GIORNALE DI RETE N° 5

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ACQUA RISORSA DI VITA E BENE COMUNE DELL'UMANITA'

 

 

 

 

 I.M.S. Gelasio Caetani


Acqua, guerra, pace nel libro di Franco Scaglia

  Il 2003 è stato nominato dal Sistema delle Nazioni ‘l’anno dell’Acqua’, tema accolto dall’UNESCO e da altre istituzioni per la giornata mondiale del libro.

Tra le iniziative, che si concluderanno nella manifestazione del 23 aprile, ci sono in programma vari incontri con scrittori che nei loro libri toccano questo tema, quello della guerra e quello della pace.

Il 19 marzo è toccato alla nostra scuola. Alcune classi hanno incontrato lo scrittore Franco Scaglia, autore del libro “Il custode dell’acqua”, vincitore del Premio Campiello.

In questo momento di guerra per noi giovani incontrare una persona che ha vissuto lo scontro ancora in atto in Terra Santa, che ha visto l’odio fra popoli che non riescono a convivere sugli stessi territori pacificamente e che ce ne ha resi partecipi col suo libro è uno stimolo in più per lottare, o almeno per fare quel poco che possiamo contro la guerra e per la pace.

Protagonista delle vicende del libro è Padre Matteo, un frate francescano archeologo (che vive veramente a Gerusalemme) il quale si trova coinvolto in vicende misteriose fra i servizi segreti israeliani, un ricco uomo d’affari e un gruppo di giovani idealisti che si battono per la pace proprio come sta succedendo in questi giorni. Franco Scaglia si è trovato un po’ per caso in quelle terre, trascinato dall’amore per una donna che poi si è trasformato anche in amore per un territorio che nasconde in sé tanti misteri, tanti da spingerlo a scriverne un libro.

Per noi studenti che ci troviamo a dover convivere in questo clima di guerra è stato importante aver avuto chiarimenti o anche aver sentito il punto di vista di un uomo che si è trovato davanti per esempio a soldati che non fanno portare neanche una forma di formaggio da un paese all’altro.

È importante per farci sentire parte di questo mondo così crudele, comandato da persone che per avere potere uccidono centinaia d’innocenti, questo mondo che però è abitato anche da noi giovani che nel nostro piccolo facciamo di tutto per mandare aventi la nostra voglia di pace.

Per questo ringraziamo Franco Scaglia, per averci fatto sentire anche un po’ più grandi di quello che siamo.

 Sara Di Ruscio, 3° M Caetani

Acqua privatizzata?

 L’ acqua sulla terra è diminuita del 40 per cento in meno rispetto a trent’anni fa e gli scienziati avvertono che, intorno al 2020, quando ad abitare la Terra saremo circa 8 miliardi, il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile sarà di 3 miliardi circa. Le possibili soluzioni non fanno fronte al problema: le grandi dighe sono al centro di dibattiti, mentre la desalinizzazione, oltre ad avere costi economici proibitivi, presenta forti controindicazioni dal punto di vista ambientale ed energetico.

“Le guerre del ventunesimo secolo scoppieranno a causa delle dispute sull’accesso all’acqua” dichiarano gli studiosi del problema.

In risposta alla crescente scarsità d’acqua la Banca mondiale ha deciso di sostenere la privatizzazione delle acque e la tariffazione a costo pieno. Questa decisione sta causando sconcerto in molti paesi del terzo mondo dove forse in futuro la gente non si potrà più permettere l’utilizzo dell’acqua. Nel momento in cui l’umanità comincia a rendersi conto delle terribili implicazioni della crisi dell’acqua potabile, alcune multinazionali dell’alimentazione e dell’acqua, con il sostegno della Banca mondiale, stanno commercializzando le risorse idriche proprio nei paesi del terzo mondo.

Nel forum internazionale sull’acqua, organizzato dalle Nazioni Unite e dalla Banca mondiale, la voce dominante era chiaramente quella delle multinazionali.

La privatizzazione delle risorse idriche comunali può essere una cosa terribile e i suoi effetti sono ben documentati. Le tariffe vengono raddoppiate o triplicate e i profitti dei gestori aumentano anche del 700 per cento; la corruzione è evidente, la qualità dell’acqua diminuisce, a volte in modo drammatico, e si incoraggia lo sperpero ed un uso sconsiderato dell’acqua per aumentare il profitto mentre si chiude il rubinetto a quelli che non possono pagare.

E, soprattutto nei paesi più poveri, quelli che non potranno pagare moriranno.

  Gabriele Di Vita, 4° A Caetani

 

Cronaca di un’utopia che unisce il mondo

Un fiume di pace

Tutti insieme contro la guerra

  L’articolo che segue è stato scritto nell’immediata vigilia della guerra in IRAQ, ma anche ora che la guerra semina quotidianamente morte e distruzione rimane di sconcertante attualità nelle riflessioni e nelle proposte.

  Mai vista tanta gente. Mai. È arrivata da ogni parte d’Italia, ognuno con la sua identità ma tutti con la stessa bandiera multicolore e un solo grido: “NO ALLA GUERRA, SENZA SE E SENZA MA”. C’erano davvero tutti: studenti, politici, intere famiglie con bambini, nonni e cagnolini al seguito e poi i sindacalisti, i volontari di Emergency, le associazioni cattoliche, il gay village, i centri sociali, i disobbedienti, addirittura qualche coraggioso giornalista della nostra Tv che ha scelto di ignorare o quasi l’evento. Il Papa stesso è intervenuto con parole dure contro tutti i potenti che non si stanno mobilitando per impedire questa guerra.

Nonostante questo, è stato davvero un trionfo di colori, gioie e canti che, per una volta, sono andati oltre le ideologie politiche per affermare che questo non è l’unico mondo possibile! La capitale è letteralmente invasa, sembrava ci fossero non uno ma dieci cortei tutti insieme.

