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            Opere 
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          Carlo
      Merello è nato a Genova nel 1950. Architetto, lavora nel complesso delle
      arti visive interessandosi prevalentemente dei loro aspetti arcani e delle
      loro relazioni con la coscienza. 
          Dalla metà degli anni Settanta ad oggi la sua ricerca
      ha attraversato i valori della pittura neo-espressionista, con particolare
      attenzione al tema dell'autoritratto, fino a giungere ad una sintesi
      figurativa espressa da un simbolismo geometrico di forte valenza etico -
      spirituale. 
         
      Nei lavori dei primi anni Novanta lo studio del
      simbolismo criptico degli archetipi della visione viene elaborato mediante
      il disegno di improbabili case di apparente e fredda memoria neoclassica. 
          Attualmente, ultima tappa di questi anni, come proposto
      nella personale genovese del Giugno del 2001, dal titolo Verso casa, 
      riprende alcuni temi fondamentali della sua ricerca per
      riconsiderarli in un ambito “sociale” meno legato ad argomentazioni
      autoreferenti: nascono così i plastici “stabile-emozionale”, i
      “libri” e i “reliquiari”.
      
      
      
  
                                                                                                       
      Critica     
 Nel lavoro di ricerca di Merello, artista di formazione
      architettonica, non cessa di realizzarsi un dialogo teorico e uno scambio
      formale tra la dimensione del picto e del constructo e pertanto della
      superficie, graficamente trattata, e della struttura, volumetricamente
      articolata. 
           Sono riscontrabili, in certi aspetti
      stereometrici del suo linguaggio, ascendenze storiche nel Costruttivismo
      russo, dichiarate dallo stesso autore che, con Malevic, Tatlin, Leonidov,
      El Lissitskj, investe i valori formali di contenuti ideologico - sociali. 
           Ipotesi urbanistiche, moduli
      strutturali, rinvianti in modalità singole alle figure dell’antrhropos
      e multiple a quella dell’oikos, si presentano in soluzioni grafiche,
      scultoree e architettoniche che l’artista tende a catalogare
      tassonomicamente secondo tipologie, dette tipoidi, e denominazioni come:
      casa di confine, casa limite, casa soglia, casa dei nomi di Dio, casa
      pitagorica, casa matta o città in svolgimento, città digitale.
       
           Quest’ultima
      sviluppata su un piano lineare e in una dimensione minimale, si svolge a
      nastro come una sequenza di facciate di una tipica città italiana: una
      sua prima immagine è immediata, quasi racconto segnaletico e simbolico,
      leggibile graficamente, la sua seconda immagine è invece mediata da un
      fondo di specchio che la moltiplica in una prospettiva irreale,
      intangibile.
       
           L’abitabilità delle unità edilizie o dei
      complessi urbani di Carlo Merello è di carattere  spirituale, essendo le sue strutture pensate su elementi
      simbolici e non su funzioni.
       
           E’ attraverso un processo di trasformazione
      alchemica che la casa diventa tempio, che il complesso degli atti
      cerimoniali e cultuali istituisce la sacralità della dimora.
       
           Gli agglomerati urbani, dipinti negli anni
      Settanta, nei modi emozionali dell’Espressionismo, sono oggi leggibili
      come proiezioni verso l’esterno di disagi interiori, indagati anche
      successivamente nella serie degli autoritratti indiretti.
       
           Quella che un tempo era, nell’ipotesi
      dell’artista, la città sociale diventa nell’attuale lavoro la città
      spirituale.
      
      
       
                                                                                                                                                              
      Viana
      Conti
        
         
      A supporto dell'attività
      artistica ha pubblicato alcuni brevi saggi:
    
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