Le Attività - 2003 - Comunicato Stampa 

Sabato 22 febbraio 2003 ore 17.00
Presentazione del volume

"AUTONOMIA, POTERE, MINORITÀ"
Del sospetto, della paura, della meraviglia, del guardare con altri occhi.


Giampaolo Feltrinelli Editore (2002)
di  Alfonso Maurizio Iacono

Interviene con l’autore Aldo Giorgio Gargani

- L’autore

Alfonso M. Iacono insegna Storia della filosofia politica all’Università di Pisa. Tra i suoi lavori: Il borghese e il selvaggio, Milano, 1982, Teorie del feticismo, Milano, 1985, L’evento e l’osservatore, Bergamo, 1987, Le fétichisme. Histoire d’un concept, Paris, 1992, Tra individui e cose, Roma, 1995, Paura e meraviglia, Catanzaro, 1998.


- In breve


Una riflessione sul perché oggi, nell’Occidente democratico e libero, appaia così forte il desiderio di restare nella minorità, il bisogno di mantenere la propria sicurezza anche al prezzo della rinuncia alla propria autonomia.  Un’analisi che costruisce un percorso particolare, segnato dalla Repubblica di Platone, ma anche da Kafka, Pirandello, Tournier. 


- Il libro


Immanuel Kant definì la minorità quello stato in cui si è incapaci di usare il proprio intelletto senza la guida di un altro. Egli attribuì la permanenza nello stato di minorità, una volta che si erano prodotte tutte le condizioni per uscirne, alla pigrizia e alla viltà, cioè alla mancanza di volontà. Ma è sufficiente la volontà ? A più di due secoli di distanza, vi sono molte ragioni per dubitarne. Certo, è anche una questione di volontà, ma vi è anche un desiderio di restare nella minorità, un bisogno di mantenere la propria sicurezza anche al prezzo della rinuncia alla propria autonomia. Come il protagonista del racconto di Kafka, uscendo dalla nostra tana ci soffermiamo a contemplarla dall’esterno, a guardare cioè quel luogo della nostra sicurezza che però si rivela anche la nostra prigione. Ma accade più spesso che non usciamo mai dalla tana e che, come gli uomini incatenati della caverna di Platone,  non ci accorgiamo che quella tana è una prigione. Eppure siamo capaci di uscire dalla caverna e di guardare con altri occhi la condizione in cui ci troviamo. La nascita della filosofia dalla meraviglia dichiarata da Platone e da Aristotele e il ruolo del perturbante proposto da Freud non esprimono altro che due fra i diversi modi di quella capacità. Non è detto tuttavia che questo ci faccia uscire dalla minorità e ci assicuri l’autonomia, ma certo è un passaggio necessario per conoscere e fronteggiare il desiderio di restare dentro il guscio. Ciò è decisivo anche politicamente.

Con preghiera di pubblicazione e/o divulgazione.

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