Da Piazzale Ostiense la testa del corteo ha anticipato la partenza per le 10.30 ed è arrivata dopo circa quattro ore a San Giovanni percorrendo dieci chilometri e sparpagliandosi per le vie del centro finché non si poteva più capire quale fosse la testa e la coda né il corso principale. Piazza S. Croce, piazza S. Maria Maggiore, Piazza Barberini, Piazza Esedra, Piazza Venezia, Piramide, via Cavour, Circo Massimo, via Merulana: ovunque. Un oceano di pace a dimostrare che l’Italia non è Berlusconi e l’America non è Bush.

Basti pensare alla folla  che si accalca sulla Prima Avenue a Manhattan.

Americani si, ma non guerra-fondai! Classe media e sindacati (incredibile davvero!) che mani-festano per affermare che essere contro la guerra  non significa essere contro l’America. Cosi come l’Inghilterra non è Blair: ed è stata a Londra la più grande protesta dopo quella romana.

Dove comincia e dove finisce, dunque, la pace?

Kant scrisse che la pace era un paradosso ma, insieme,  un’utopia possibile. E visti i centodieci milioni di ieri, una nuova speranza oggi sembra esserci. Si, è impensabile che l’unica soluzione possibile sia la guerra, che non può essere una guerra intelligente, addirittura “chirurgica”, ma sarà morte e distruzione per la popolazione civile irachena che già oggi, a causa del suo dittatore, vive una situazione economica e sociale drammatica. Forse l’unica via da intraprendere resta ancora la via diplomatica, perché la storia ci insegna che non esiste guerra senza morte e che il dialogo è l’unica alternativa per una  soluzione pacifica. Per fare questo però è necessario che ognuno capisca le ragioni dell’altro.

Quel frammento di arcobaleno si è esteso da una parte all’altra del globo. Il mondo intero è contro la guerra: Roma, Londra, Berlino, Atene, Amsterdam, New York, Madrid, Parigi Melbourne, Tel Aviv, Tokyo, Lisbona, Berna, Bruxelles, Zagabria e gli iracheni di Baghdad. Tirando le somme si contano sei-cento manifestazioni in settanta Paesi.

Questa è l’altra faccia del mondo. Quella che combatte ogni giorno le sue guerre, quella fatta di mamme e papà con i loro bambini, di lavoratori e disoccupati, di giovani studenti e anziani pensionati. Questa moltitudine è ciò che fa girare il mondo, con la certezza che qui l’unica utopia sia non credere in una realtà migliore. Sono tutti in strada e non c’è più un centimetro di asfalto libero per chi non canta, suona e balla per la PACE.

  Chiara Bergantini, 4° A Caetani

Gemellaggio Caetani - Saint Charles: Roma e Orléans unite grazie alla pace.

Insieme… grazie pace!  

Cronaca di uno scambio. La felicità dei ragazzi che hanno partecipato e il rammarico di quelli rimasti a casa.

  È stato in un momento in cui il mondo è pieno di tensioni, di morte e distruzione, che gli alunni del 3M e del 4G dell’istituto linguistico Gelasio Caetani, hanno trovato il loro momento di pace e serenità.

Tutto è iniziato il 26 febbraio, giorno della partenza dalla caotica Roma per la tranquilla cittadina della Francia Orléans, nei pressi di Parigi. Uno scambio questo realizzatosi grazie ai sereni rapporti che intercorrono tra le due nazioni, molto diverse per quanto riguarda usi e costumi ma comunque unite da un sentimento universale: la pace.

Un’accoglienza calda e piacevole delle famiglie di alcuni ragazzi della scuola privata S. Charles ha entusiasmato il gruppo di Roma che ha trascorso dieci indimenticabili giorni, coltivando le nuove amicizie francesi e rafforzando quelle italiane. Dieci giorni all’insegna del divertimento e dello svago, lontani dai pensieri che quotidia-namente infestano le nostre menti, quali la guerra che, se fosse già scoppiata non ci avrebbe permesso di vivere questa esperienza così importante che ci ha dato la possibilità di confrontarci e relazionarci con altri ragazzi, i quali, nonostante le diverse abitudini, hanno molti aspetti in comune con noi.

Questo è ciò a cui si dovrebbe pensare: non fare la guerra, non uccidere un popolo e non compiere attentati terroristici. Si dovrebbe invece pensare di stare vicini, condividere momenti belli e anche brutti, ma sempre e comunque portando insieme a noi quella ‘cosa’ chiamata pace.

  3° M Caetani  

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  S.M.S. Fabrizio de André

Acqua fonte di vita / acqua causa di morte

  La nostra classe ha affrontato il tema dell’acqua sotto due punti di vista: la pioggia benefica che irriga i campi, che crea zone acquitrinose che permettono la vita a molte specie di animali e piante, l’acqua che sgorga pura dai ruscelli, ecc., ma pure l’acqua che provoca alluvioni e che avvelena.

Riflettendo su questo problema ci siamo accorti che, se non fosse per colpa dell’uomo, l’acqua non sarebbe causa di morte. Infatti è l’uomo che con il suo operato provoca lo straripamento dei fiumi a causa della cementificazione degli argini, la rettificazione del corso dei fiumi, la costruzione di dighe, strade e case troppo vicino ai fiumi, ed è sempre l’uomo che provoca anche frane a causa della deforestazione e queste producono, durante i periodi di grandi piogge, alluvioni. È l’uomo che inquina l’acqua con gli scarichi delle fabbriche, buttando i rifiuti in mare e nei fiumi, usando navi vecchie e malandate per trasportare petrolio che poi affondano con il loro carico e, quando fa le guerre, bombardando le centrali elettriche e quindi impedendo che i depuratori funzionino, usando armi radioattive e chissà che altro ancora!

  Bernadetta Fleszar , 2° M – s.m.s. F. De André

UN FULMINE ASSASSINO

  Come un fulmine nel cielo

spietato e assassino

un missile sorprende

chi proprio non c’entra niente

ignaro del pericolo

che su di lui incombe

anche se un po’ se l’aspettava

come ci si aspetta un fulmine

durante un temporale.

