La "Festha Manna"


Dopo i festeggiamenti del 25 aprile, i Santi Gavino, Proto e Gianuario sono di nuovo festeggiati dal 3 Maggio fino al giorno di Pentecoste. È questa la cosiddetta festa grande che vuol ricordare il martirologio dei tre martiri turritani, protettori dell'anticha Turris Libisonis, i cui simulacri per la ricorrenza, vengono trasportati in processione dalla Basilica di San Gavino alla chiesetta a mare, arroccata sugli scogli di Balai. La chiesetta sorge su un ipogeo che comunica col mare: una grotta che la tradizione popolare vuole sia stata la prigione e poi il sepolcro dei tre santi. Il tempio, piuttosto modesto, conserva molti ex voto di soggetto marinaro. Al suo interno vi è una colonnina romana con capitello corinzio che, secondo una leggenda, lo stesso San Gavino avrebbe tratto dal mare per collocarla dove voleva fosse costruita una chiesa. Per tutto il periodo in cui i simulacri sostano a Balai, ininterrotto è l'afflusso dei fedeli. Il rientro alla basilica di San Gavino avviene la sera di pentecoste. Il giorno successivo ha luogo la tradizionale consegna al sindaco di Sassari delle chiavi della chiesa: vuol essere un simbolico atto di riconoscimento della potestà di Sassari sul terreno sacro in cui sorge la basilica. Subito dopo, però, con un apposito atto notarile, le chiavi vengono restituite come attestazione che la chiesa ha saputo amministrare un patrimonio religioso e culturale. Altri festeggiamenti vengono dedicati ai Martiri Turritani il 25 Ottobre. Ed ecco come il francese M. Gaston Vuillier, dopo un viaggio in Sardegna, ha descritto nel 1891 i festeggiamenti: << Molti pellegrini accorrono col solo intento di percorrere con le ginocchia lo spazio intorno a ciascuna colonna, baciandola con devozione e prosternandosi davanti al simulacro equestre del Santo. La leggenda tramanda che San Gavino, dopo aver strappato una di queste colonne dal fondo del mare, la collocò diritta sull' arcione della sella e la portò poi orgogliosamente entro la basilica. Finita la festa, i fedeli, prima di partire da Porto Torres, prendono in groppa le loro donne e si gettano in mare. Appena le onde raggiungono il pettorale dei cavalli, tornano indietro e si rimettono in viaggio per raggiungere le loro case, spesso molto lontane. In quel giorno le acque del golfo compiono miracoli poiché nei tempi passati furono santificate dal sangue dei martiri che vi furono gettati. I cavalieri sono convinti che dopo questo bagno i loro cavalli saranno preservati dalle malattie. La cittadinanza di Sassari vanta un diritto di proprietà sulla Sacra Basilica, però la giunta comunale deve, sotto pena di perdere il privilegio, recarsi tutti gli anni a Porto Torres, il giorno di San Gavino, e mangiarvi insieme una coscia di ...vitello! In quel giorno si vedono arrivare i membri della municipalità in grande uniforme di gala, preceduti dai mazzieri. Il corteo avanza solennemente; il canonico vicario di Porto Torres lo riceve e presenta al "sindaco" le chiavi della chiesa su un vassoio: questi le prende in mano per riaffermare il diritto di proprietà e le restituisce immediatamente al canonico raccomandandogli di aver cura di un bene appartenente alla città di Sassari ed affidato alla sua custodia>>.