Per il neofita (ma non solo...)


 

Premessa

L’acquisto e l’allestimento di un nuovo acquario sono sempre degli avvenimenti eccezionali, a volte traumatici per il neofita che si appresta a realizzare la sua “Opera Prima”, ma in ogni caso rappresentano delle occasioni per mettere in pratica le nozioni teoriche assunte leggendo e consultando qua e là.

Quelle che seguono, lungi dall’essere le regole d’oro del bravo acquariofilo, vogliono essere piuttosto degli “appunti di viaggio” presi nell’arco dell’esperienza maturata allestendo sei acquari, diversi per dimensione, caratteristiche e specie ospitate.

Ognuno di voi, come ho spesso ribadito,  avrà certamente le proprie convinzioni in materia, il proprio decalogo, i propri punti fermi.

Per tutti quelli, invece, che si apprestano a vivere per la prima volta questa magica esperienza forse tornerà utile sapere che…

 

L’acquisto dell’acquario

Potendo scegliere è sempre meglio optare per vasche di una certa dimensione, capaci di contenere almeno 80/100 litri effettivi d’acqua. E’ bene sapere che la quantità utile di acqua che introdurremo nell’acquario è sempre ed ovviamente ridotta rispetto al volume dello stesso. Dubitate dei  rivenditori che millantano capacità volumetriche spropositate rispetto alle dimensioni dell’acquario.

Un metodo empirico per calcolare la quantità d’acqua effettiva è quello di moltiplicare (in centimetri) base per altezza per  profondità della vasca, dividere per mille e detrarre un ulteriore 20%. Il risultato ottenuto dovrebbe avvicinarsi in maniera verosimile alla quantità reale di acqua.

In commercio esistono ormai acquari per tutti i gusti e soprattutto per tutte le tasche, ognuno di voi saprà certamente scegliere quello più confacente al proprio gusto estetico e prima ancora alle proprie possibilità economiche.

Mi si consenta però di mettere in guardia dalle strepitose offerte di acquari venduti a prezzi ribassati a scapito, salvo rarissime eccezioni, della qualità di ciò che vi accingete ad acquistare.

Le caratteristiche tecniche degli acquari oggi in commercio (e mi riferisco agli standard qualitativi) sono pressoché omogenee a parità di prezzo. Avendone la possibilità è sempre meglio non lesinare sulla qualità della vasca (spessore del vetro, ampiezza del vano filtro, potenza della pompa e del termoriscaldatore).

Per quanto riguarda la forma dell’acquario, come primo acquisto, credo sia utile orientarsi verso quelli rettangolari che offriranno un maggiore spazio per il nuoto dei pesci.

Da non tralasciare, infine,  è la possibilità che per l’acquario che stiamo acquistando siano disponibili eventuali ricambi o ulteriori accessori (neon o pompa supplementari) da aggiungere successivamente, nonché la possibilità di acquistare un tavolino “di serie” commisurato al peso ed alle dimensioni della vasca.

 

L’allestimento

Acquistato l’acquario, dobbiamo ora accingerci a predisporre l’allestimento interno che ci consentirà di ospitare al meglio i nostri pesci.

E’ opportuno precisare che non esiste, a mio avviso, un allestimento standard da utilizzare come modello, ogni specie ha le proprie esigenze e sta a noi ricreare le condizioni per far si che i nostri pesci possano trovare in acquario un habitat quanto più simile a quello di provenienza.

 

1) il fondale

Tutti gli acquari, salvo rari casi, sono dotati di un fondale generalmente ghiaioso o sabbioso.

E’ questo il substrato sul quale cresceranno le nostre piante, si insedieranno i batteri anaerobici, si accumuleranno i detriti, si nasconderanno gli avannotti.

Per la predisposizione della ghiaia è importante tenere a mente che essa dovrà essere sempre non calcarea, senza spigoli vivi e ben (ma davvero ben) lavata.

Prima di stendere la ghiaia sul fondo della vasca sarà opportuno inserire il tubicino dell’aeratore (a prescindere dall’eventuale uso che ne faremo) collegato ad una pietra porosa, operazione questa che sarebbe certamente meno pratica se compiuta ad acquario pieno. Per fissare saldamente il tubo dell’aeratore potremo servirci di apposite ventose.

A questo punto suggerirei di stendere sulla base dell’acquario un sottile strato di substrato fertile per piante d’acquario (meglio se a grana media) preventivamente lavato. E’ meglio non eccedere con l’uso di questi terricci, come pure sconsigliato, a mio avviso, è l’uso di preparati di torba per piante ornamentali, spesso troppo ricchi di sostanza organica e, a volte, trattati chimicamente.

Volendo proprio esagerare potremo aggiungere un ulteriore strato di ghiaia di pomice o pozzolana per garantire una migliore ossigenazione del fondo.

Possiamo adesso stendere dai cinque agli otto centimetri di ghiaia che avevamo precedentemente preparato.

Inseriamo un piattino all’interno dell’acquario e facciamo delicatamente scorrere sulla sua superficie una ventina di litri d’acqua, preventivamente trattata con un buon biocondizionatore.

Inseriamo a questo punto un paio di legni di torbiera ben lavati, a piacere un paio di rocce assolutamente non calcaree ed infine piantumiamo quante più piante possibili, operazione questa per la quale può essere utile attendere un paio di giorni dall’allestimento.

In questa fase iniziale sarebbe bene optare principalmente per piante robuste ed a crescita veloce, senza con ciò tralasciare quelle a crescita più lenta ma indubbiamente appariscenti (Echinodorus amazzonicus, Echinodoris bleheri, Microsorium, Anubias nana, Anubias bartheri).