  Claudia Pertile – IIM – s.m.s. “F. De André”

 

ALLARME! C’E’ UN BUCO NELL’ACQUA DEL PIANETA

  Il 16 marzo 2003 a Kyoto si è aperto il terzo Forum Mondiale sull’Acqua organizzato da vari governi, agenzie internazionali e altre organizzazioni non governative.

Sono molti anni che si discute su un problema ormai di enorme importanza come il fatto che la disponibilità d’acqua sulla Terra può finire. La prima conferenza sull’acqua organizzata dall’ONU si tenne nel 1977 in Argentina con l’obiettivo di garantire l’acqua  a tutti e di costruire impianti fognari dove mancavano entro il 1980. Non fu così! Nel 1992 la Conferenza di Rio inserì l’acqua nel capitolo 18 dell’Agenda 21, ma nessun problema fu risolto. Il secondo forum mondiale sull’acqua si tenne nel 2000 all’Aja e si decise che l’acqua era anche un bene economico e quindi il suo prezzo doveva essere tale da evitare di sprecarla.

Basta qualche dato per capire quanto è grave la situazione:

il 20% (1,5 miliardi di persone) del mondo non ha acqua potabile

il 40% (oltre 3 miliardi di persone) non ne ha abbastanza per lavarsi, per l’agricoltura, per l’industria.

 Per far fronte a questo problema c’è chi costruisce dighe, rovinando però la natura (come la Cina) e c’è chi pensa che la privatizzazione dell’acqua sia una buona soluzione. A questa alternativa si è opposto il movimento dei no global, che ha organizzato, a Firenze, un contro-forum: il Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua.

I no global hanno paura che privatizzando l’acqua accada un altro disastro come quello del 1998, avvenuto in una zona del Sud Africa, detta Costa dei Delfini: la gente povera, non potendo pagare l’acqua, per potersi dissetare, la prendeva dalle pozzanghere. Così si è scatenata un’epidemia di colera, con 300 morti e 250.000 persone infettate.

[Da: Il Messaggero del 16/3/’03 e da: Vita NON PROFIT magazine del 21/3/’03]

Carola Fachechi – IIM – s.m.s. “F. De André

A FIRENZE NAZIONI SOTTO ACCUSA : « L’ACQUA NON VA PRIVATIZZATA »

  Al contro-forum di Firenze (21-22 marzo) dicono che a Kyoto stanno “vendendo” l’acqua del pianeta, trattandola come una merce e mettendola in mano a pochi. Le tariffe sono triplicate e i profitti delle società multinazionali crescono anche del 700% mentre la qualità dell’acqua peggiora.

L’acqua deve essere di tutti, non può essere un optional riservato solo a quelli con le tasche piene di soldi.

Per l’ “oro blu” si combatte in tutto il mondo: in Egitto, in Sudan e in Etiopia per il Nilo; in Iraq, Siria e Turchia per Tigri ed Eufrate e in tanti altri posti per tanti altri fiumi. La crisi idrica in Iraq è ulteriormente aggravata dalla guerra, dal momento che gli angloamericani stanno bombardando le centrali elettriche, per cui senza corrente non funzionano i depuratori d’acqua, inoltre la guerra porta sempre devastazioni tali che producono inquinamento e malattie di tutti i generi.

Nei prossimi anni si pensa che ci saranno ancora più guerre delle attuali 50 nel mondo e la maggior parte di queste guerre saranno per l’acqua.

Nel 2050, nella migliore delle ipotesi, 2 miliardi di persone in 48 Paesi soffriranno la sete. Nella peggiore delle ipotesi il numero dei Paesi coinvolti salirà a 60, mentre saranno 7 miliardi gli esseri umani assetati.

Oggi i Paesi più “assetati” sono: il Kuwait (10 m3 d’acqua pro capite all’anno), la Striscia di Gaza (52 m3), gli Emirati Arabi (58 m3), le Bahamas (66 m3), il Qatar (94 m3). Queste quantità sono molto al di sotto del 40 litri d’acqua pro capite al giorno, indispensabili alla sopravvivenza di ogni essere umano.

Si ritiene che “emergenza acqua” voglia dire che l’acqua sta finendo, mentre, secondo noi, non è l’acqua che manca, ma è l’uomo dei Paesi ricchi che la usa inutilmente, togliendola ai Paesi poveri. Ogni anno si ammalano per la mancanza d’acqua 5 milioni di bambini. In totale sono 15 milioni le persone che muoiono ogni anno per mancanza d’acqua, inoltre l’85% delle malattie nei Paesi poveri è dovuta a carenze idriche. Questi dati non sono uno scherzo!

Noi sprechiamo l’acqua per riempirci le piscine (in California ci sono 560.000 piscine e i suoi abitanti consumano in media 1.132.000 litri l’anno), mentre gli abitanti dei Paesi poveri darebbero l’anima per una goccia di quel liquido prezioso.

Dal 1950 al 2000 la disponibilità annuale pro capite d’acqua nel mondo è scesa dai 16.800 m3 ai 6.800 m3.

L’Italia è tra le nazioni europee che utilizza maggiormente l’acqua per usi domestici, preceduta dalla Finlandia e seguita da Spagna, Portogallo e Grecia.

Un cittadino nord americano utilizza 1.700 m3 d’acqua all’anno, mentre la media in Africa è di 250 m3.

“Non basta realizzare infrastrutture idriche nei paesi più poveri per risolvere il problema dell’accesso all’acqua. Per garantire un minimo di successo è necessario coinvolgere le comunità locali”, dice l’ingegnere idrico ugandese Muotalib Walude. E’ vero. Per esempio in Kenya (a Kirua) è stato costruito un acquedotto principale e 16 acquedotti di villaggio con la partecipazione della popolazione locale sia nelle fasi di bonifica, scavo, costruzione, manutenzione e amministrazione, sia contribuendo al 49% delle spese. Il resto è stato pagato dal Cefa (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura).

