Turris Libisonis in età romana


La maggior parte degli studiosi concorda nel sostenere che un ruolo determinante nella nascita della prima colonia romana in Sardegna, denominata Turris Libisonis, fu svolta da Giulio Cesare che visito' personalmente l'isola nel periodo giugno- luglio 46 a.C. In quell'occasione Cesare potrebbe essersi reso conto di persona della situazione geografica e della fertilita' delle terre bagnate dal Rio Mannu, e lì potrebbe aver deciso di localizzare una colonia dopo la conclusione delle guerre civili. La decisione di Cesare potrebbe essere stata attuata più tardi, nel corso del secondo triumvirato, per iniziativa di Ottaviano nel 42-40 a.C., o nel 38-36 a.C. o anche successivamente nel 31 a.C. dopo la battaglia di Azio. La colonizzazione romana diede luogo a un centro popoloso dotato di un porto attivo e di tutte le strutture necessarie alla vita economica e civile. Nel periodo della dominazione romana vennero create delle importanti istituzioni cittadine necessarie alla vita civile. I magistrati supremi della citta' erano i duoviri iure dicundo ai quali era affidata l'amministrazione della giustizia, la realizzazione di opere pubbliche e ogni cinque anni il censimento della popolazione. Erano assistiti dagli aediles che si occupavano dei mercati e degli spettacoli. Sono menzionati anche i seviri e i decemviri ma le attribuzioni di questi ultimi sono molto dubbie. In alcune circostanze il potere dei duoviri veniva sospeso ed affidato ad un curator rei pubblicae che era un funzionario nominato dall'imperatore con compiti prevalentemente ispettivi e di controllo sull'attività finanziaria cittadina e di sostegno e di aiuto per le città che si trovavano in difficoltà finanziarie. Compiti di sovrintendenza sul catasto cittadino e sugli archivi erano affidati al Tabularius preticarum Turris et Tharros.
L'ordo, il senato cittadino ossia il consiglio dei decurioni si occupavano dell'organizzazione complessiva della colonia e della cassa municipale. All'aristocrazia cittadina appartenevano anche i Sacerdotes e i Pontefices che si occupavano del culto in onore delle diverse divinità. 
Per quanto riguarda l'economia a Turris Libisonis era basata principalmente sull'attività agricola e in modo particolare sulla coltivazione intensiva dei cereali e soprattutto del grano la cui produzione veniva destinata all'approvvigionamento di Roma.
Turris Libisonis in epoca romana è una delle città sarde che appaiono molto legate alla campagna e che si è posta come centro di raccolta dei prodotti destinati alla commercializzazione fuori della Sardegna: ciò ha contribuito a sviluppare i commerci nel Mediterraneo poiché potevano utilizzare il porto alla foce del rio Mannu.
Tra le altre attività economiche doveva essere sviluppata anche la pesca finalizzata alla produzione di garum per il consumo interno e per l'esportazione.
Un'importanza notevole ebbe anche l'edilizia documentata dalle imponenti testimonianze monumentali che dimostrano un deciso sviluppo urbanistico. In alcuni periodi fu notevole la produzione ceramica soprattutto di lucerne, di mattoni e di ceramica di uso comune e da cucina, organizzata in fabbriche e forni artigianali. Questa forma di artigianato locale tuttavia non fu molto apprezzata qualitativamente sul mercato e questo spiega il fatto che ci furono massicce importazioni di ceramica da altre province e in modo particolare dal Nord Africa. 
Erano intensamente sfruttate le miniere di rame e di argento della Argentiera e di Canaglia.
Turris Libisonis in epoca romana conobbe un periodo di prosperità e ciò si può rilevare dalle numerose opere pubbliche realizzate e dai numerosi lavori edilizi e di restauro. Tra le opere pubbliche più importanti che sono state realizzate in questo periodo ricordiamo i lavori di sistemazione della RIPA TURRITANA (il porticciolo naturale di Turris Libisonis) per renderla idonea a favorire l'attracco delle navi e la spedizione del frumento verso la capitale. Il porto di Turris aveva una grande importanza non solo per il commercio, ma anche perché era uno scalo obbligato per le navi che da Marsiglia e dalla penisola Iberica si muovevano per arrivare a Ostia. L'approdo primitivo del porto sembra esser ricavato alla foce del Rio Mannu dove restano tracce di costruzioni portuali in un' area profondamente rientrata nel golfo, protetta dall'Isola dell'Asinara; più tardi fu realizzato un vero e proprio bacino, con una sagoma vagamente quadrangolare nella parte più interna del porto attuale.
La posizione molto favorevole del porto ha consentito che Turris diventasse un centro molto importante per il commercio e lo scambio con altri paesi del Mediterraneo. Inoltre l'economia agricola isolana era monoculturale (cioè basata principalmente sulla coltivazione del frumento) di conseguenza si imponeva la necessità di importare grossi quantitativi di frutta, vino, olio, salsa di pesce. Da qui ne derivava la necessità per Turris di sviluppare i commerci con le altre regioni del Mediterraneo.
Tra le altre opere pubbliche realizzate in epoca romana si ricordano l'acquedotto che serviva per l'approvvigionamento idrico di Turris che fu costruito nei primi tempi della colonia e la realizzazione di un edificio termale pubblico ascrivibile al I secolo d.C. Quest' ultimo è stato chiamato erroneamente "Palazzo di Re Barbaro" e messo in relazione con la passione dei martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario riferita dagli studiosi agli anni 304-305 d.C.
In tarda età romana Turris si è avviata verso un periodo di decadenza. Alcuni studiosi ritengono che questo coincida con l'occupazione dei Vandali nella metà del V secolo, altri ritengono che debba riferirsi a un'epoca successiva al VI secolo e quindi alla riconquista bizantina.
Sul declino di Turris hanno influito vari fattori tra i quali: 
- l'instabilità politica dovuta inizialmente all'espandersi del regno Vandalo di Cartagine e più tardi agli attacchi Longobardi
- l'insicurezza della navigazione dovuta all'occupazione araba del Nord Africa
- le profonde trasformazioni sociali ed economiche, legate alla crisi della cerealicoltura e alla fine dell'economia di scambio fondata sull'esportazione di frumento.

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