Sergio Palladini

Le Opere
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I Contatti
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     E' nato a Genova nel 1936.,
     Vive e opera a Genova e Varigotti (SV).


                                                     Presentazione

     "E naufragar m'è dolce in questo mare"


     Raffaele De Grada

   
Artista è colui che, partendo da un dato oggettivo dei reale, invita lo spettatore ad un viaggio verso l'ignoto, ciò che lo spettatore non supponeva e che ora, vista l'opera, si trova davanti come un'isola deserta dopo un naufragio.
     A questa idea mi portano i paesaggi di Sergio Palladini con i loro ghirigori barocchi che ornano i cieli, che fanno lievitare le terre e le case come se il pittore, da una semplice veduta ricamasse il tessuto prezioso di un sogno.

     Il Palladini è un uomo colto e, come tutti gli uomìni di buona cultura, conosce bene la storia delle "avanguardie".
     Ma, proprio perché ben le conosce, egli le ha sedimentate in se stesso a cominciare da quella dei surrealismo che gli è più propria.
     Delle "avanguardie" Palladini infatti non ha raccolto la parte ideologica che stringe l'ispirazione nell'orto chiuso della variazione tematica.
     Ne ha desunto invece il pluralismo dell'immagine per cui i suoi quadri si sezionano in prospettive diverse, analitici al massimo, con una materia liscia e aderente al soggetto ma disponibili a letture aperte, senza un motivo comune riferito a un'unità compositiva.

    Per intenderci possiamo pensare a quei deliziosi pittori fiamminghi, Jeronimus Bosch è il genio, che frammentano il quadro in una successione di episodi ognuno dei quali ha un racconto in sé ma che tutti insieme ricreano quei pluralismo di immagini capaci di raccontare lo spirito dei tempo trasferendolo in un'astorica attualità.

    La "astorica attualità" di Palladini è la sua città di Genova e la sua natura ligure, quella che ha suggerito a Vincenzo Accame un parallelo con la poesia di Camillo Sbarbaro, la suggestione di una natura ricamata di rocce e di licheni che costituisce l'incanto della Rìviera Ligure quale si presentava prima che il turismo di massa la assediasse a rischio di comprometterne l'aspetto grazioso.

    Certo, i quadri di Palladini fanno anche pensare a quei "quadraturisti" dei Settecento che miniavano le pareti all'occhio compiacente di quelli aristocratici, qualcosa dì simile a quello che l'epoca liberty ha offerto alla nuova borghesia industriale.
    Siamo sempre nell'ambito di suggerimenti poetici destinati ad alleviare il freddo materialismo contemporaneo.

 

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Mostre personali e collettive.