[Da: Il Messaggero del 22/3/’03 e da: Vita NON PROFIT magazine del 21/3/’03]

Sandra Chunga, Carola Fachechi, Claudia Pertile, Mattia Pulieri – IIM 

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S.E.S. 20° Circolo 


Insieme per l’Aniene

Visita al parco naturale dell’Aniene

 Siamo arrivati alla “Casa del parco”: una deliziosa casina in mezzo a un prato verde. Elisabetta, l’operatrice che doveva seguirci nel percorso, ci ha fatto vedere una cartina dei fiumi di Roma e ci ha chiesto dove si trovano secondo noi gli ambienti d’acqua nella nostra città. Poi ci ha mostrato un plastico delle vie dell’acqua: era una montagna con  una valle; ha preso un annaffiatoio e ci ha fatto vedere come si formano le vie dell’acqua.

 Sosta al gregge

Siamo arrivati in un prato verdissimo. Abbiamo visto un gregge di pecore nere e bianche; il pastore ha preso due agnellini e li ha portati all’ovile perché non sapevano camminare. Le altre pecore si sono messe a belare tutte raggruppate; un agnellino è rimasto: era nero ed era un po’ più grande degli altri. Prima di andarcene Federico ha preso un campione di terra: era dura e secca.

 Sosta al pioppo

Siamo arrivati all’albero del pioppo. Elisabetta ci ha fatto vedere le canne, poi Marta ha raccolto un altro barattolino di terra: era un po’ umida e compatta. Elisabetta ci ha detto di raccogliere un mucchietto di canne e ha separato le foglie dalle canne, ci ha spiegato che le foglie cadono in acqua e, con il passare del tempo, i pesci le mangiano per ricavarne sali minerali. Il pioppo era grandissimo, ci si poteva pure salire sopra, aveva i rami tutti contorti e ancora non aveva foglie. Era un meraviglioso spettacolo.

 Sosta al fiume

Ed ecco finalmente in lontananza il fiume Aniene con tante canne di bambù accanto. Qui abbiamo fatto il terzo prelievo di terra, non abbiamo trovato proprio solo terra ma anche sabbia bagnata. Le acque del fiume erano un po’ sporche e sulle spiagge c’erano degli uccelli strani, forse cornacchie. In fondo al fiume si notavano delle alghe scure che gli davano un colore marroncino. Le acque dell’Aniene scorrevano tranquille verso il Tevere che era abbastanza vicino.

 Sosta al laboratorio

Quando siamo arrivati al laboratorio Elisabetta ci ha fatto vedere delle vaschette in cui c’erano alghe, foglie secche, canne di bambù, chiocciole e pesciolini. Dopo ci ha fatto vedere un’altra vaschetta in cui c’erano foglie secche e un verme acquatico. L’acqua delle due vaschette era sporca, piena di terra. Ci ha mostrato pure una pelle di serpente che era un po’ rovinata. Elisabetta ci ha detto che i pesciolini mangiano i frammenti delle foglie perché contengono i sali minerali e delle mini larve di insetti. Osservare quelle vaschette è stato molto interessante.

 2° C Pistelli

Goccia a goccia

 Goccia a goccia

l’acqua scende dalle nuvole

e disseta gli alberi.

Goccia a goccia

l’acqua si scioglie

dalle montagne ghiacciate

e forma un fiume.

Una goccia sembra nulla

ma insieme a tante gocce

forma un mare.

Una parola

con tante voci

diventa grande: PACE!

 2° F Pistelli

… È il momento di riflettere …

 Da circa due mesi a questa parte, abbiamo letto, ricercato, ascoltato spiegazioni, scritto, disegnato e, soprattutto, parlato e pensato intorno all’argomento del nostro percorso in preparazione della settimana della Cultura Scientifica : l’ACQUA.

Alla fine ci siamo chiesti come sia possibile che, al giorno d’oggi, ci siano ancora luoghi nel mondo che non abbiano a disposizione gli strumenti necessari per far sì che questo inestimabile elemento naturale sia vicino ai luoghi dove esistono insediamenti umani.

Noi non vogliamo chiederci troppi ‘perché’; i nostri studi sull’importanza dell’acqua ci spingono ad occuparci, ancora prima, dei ‘perciò’. È per questo che abbiamo pensato, insieme ai nostri genitori ed ai nostri insegnanti, di aiutare chi cerca di risolvere in modo efficace e diretto il problema della mancanza dell’acqua. Parteciperemo infatti ad un progetto di OLTRECONFINE, un’Associazione per la Solidarietà che non ha fini di lucro e che, tra le altre iniziative, si occupa di scavare pozzi per portare l’acqua in alcuni villaggi dell’Eritrea e per fare questo ha bisogno di una trivella.

 Gli alunni delle scuole Pistelli e Vaccari

L’origine della bandiera della pace

 In tanti ci chiediamo il significato della bandiera della pace.

Il primo ad utilizzare i colori dell’arcobaleno, come simbolo di fratellanza tra i popoli, è stato Bertrand Russel  che la usò in occasione della minaccia nucleare per protestare contro la lotta agli armamenti tra le due super potenze, URSS e Stati Uniti, nel 1950. Perché usò i colori dell’arcobaleno? Perché hanno la caratteristica fisica di restituire la luce bianca se fatti roteare velocemente. I colori dell’iride furono simbolo di pace e di speranza dopo la tempesta della seconda guerra mondiale.

Nel racconto del diluvio universale Dio pone l’arcobaleno come sigillo della sua alleanza con gli uomini e la natura. L’arcobaleno diventa così il simbolo della pace tra terra e cielo.

Crediamo sia con questo spirito che vadano interpretate le migliaia di bandiere che in tutta Italia colorano le nostre città e manifestano la comune voglia di pace.

