordaci, di allegorica “fissità” di atteggiamenti;
profondamente ispirati - nella consistenza della fattura - a
rimandi arcaici e arcani, a valori archetipi, alla rielaborazione
onirica, alla simbologia più consolidata nell’immaginario collettivo.
Elaborazioni che effondono molteplicità e variegatezza di significati e
richiami culturali: che si integrano ed interagiscono con i parametri di lontani
periodi storici e civiltà; attingendo tropicamente ad eredità stilistiche
epocali al magnetismo del mito. Le creazioni della Bartolini raccontano
“eterne” storie di vicissitudini femminili; sono descrizioni monografiche di
silenziosi dialoghi con la vita. Cronache di un vissuto che sfiora i territori
del ricordo, dell’inconscio, evoca stagioni felici e dolorose. Resoconti di
accadimenti e di eventi, fatti affiorare nelle anse delle modanature, nelle
pieghe dell’argilla: ove si avverte la presenza, il florilegio delle
vibrazioni, delle estrosità, della fantasia, della poesia e della sofferenza
“dell’altra metà del cielo”. L’espressività dirompente e panica della
scultrice, conferisce sostanza interpretativa alle risultanze estetiche ed acuta
testimonianza alla disamina intimistica di quelle qualità e valentie. Così che
i tratti somatici, le pose dei personaggi dei soggetti scultorei della Bartolini,
divengono teatri e medium di angoscia e serenità, di passione e patema:
forme-figure che dalla terra, traggono taciti quanto fecondi colloqui, con la
vita e con l’arte. |
SATURA
Associazione Culturale
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