 

2) il filtraggio

Come ho più volte detto, il filtro è sicuramente il cuore dell’acquario.

Grazie ad un efficiente sistema filtrante possiamo garantire stabilità ai valori dell’acqua, evitando che la stessa risulti inquinata a scapito della salute dei nostri ospiti.

La filtrazione meccanica si realizza tramite apposite spugne o ovatta sintetica che ha il compito di trattenere i detriti e le particelle di sporco più grossolano.

E’ fondamentale che venga lavata con acqua tiepida prima del suo utilizzo e che, all’atto dell’inserimento nel vano filtro, non venga eccessivamente compressa per evitare che il ricircolo e l’ossigenazione dell’acqua vengano ostacolati.

La filtrazione biologica avviene, invece, attraverso i ceppi batterici nitrosomonas e nitrobacter che decompongono le sostanze inquinanti (ammoniaca e nitrito) trasformandole in nitrato, di per se non tossico, ma che incrementa la proliferazione delle alghe, soprattutto se associato ad un’impropria illuminazione.

Per espletare al meglio le loro funzioni i batteri necessitano di appositi “sostegni” che sono costituiti dai cannolicchi. Questi ultimi vanno inseriti, in quantità pari ad 1/3 circa della lunghezza dello scompartimento centrale del vano filtro e di circa 5 centimetri del vano pompa (questa verrà posizionata sopra lo strato di cannolicchi) dopo essere stati lavati con cura.

L’insediamento delle colonie batteriche può essere favorito con gli appositi biostarter reperibili in commercio.

Avendone la possibilità potrà essere di grande aiuto l’inserimento di alcuni cannolicchi “vecchi” prelevati dall’acquario di un amico.

I cannolicchi non andranno mai lavati, potranno eventualmente essere rimossi per un brevissimo periodo per consentire la pulizia del vano filtro. In questa occasione andranno conservati tenendoli in un’apposita calza immersi dentro l’acquario.

Personalmente sconsiglio l’uso di carbone adsorbente in fase di allestimento, ma di questo abbiamo ampiamente discusso in un’altra occasione.

L’acquario dovrebbe essere adesso lasciato maturare per almeno tre, quattro settimane.

La vostra pazienza sarà messa a dura prova. Non abbiate fretta, i risultati vi ripagheranno dell’attesa. Un errore in questa fase potrebbe avere degli effetti catastrofici per l’equilibrio dell’acquario.

 

3) le luci

L’impianto luminoso in un acquario è di fondamentale importanza, soprattutto se, come nel nostro caso, abbiamo deciso di coltivare un gran numero di piante.

Per il nostro acquario avremo bisogno, come minimo, di un impianto luminoso che consenta la combinazione di luce bianca e fitostimolante, allo scopo i garantire uno spettro completo, indispensabile per una rigogliosa crescita delle piante.

Purtroppo, gli impianti luminosi in dotazione di parecchi acquari in commercio, risultano spesso inadeguati alle esigenze delle nostre piante, con conseguente necessità di essere integrati con ulteriori fonti luminose. Ma per questo ci sarà tempo.

Il binomio luce/alghe è un punto dolente sul quale tanto si è detto e si dirà. Tutti noi ci siamo trovati o ci troveremo a dover fronteggiare un attacco algale non desiderato e per il quale ci sentiamo sconfitti in partenza, pur avendo adottato tutte le cautele per evitarlo.

Infatti,  l’esposizione a 10/12 ore di luce fitostimolante se, da un lato aiuta lo sviluppo delle piante superiori, dall’altro, inevitabilmente, incrementa la crescita delle alghe, in ciò favorite anche dall’eccesso di sostanze nutrienti presenti in acquario.

L’esperienza ed una corretta e costante igiene dell’acquario, vi aiuterà pian piano a trovare il giusto equilibrio per limitare lo sviluppo di queste indesiderate inquiline.

 

4) i pesci

Ormai ci siamo. Siamo pronti. E’ trascorso un mese circa. L’acquario è maturato, abbiamo acquistato i test per misurare nitriti (NO2), nitrati (NO3) e ph dell’acqua, possiamo introdurre i pesci. Pochi.

Pochi è meglio. Poco è bello. Pochi è più facile.

Dello stesso habitat, con le stesse necessità in fatto di acqua (ph, durezza, temperatura) ed abitudini alimentari.

Documentatevi il più possibile sulla loro compatibilità, evitate, almeno per il momento, pesci territoriali, quelli particolarmente esigenti per quanto riguarda la composizione dell’acqua, quelli che provengono da habitat differenti. Cercate il più possibile di abbinare specie dello stesso genere o che comunque si “adattino” a condizioni di vita differenti rispetto a quelle dei luoghi d’origine.

Acquistate pesci sani, tornate dal negoziante più volte prima di procedere all’acquisto, osservate con attenzione le condizioni delle vasche di stabulazione, devono essere sempre pulite e  con acqua trasparente.

I pesci devono muoversi con tranquillità, non devono essere timorosi, devono essere privi di escoriazioni e  macchie sanguinolente. Non devono avere occhi gonfi, colori sbiaditi o pinne sfrangiate.

Forse, detto così, vi sembrerà un’impresa difficilissima, ma col passare del tempo riuscirete ad acquistare un minimo di esperienza che vi consentirà di procedere con maggiore sicurezza.

Per il momento è tutto. Adesso, forse, ne sapete un po’ di più.

Spero di avervi dato una mano, l’altra dovete mettercela voi.

Alla prossima. 


inizio pagina


Scegli l'articolo che ti interessa