4° B Pistelli

Pensieri di pace

Pace, pace, pace.

Sei sempre in qualche altro luogo,

perché non vieni in Iraq?

Lì stanno per fare la guerra, e io non la voglio.

Su balconi, sulle finestre, sugli stendini

gi uomini e le donne mettono cartelli di pace.

Vai da loro e te ne saremo grati.

Così non ci sarà più tristezza nei cuori degli altri,

ma pace solamente.

 Secondo me la guerra è una cosa completamente inutile, perché provoca solamente morte per i paesi che la fanno. Ora è l'America a voler fare la guerra contro l'Iraq perché vuole prendersi tutto il petrolio. Ma le cose che mi hanno fatto più arrabbiare sono queste: la prima è che con tutti i soldi che ha Bush non lo vuole comprare (l'Iraq vende il petrolio). La seconda è che l'America ha proibito all'Iraq di vendere il suo petrolio. Secondo me, comunque, i popoli dovrebbero stabilire una regola a cui i governanti non si possono opporre. La pace deve entrare nella capoccia di tutti.

3 G e 3° H Pistelli

 

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S.E.S. 62° Circolo 

Storia di uomini e fontane

 Le fontane sono importanti perché permettono a tutti di utilizzare l’acqua liberamente, ma possono anche essere un’opera d’arte. Una mattina la maestra ci ha raccontato una storia su questo argomento. Una volta un avvocato di New York in visita a Roma incontrò un tassista, appassionato di fontane, un giorno in cui anche lui aveva voglia di vederne qualcuna. Pulvers e Novelli (così si chiamano i protagonisti) si fermarono a guardare per prima quella di piazza S. Andrea della Valle e, a questo punto, nacque nell’avvocato la passione per le fontane di Roma. Il tassista gli raccontò la loro storia (pensate che nella Roma antica erano 1500) e Pulvers tornò per otto anni a Roma a scattare ben duemila foto. Con quelle ha pubblicato l’anno scorso un libro e quando gli chiesero: “Qual è la fontana che ti piace di più?” lui rispose: “Non lo so!”.

3° C Franceschi

  L’acqua

  L’acqua che brilla,

l’acqua che bagna,

l’acqua che fredda come un gelo.

Tu sei la nostra regina,

tu sei la nostra vita.  

Ocsana Darina Skirchuk, 3° C Franceschi

  Pioggia

  Scendono le gocce della prima pioggia,

ascolta,

quando vedi che piange,

è solo una goccia di pioggia.

Parla con parole di vento,

sorride con un sole splendente,

e piange con la pioggia.

E splendida pioggia che fa...

Ocsana Darina Skirchuk, 3° C Franceschi

  L’acqua nuota

  Su un tavolo c’è un bicchiere

Nel bicchiere c’è il fuoco

Non sono un paroliere

E scusate se è poco

Tutto nuota nell’acqua

Pure una balena

Pure Qui Quo Qua

E sembra una cantilena

Il sole innamorato

Porta in cielo una donzella,

S’è pure incravattato,

Sulla nuvola ciambella.

  Beatrice Lupi, Viola Locci, 2° B Franceschi  

La storia di gocciolina

  Questa è la storia di gocciolina

goccia d’acqua marina

nel mare viveva

con i pesci giocava

oh che felicità.

 

Ma un giorno dal mare

gocciolina scompare

perché il sole la fa evaporare.

Su nel cielo s’innalza

poi di colpo rimbalza

oh che felicità.

 

A una nuvola bella

gocciolina si afferra

e insieme alle altre gocce saltella

finché formano insieme

delle gocce più piene

oh che felicità.

 

Quelle gocce di pioggia

cadon sopra la terra

che le assorbe e alla sorgente

le porta

un torrente si forma

che poi scende nel fiume

oh che felicità.

 

Gocciolina ormai stanca

scivolando nel fiume

piano piano ritorna nel mare

e così può tornare

con i pesci a giocare

oh che felicità.

Franceschi

Pace tu sei…

  Pace tu sei un sole allegro blu splendente,

sei un’aquila magica dalle ali d’oro,

sei una nota dal suono corallino,

sei un cuore caldo galleggiante

sei l’odore di grano uscito dal forno,

sei il sapore leggero della pesca.

Quando ti penso io mi sento leggero come una farfalla

e a chi vuole la guerra urlo: smettetela!!!

  Shams e Andrea

4° B Franceschi

Storia matta dell’acqua

  C’era una volta un tavolo che un giorno s’allagò, cioè si allagò la casa in cui stava il tavolo con il bicchiere sopra. Per fortuna nel bicchiere avevano messo un po’ di fuoco che fece evaporare tutta l’acqua nella casa. Si formò una grossa nuvola a forma di ciambella che rapì una ragazza e la portò in cielo, dal sole, che s’ innamorò di lei sperdutamente. La nuvola ciambella andò a piovere su un villaggio africano dove non pioveva da tanti anni e questa è l’unica cosa sensata di tutta questa storia.

SES OBERDAN

L’acqua ha paura

  Madre natura tutta l’acqua ha paura,

con tutti gli inquinanti i problemi sono tanti,

son tanti davvero: un cocomero è nero

una pera è lucida ma all’interno è lurida.

Il Tevere è inquinato ma va sempre rispettato

perchè quando era pulito di pesci era gremito.

L’acqua piovana era molto più sana

e non come ora che è di color avana.

I pomodori sono marci

perché i pesticidi non fanno altro che passarci

e laghi e fiumi inquinarci.

Poi l’effetto serra fa seccare anche la terra.

Per cui capite quanto è importante l’acqua?

Se non ci fosse vi disidratereste

e poi con che vi lavereste?

L’acqua va rispettata perché senza di essa

La vita non sarebbe mai nata!!

 5°C T.P. Oberdan

L’acqua è…

  L’acqua

scroscia, sciacqua,

spruzza, sprazza.

