Le Attività - 2003 - Comunicato Stampa 





Sabato
22 marzo ore 17.00
Inaugurazione

" SILVIA BATTISTI  "
mostra personale

a cura di Mario Napoli

Aperta fino al  9 aprile 2003
dal martedì al sabato ore 16.30 - 19.00

chiuso lunedì e festivo





    Scrivere sui propri lavori non è cosa facile, anche perché il percorso è stato lungo, interrotto, banalizzato a volte, ripreso, sempre alla ricerca di qualcosa che mi desse il senso della libertà e del silenzio profondo in una realtà dove cammino, guardo e resto tante volte coinvolta dalle emozioni.
    Si può dire che l’inizio del mio lavoro è stato il desiderio di uscire, di rompere quel qualcosa (educazione, formazione culturale, situazione sociale ed economica, ecc.; condizionamenti di cui non sei cosciente) che impediva di ritrovarmi in sintonia.
    Il segno, il gesto sulla tela divengono marcati e deformanti: i colori sono di origine espressionista e lo spazio è valorizzato da questi, ma sono i segni gestuali a creare il ritmo, l’emozione.
    A questa visione si opponeva la ricerca astratta dello spazio e della forma geometrica, due modi di essere iniziali della mia ricerca.
    A proposito mi sono diplomata in Scenografia negli anni ’60 e la mia tesi è stata su Oscar Schlemmer e il teatro astratto nel contesto del Bauhaus – a questa scuola ed ai suoi artisti mi sono sempre sentite vicina.
    Alcuni anni della mia gioventù li ho vissuti in Svizzera tedesca e le mostre al Kunsthaus di Zurigo sono state l’alimento nuovo che mi apriva a nuovi orizzonti e a nuove riflessioni.
    Nella fase successiva, dopo un periodo legato alla ricerca simbolica – figurativa, il segno in sé, come scrittura di lettere di antiche culture, quali quella ebraica (ho frequentato anche un corso sul pensiero ebraico e di lingua ebraica all’Università di Gerusalemme) mi ha dato una nuova percezione  dello spazio che nella sua stesura diventa suono che incontra, si interseca, sale, scende, si muove, cambia direzione, ecc. C’è, a volte, in alcuni  lavori, uno spazio centrale che, tramite il colore, genera le lettere e da loro movimento.
    Una terza fase mi riporta di nuovo al tema dell’uomo: la costatazione dell’ambiguità e della molteplicità dei comportamenti che la stessa società ci modella.

    Nascono così disegni in cui profili umani si intersecano, si duplicano con linee che si rincorrono ed occhi che guardano di fronte. E’ rappresenta l’inaffidabilità o meglio l’inafferrabilità dell’essere umano in una società votata all’avere o non all’essere.

Con preghiera di pubblicazione e/o divulgazione.

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