Luigi Maria Rigon

Le Opere
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I Contatti
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Nasce a Genova nel 1932, dove vive e lavora. Dopo aver conseguito la maturità artistica e frequentato l'Accademia Ligustica, si dedica contemporaneamente all'insegnamento ed alla attività artistica. Negli anni sessanta la sua pittura ha per oggetto 11mmagine di consumo, con precisa attenzione ai problemi percettivi. Alla fine degli anni ottanta, l'immagine, estratta dalla vita quotidiana, viene rivelata con procedimento retinico realizzato pittoricamente, facendo riferimento metaforico alla tecnica di stampa.
     Attualmente, le composizioni pittoriche sono costituite da immagini frammentarie della realtà, messe in relazione con stretti rapporti dì affinità o contrasti e tuttavia saldate unitariamente da un sottostante tessuto geometrico, ( frammenti iconici ).


                                                          Critica

      Chi ha avuto modo di seguire lo sviluppo dell'opera di Luigi M. Rigon in questi ultimi anni, avrà certamente potuto cogliere lo stringente processo di riflessione sui mezzi e sui linguaggi della pittura che ha contraddistinto il lavoro dell'artista.
     La sua indagine si è andata pertanto indirizzandosi gradualmente sui sistemi di relazione che il linguaggio della pittura, con i suoi elementi di struttura e compositivi, il colore, ecc., stabiliscono all'interno dell'immagine: allo stesso tempo cercando di analizzare con continuo rigore i modi attraverso cui questi sistemi di relazione determinano le valenze comunicative.
     Certo, Rigon non ha abbandonato il dato riconoscibile di realtà all'interno dei suoi dipinti: esiste infatti tuttora un racconto. Tuttavia questo racconto si compone e comunica non più attraverso la presenza narrativa del soggetto , bensì per mezzo dei sottili rapporti che vengono ad intercorrere fra le forme. Comunica, cioè, più che un contenuto, la tensione che gli oggetti‑forma determinano all'interno della superficie dei dipinto. Non a caso una delle componenti che più colpisce nei dipinti di questi ultimissimi anni  è quella sorta di dimensione rarefatta, distanziata, in cui ci si scontra fra la superevidenza degli oggetti e la loro sostanziale astrazione.

     Può parere certo un paradosso parlare di "astrazione" di fronte ad opere così chiaramente caratterizzate da immagini ad alto grado di definizione e di riconoscibilità.
     Tuttavia ciò non parrà improprio se si considererà la reale dinamica interna :ai dipinti di Rigon. Una dinamica in cui l'oggetto si fa portatore di un continuo gioco di rapporti di equilibrio e tensione fra valori di struttura -  composizione, superficie, ritmo, ecc. - e valori cromatici
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     Ma queste sono solo alcune delle indicazioni possibili per una lettura della mostra ‑di Rigon: una lettura che deve essere in ogni caso condotta ponendosi in stretta sintonia con gli interni rapporti di tensione volti a sondare le possibilità di comunicazione dei linguaggio della pittura.
      Rapporti che talvolta, al di là della evidente contingenza delle immagini, sembrano richiamarsi ad un dialogo con la storia stessa della pittura, in un confronto dialettico con quelle esperienze ‑che hanno messo in discussione la presenza dichiarata degli oggetti della realtà, dal magico primitivismo dei fiamminghi :al crudo estraniamento della Nuova Oggettività; via via fino alla inquietante riflessione linguistica che alcune delle scelte iper-realistiche di questi ultimi decenni hanno chiamato in causa.

                                                                                                                                                         Franco Sborgi

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- Sue opere figurano in musei e collezioni private in: Italia, Belgio, Finlandia, Francia, Spagna, Stati Uniti.

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Mostre personali e collettive.