  L’acqua è

fredda o calda,

mossa o calma.

  L’acqua

ondeggia, spumeggia,

raffredda, biancheggia.

  L’acqua è

schiumosa, agitata,

dolce o salata.  

L’acqua ti dà una sensazione di

gioia, allegria,

amore, energia.

  L’acqua si può paragonare

a un diamante lucente,

o a uno zaffiro splendente.

  L’acqua è

pericolosa ma

anche molto preziosa.

  Silvia Viola, 5° C Oberdan

Sorella acqua un diritto dell’umanità

  L’acqua è una cosa molto importante, per tutto il mondo. È una  parte della nostra vita, fin da piccoli abbiamo sempre con noi  l’acqua, anche  nella pancia della mamma i bambini nuotano. Non è fondamentale solo per la vita di tutti i giorni, ma è anche fonte di energia, è dentro ai cibi e negli organismi viventi, quasi tutto contiene dell’acqua. Quando apriamo il rubinetto di casa nostra, per bere o per lavarci, non ci viene in mente che ci sono paesi dell’Africa, dell’Asia, dell’America del Sud che muoiono per mancanza di acqua. Nel mondo 800 milioni di persone non hanno il rubinetto in casa, 1,3 milioni di persone non hanno acqua potabile e 200 milioni di bambini muoiono ogni anno per questo grave problema. in Africa le donne per prendere l’acqua devono percorrere chilometri e chilometri. Spesso è anche inquinata e questo problema dell’inquinamento è brutto perché non solo le persone muoiono per fame e per sete: ci si mette anche l’inquinamento! Ma il problema dell’acqua non è solo in Africa o in altri paesi poveri, ma addirittura in Italia cioè in Sicilia. Nelle case ci sono cisterne a pagamento, c’è emergenza idrica e le falde acquifere sono controllate dalla mafia.

Molto spesso le persone che hanno acqua in abbondanza la sprecano dimenticandosi dei problemi dei paesi dove ce ne bisogno. Io però la penso diversamente: a molti sembra uno scherzo ma io queste persone un giorno le vorrò vedere al posto di quelli che per un po’ d’acqua e d’aiuto darebbero qualsiasi cosa perché se si vuole parlare veramente d’uguaglianza bisogna fare il grande passo: dare a tutti una terra su cui vivere tranquillamente e non un posto dove la gente muore di sete! Ma per fortuna tra pochi giorni ci sarà un congresso a Firenze dove si parlerà delle risorse idriche. Secondo, e spero anche secondo gli altri, si dovrebbe trovare una soluzione a tutto questo, ad esempio cominciare a costruire pozzi nei paesi poveri L’acqua non deve mancare a nessuno. L’acqua è sorella di tutti e di tutto il mondo.

  5° B Oberdan  

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S.E.S. 68° Circolo

Il Tevere. I ponti di Roma

  La mia città e il suo fiume hanno una storia molto, molto antica. Nell’antichità il Tevere divideva due territori: nella sponda destra vivevano gli etruschi e nella sponda sinistra vivevano i romani. Dopo la nascita di Roma sul fiume sono stati costruiti dei ponti. Noi bambini abbiamo voluto sapere dall’archeologo che ci ha accompagnato sul Tevere come si costruisce un ponte. Prima di tutto si deve spianare la sabbia per alzare il pilone, poi togliere l’acqua per versare la malta e finalmente costruire l’arco. In antichità si faceva tra un arco e l’altro un buco nel pilone centrale. Questo buco si chiama occhialone perché assomiglia ad un occhiale; serviva quando c’erano le piene, l’acqua passava lì dentro e si riduceva la spinta sul pilone.

Tutti i ponti romani sono fatti a schiena d’asino cioè la parte superiore del ponte è fatta ad arco. Il nostro archeologo ci ha insegnato a leggere un ponte, cioè a individuare le sue caratteristiche. Per primo abbiamo visitato il Ponte Fabricio. Ha tre arcate. Abbiamo letto le epigrafi romane che sono scritte in latino. L’isola Tiberina era dedicata a Esculapio, Dio della medicina, che aveva come simbolo il bastone con il serpente attorcigliato. Abbiamo anche visto il Ponte Rotto che è stato restaurato più di quattro volte, ma poi non è più stato ricostruito, il Ponte Palatino che è posizionato in obliquo dietro il Ponte Rotto, il Ponte Sant’Angelo, di cinque arcate con ai lati tante statue, che fu restaurato da un architetto famoso, Bernini. E poi il Cestio, il Ponte Sisto e parecchi altri.

Oggi l’acqua del Tevere è molto inquinata; siccome scorre anche ad un’altissima velocità rovina i piloni; allora hanno messo delle barriere davanti ai piloni per ridurre l’usura causata dai detriti. Il ponte ha uno o più archi chiamati fornici.

Nell’antichità il fiume dava molte risorse perché ci si pescava, ci si poteva nuotare, si beveva l’acqua e la si usava per irrigare i campi.

Per i romani il fiume era una divinità. Adesso le due rive non sono curate e sono cresciute molte erbacce. Scendendo le scale degli argini si sente un odore sgradevole. Persone che non hanno un alloggio si accampano sotto i ponti con l’angoscia che il Tevere potrebbe alzarsi. Il Tevere viene usato anche per scaricare le fogne. Uno dei tanti problemi è che è molto inquinato, ma ci sono ancora uccelli e pesci che vivono nel fiume. Sull’isola Tiberina abbiamo intravisto un cormorano, un uccello che va in apnea per pescare.

 5° C e 5° D Girolami

Neve

Come petali di margherite scendono

Lievi piume dal cielo

E un bianco telo

Copre la terra.

 Seconda C eD Sanzio

Musica in cornice 

  In questi mesi nella nostra classe abbiamo trattato un felice argomento: L'ACQUA NELLA MUSICA.

Abbiamo realizzato degli acquarelli ascoltando dei brani musicali - da qui il titolo Musica in cornice.

