Confessioni di un malandrino


 

Eccomi ancora qua, impaziente come sempre, pronto a rimettermi in gioco per tentare di surclassarmi, per provare nuove emozioni, nuovi stimoli, nuove avventure.

La nuova scommessa è un pezzo di Amazzonia in casa, un impero dei sensi, un impegno serio,… un acquario enorme, immenso, infinito.

Ho spesso ripetuto a me stesso, durante questi anni di militanza nell’acquariofilia, che bisognava chiudere il cerchio, mettere il tarlo in soffitta togliendogli ogni spazio vitale, ogni possibilità di colpire, impedendogli di fare altri “danni”.

Quel momento è forse giunto, il gioco si è compiuto, la profezia si è avverata.

Ma poi mi accorgo che la mia malattia dilaga, la febbre è ancora alta, mi infiamma, non riesco a placarla.

Ho deciso, quindi, di chiudere il cerchio. Ma in che modo?

Semplice, togliendo ogni ulteriore spazio disponibile in casa (che, ahimè, è piuttosto spaziosa), realizzando il mio sogno più recondito: un acquario amazzonico da 300 o 400 litri per l’ennesima colonia di Discus.

Follia allo stato puro, quasi delirio…

Eppure, in fondo, cos’è la follia e chi è folle? E’ ebbrezza, lasciarsi andare, farsi accarezzare dai propri sogni appagati.

Mia moglie è ormai sconsolata, sa che la sua è una battaglia persa, ma in fondo è contenta (ma voi non diteglielo), non mi ha mai visto così felice, ogni volta è come la prima volta… ma questa è un’altra storia.

Ho in mente qualcosa di speciale, non so esattamente cosa, le mie idee prendono forma in corso d’opera, non sono mai molto chiare a priori, ma in fondo il bello è proprio questo, una pianta, una roccia, un legno possono fare cambiare l’aspetto di un acquario come una pennellata quello di un quadro.

Mi sono documentato molto, ho letto e riletto, ho contattato tanti appassionati, sono nate nuove amicizie (Marco, questa è per te), ho ampliato le mie conoscenze, gli orizzonti si sono allargati.

Nuove idee, nuovi stimoli e nuove tecniche hanno fatto capolino nella mia mente.

Quelle che prima sembravano sterili nozioni scolastiche sull’allevamento dei pesci tropicali e sull’allestimento di un acquario, si sono fuse in modo armonico.

Riscopro ogni giorno per la prima volta i miei acquari, pullulanti di vita, adesso tutto è più chiaro, nitido, preciso, ma ancora imperfetto. Quella, la perfezione, la lascio per il momento ai gioielli Zen di Mr. Takashi Amano.

Ho ascoltato  parecchi amici acquariofili, ognuno di loro ha una storia da raccontare, fatta di successi e fallimenti, abbiamo condiviso, quasi vivendole, le stesse esperienze.

Qualcuno purtroppo si è arreso, si è perso per strada, ma in tanti andiamo avanti.

E allora non potevo tirarmi indietro, sono tornato in pole position pronto ad affrontare la prossima avventura.

L’acquario che ho in mente prevede un ambiente sobrio, con ampi spazi per il nuoto dei Discus, sabbia bianca finissima, intrecci di tronchi di Mopani o torbiera, luce soffusa, acqua ambrata, nicchie di fitta vegetazione dove far troneggiare le mie adorate Echinodorus e poi… loro, i Discus, che di questo angolo di Amazzonia saranno i veri protagonisti, con le loro forme, i loro colori, il loro portamento regale, pronti a regalare ogni giorno nuove emozioni.

Il resto è lì, da qualche parte nella mia mente, aspetta paziente di essere tirato fuori.

Il cuore, però, già batte forte.


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