Rita Rinaldi Se potessimo avere uno specchio gigante, per poter riflettere tutto il nostro continente, la prima immagine in evidenza sarebbe quella di un'Europa sviluppata, ricca e progredita; se però andassimo oltre, anzi sotto l'immagine opulenta e tecnologica del nostro benessere, vedremmo che questo modo di vivere ha anche alimentato un consumismo sfrenato, il quale ha portato alla creazione di persone omologate, conformiste ed egocentriche, le quali si considerano superiori a chi (chissà perché!?!) è rimasto indietro. Ed allora, proprio perché l'Europa ha ottenuto questo vantaggio (e proprio sfruttando le risorse di chi oggi appartiene al Sud del mondo), l'Europa ha contribuito a ristabilire un equilibrio ai problemi del mondo, ribaltando se stessa e il suo "secondo strato" a favore dei più deboli, reagendo nei confronti dei pericoli che li minacciano. Proprio per questo condivido la posizione del Presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Havel, espresso nell'articolo pubblicato nel quotidiano "La Repubblica" il 3 luglio 2001, il quale ritiene che l'Europa" ha un principio di responsabilità nei confronti del mondo, si deve far carico dei problemi di chi vive in questo pianeta; questa responsabilità avrà il modesto volto di Colui che prende sulle spalle la "croce del mondo". Naturalmente noi europei non siamo l'unica potenza mondiale in grado di ribaltare la situazione ci sono altri Paesi, come l'America ed il Giappone, che potrebbero contribuire a questo invito alla solidarietà nel mondo. Ma perché puntare sempre il dito verso altri? Tratto da "Federigo", il giornale degli studenti del L.S.S. Enriques |