Le maestre ce ne hanno proposti 8 e ognuno di noi ha rappresentato quello che lo ha colpito di più.

I - Aquarium (di Camille Saint-Saens)

E' una musica allegra, colorata, che vuole esprimere la vivacità dell’acquario.

Luca Piergiovanni

II - Reflets dans l'eau (Riflessi nell’acqua, di Claude Debussy)

…La musica sembrava un tintinnio armonioso, delicato, cullante, di campanelli d'argento. Ho messo  le braccia conserte sul banco, ci ho appoggiato il capo  e ho chiuso gli occhi.

Un’immagine, dapprima un po’ sfocata, ma subito dopo nitida, mi si è affacciata nella mente: un lago dalle acque calme, con riflessi arcobaleno, illuminato da uno splendente sole.

Un ponte marrone scuro, che si stendeva quasi nell’acqua limpida di un azzurro intenso, retto solo da quattro rachitiche gambe di legno.

Su questo, un vecchietto pescava tranquillo.

Sulla spiaggia dorata, i cui granelli sembravano brillare di luce propria, una bambina piccola giocava allegra con un bastoncino. Ad un tratto lei lo ha sbattuto con forza nell’acqua tranquilla, che è spruzzata in aria creando splendidi schizzi cristallini, per poi ricadere giù a mo' di fontanella.

Flavia Cordone

  III - Jeux d'eau (Giochi d'acqua, di Maurice Ravel)

…dà un senso di divertimento, di gioia, perché immagini tutti gli schizzi dell’acqua che saltano fuori da fontanelle e zampilli, regalandoti quel senso di allegria che ti fa divertire.

Alessandro Acierno

…È una musica fresca, calma.

Mentre ascoltavo il brano ho fatto finta di essere in una grande vallata. Il sole brillava su di essa facendone risaltare le mille sfumature. Mi accorsi di un rumore dietro le mie spalle. Girandomi scoprii un’imponente cascata: invece dell’acqua sembrava far cadere milioni di diamanti che al loro atterraggio schizzavano formando bellissime spirali.

Gaia Manetti

 

IV – Pour remercier la pluie du matin (Per ringraziare la pioggia del mattino, di C. Debussy)

Immagino quella leggera pioggia sugli alberi che prendono freddo; le pozze di fango che rispecchiano le nuvole e i laghi. Poi tutto si calma…

Edoardo Sonnino

 

V- Jardins sous la pluie (Giardini sotto la pioggia, di C.Debussy)

Penso a delle colline coperte di prati verdi  bagnati dalla pioggia primaverile.

Valerio Cini

 

VI - Ondine (Ondina, di M. Ravel)

È una musica dolce e nello stesso tempo molto triste.

Parla di una sirenetta di nome Ondina che si innamora di un mortale, lo prega di raggiungerla in fondo al lago e di diventare suo sposo, re dei laghi.

In quei momenti la musica è gioiosa, accogliente e piena di speranze.

Lui però risponde che ama un’altra.

Ondina sprofonda nella disperazione, alcune lacrime le rigano il viso, poi sparisce ‘in una nevicata che sparisce sopra i miei vetri blu’.

Gaia Manetti

 

VII - Une barque sur l'ocean (Una barca sull'oceano, di M. Ravel)

Dà un senso ‘acquoso’ e ‘artistico’.

Il pianoforte con arpeggi scroscianti rende le onde che travolgono la barca, nel mare in tempesta.

Francesco Cosentino

  VIII - Poisson d'or (Pesci d’oro, di C. Debussy)

È una musica veloce, limpida e leggera.

Immaginiamo pesci eleganti che si rincorrono con piccoli salti scherzosi in una scia di luce.

Scendono in profondità per poi risalire sulla superficie dell’acqua brillante.

Edoardo, Gaia, Valerio

  Redazione finale di Gaia Manetti.

    5° D t.p. Sanzio

 

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S.E.S. 139° Circolo

"L’acqua risorsa di vita per l’uomo, il suo ambiente e la sua cultura".  

Scuola Carlo Forlanini - 139° Circolo - Roma

L’acqua è vita

 L’acqua è un dono delle stelle poiché è nata nelle profondità dell'universo quando l’ossigeno proveniente da esse attirò l’idrogeno, la sostanza primitiva del cosmo. Quattro miliardi e mezzo di anni fa la terra era una sfera semisolida crivellata da vulcani che eruttavano gas ricchi di vapore acqueo. Molta acqua giunse sulla Terra trasportata dalle comete. Ad un certo punto l'atmosfera fu satura di vapore acqueo. Questo vapore, con il raffreddarsi della Terra si condensò e ricadde sulla sua superficie sotto forma di pioggia, dando così inizio al meraviglioso ciclo dell'acqua.

In seguito alle lunghe e interminabili piogge si formarono mari, oceani, laghi e fiumi. Grazie ad un particolare equilibrio di luce, temperatura, soluzione di gas e concentrazione salina si produssero delle sostanze organiche che trasformarono lentamente l'acqua del mare in una sorta di ‘brodo’ dove comparvero le prime forme di vita. Queste creature monocellulari si evolsero in organismi sempre più complessi: alcuni capaci di utilizzare, grazie alla presenza in loro di clorofilla, l'energia radiante della luce per elaborare alimenti complessi dall'anidride carbonica e dall'acqua; altri invece dipendenti da questi per la loro alimentazione. Fu così che si creò la prima separazione tra il regno animale e quello vegetale.

Sappiamo che in seguito la vita emerse dal mare e si insediò sulla terra ferma in varie forme. Prima di tutto come materia vegetale e poi come forme di vita che da essa traevano alimento o che si divoravano a vicenda o che ricorrevano all'uno e all'altro tipo di alimentazione. Quindi non dipendevano più da un flusso esterno, poiché i loro tessuti erano irrorati da un fluido interiore: il sangue.

Da ciò è chiaro come il ruolo dell'acqua per l'inizio della vita sulla terra sia stato determinante. E proprio perché è stata la nostra prima ‘culla’, essa rimane un elemento vitale. L'acqua costituisce il 70% del nostro stesso corpo ed è insostituibile per ognuno di noi poiché trasporta il nutrimento alle innumerevoli cellule di cui siamo costituiti e porta via tutte le sostanze di scarto che derivano dal loro funzionamento. L'acqua è una risorsa insostituibile per vivere, non la possiamo sostituire con nessun'altra cosa. Ciò la rende una fonte di vita unica e particolare di cui tutti hanno bisogno. Non si può scegliere di servirsene o meno. Per questo la possiamo considerare un bene appartenente a tutta l'umanità.

Purtroppo, sebbene l'acqua ricopra il 71 % della superficie terrestre, possiamo attingere solo allo 0,008%. Di questo il 70% viene utilizzato dall'agricoltura, il 20% dall'industria e il 10% dalle attività domestiche e di svago. Oggi purtroppo circa 1.400.000 persone nel mondo soffrono per mancanza di acqua potabile. Se pensiamo che in futuro la popolazione terrestre aumenterà è chiaro che anche la produzione di cibo dovrà aumentare, ma per farlo ci vorrà molta acqua! È per questo che dobbiamo imparare in fretta, fin da ora, a non sprecarla, anche in piccole quantità; a usarla con parsimonia; a non inquinarla. Purtroppo, però, nei paesi più industrializzati, continuiamo a comportarci come se il problema non ci fosse e non ci toccasse. AI contrario, in un prossimo futuro saremo chiamati ad impegnarci perché l'acqua sia ben distribuita tra nazioni e continenti, e perché non si creino differenze sociali terribili, fame e indebitamenti senza fine. Il pericolo, infatti, che si profila all'orizzonte è che l'acqua possa venir commercializzata dal Nord del mondo a scapito del Sud del mondo e ciò è assolutamente inaccettabile poiché commercializzare l'acqua vorrebbe dire commercializzare la vita!

 Marta Curci, 5°A Forlanini

Se la fantasia superasse la realtà

 In questo periodo è da poco scoppiata una guerra terribile e assurda.

Ne parliamo spesso, sia a casa che a scuola, e l'argomento suscita in noi rabbia, ma anche tanta tristezza. Rabbia, perché un popolo è costretto a subire delle grandi ingiustizie da parte di pochi prepotenti, tanta tristezza, perché tutto quello che è stato fatto per evitare la guerra non è valso a fermarla. Quando si fa la guerra, sembra, la decisione di farla è una gabbia che imprigiona coloro che hanno deciso.

Si sente, attraverso la televisione, quello che temevamo: notizie di stragi di donne, vecchi e bambini innocenti che questa guerra non l’ hanno certo voluta.

Mai come in questo periodo comprendiamo che cosa è la solidarietà. Le nostre fantasie si sono scatenate nel tentativo di ricercare delle soluzioni all'orribile problema che è la guerra.

Abbiamo immaginato quanto sarebbe meraviglioso se in quella terra così sofferente, nascessero improvvisamente delle piante ‘mangia-armi’, così da disarmare chiunque le usi. Poi, una volta inghiottite tutte le armi, le piante comincerebbero a fiorire e il campo di battaglia si trasformerebbe in un magnifico giardino colorato, dove tutti i bambini irakeni, curdi e americani - in vacanza – potrebbero giocare tra loro, uniti da una profonda amicizia che sia d'esempio a tutti quei prepotenti che si credono ‘chissà chi’ e non rispettano, non solo i valori della vita, ma nemmeno i diritti dei bambini a vivere in un mondo sereno e pacifico. Noi bambini della quarta D, gridiamo “NO alla guerra e SI all'armonia tra i popoli!”

 4°D Forlanini

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IC Parco della Vittoria  

UN MONDO MIGLIORE

SPERANZA E PACE NEI CUORI

  In questi giorni tutti i mezzi di comunicazione non fanno altro che parlare della guerra in Iraq. Le ultime notizie ci riferiscono che gran parte degli iracheni è felice perché il regime di Saddam è caduto, ora il popolo iracheno è libero, anche se in condizioni molto precarie perché mancano l'acqua e il cibo. In massa arrivano dai soldati americani che danno loro il necessario per sopravvivere. Molte case sono state abbattute, dovunque sono evidenti i disastrosi segni dei bombardamenti. Questi sono solo alcuni dei dannosi effetti della guerra che non è ancora finita.

George Bush dice: “Sarete liberi di parlare, di pensare, di unirvi al dibattito politico, sarete liberi dalle persecuzioni di Saddam Hussein”.

Tony Blair dice: “ È una guerra di liberazione non di conquista e le Forze militari non si fermeranno in Iraq un giorno più del necessario”. Io dico che il mondo ha bisogno di pace e desidero, come tanti altri ragazzi, che tutte le guerre finiscano presto, perché non portano nulla di buono, causano solo morte e indeboliscono i paesi econo-micamente, politicamente e socialmente.

  Jonela Poggi terza B

  Abbiamo visto manifestazioni contro la guerra.

L’uomo non vuole più soffrire, non vuole vedere gente innocente morire, soldati andare in guerra e non tornare più nelle loro case… Oggi, tra bandiere e colori, desideriamo un futuro migliore dove i colori rappresentano la libertà di ognuno e con questa certezza nel cuore siamo pronti ad affrontare le difficoltà quotidiane e vivere in modo pacifico ora e per sempre.

  Gloria Buccheri terza B

Parco della Vittoria

  LA GUERRA E LA PACE

  L'Europa sembra non essere più unita,

da Oriente ad Occidente

s'interroga la gente.

Io spero per tutta la terra una sola cosa:

né odio né guerra!

Ombre di veleni e di batteri

inquinano l'aria e i nostri pensieri…

  Valentina Carnevale prima E

Parco della Vittoria

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