La prima volta


 

Sarà capitato a tutti voi di entrare almeno una volta in un negozio di acquari. Forme e colori vi avranno certamente affascinato, sarete tornati a casa con un piccolo tarlo che nella testa cominciava a lavorare: eppure... un piccolo acquario nel salotto... dopotutto che sarà mai... un paio di pesci colorati e poi... quelle bollicine che salgono.

Il tarlo aveva già colpito, ma ancora non lo sapevate.

Un giorno, poi, vi svegliate con una strana ed irrefrenabile voglia di acquario. Il passo è breve, siete già in negozio pronti a sbizzarrirvi, la vasca è conveniente ed i pesci sono bellissimi. Il commerciante vi corteggia, sa che ormai è fatta! Non sapete molto sull’acquariofilia e poi vi hanno detto che basta cambiare l’acqua ogni tre mesi, dare da mangiare ai pesci un paio di volte al giorno e sostituire il carbone ogni tanto, dopo tutto avete anche un cane e due canarini, in fin dei conti sono sempre animali, ed una certa esperienza ce l’avete!

Purtroppo non sapete nulla del ciclo dell’azoto, dei nitriti, dei nitrati, delle parassitosi, degli shock termici, delle incompatibilità di quei pesci che si muovono freneticamente nel vostro acquario, della loro territorialità. Così vi accorgete dopo un paio di giorni che quel pesce bellissimo di colore azzurro, che rammentate chiamarsi pseudotropheus, ha divorato tutti i piccoli pecilidi che con lui dividevano la vasca.

Dopo un paio di giorni la catastrofe: i pesci sopravvissuti sono agonizzanti. Eppure avete seguito attentamente le istruzioni: avete atteso un paio di giorni prima di introdurre i pesci nell’acquario, avete messo biocondizionatore ed attivatore batterico nell’acqua.

Sono passati altri due giorni, siete sconsolati, vi è rimasto soltanto un pesce spazzino, una patina verdastra comincia a ricoprire gli arredi dell’acquario, vostra moglie vi osserva sconsolata. Siete in libreria cominciate a comprare tutto il leggibile, vi hanno detto che ci sono delle riviste specializzare e poi... navigate su internet... siete degli esperti.

Sono passati alcuni giorni, avete la casa piena di prodotti per la salute e la bellezza dei pesci, le pubblicazioni sull’acquariologia le avete acquistate tutte... eppure... il tarlo è sempre lì. Adesso volete capire.

Sono passati un paio di mesi, avete cominciato a familiarizzare con i vostri beniamini, conoscete le loro abitudini comportamentali, le loro esigenze alimentari, avete ripristinato l’acquario che avevate comprato, adesso sapete cos’è un biotopo. La vasca è ora monotematica, un vostro caro amico vi ha suggerito di cimentarvi con un biotopo asiatico, le soddisfazioni non mancano: i pesci stanno bene, il loro numero è proporzionato al volume dell’acquario,  controllate frequentemente nitriti e nitrati, è tutto nella norma, siete soddisfatti.

E’ passato del tempo, tutto procede bene, eppure da qualche giorno avete una strana idea in testa, non sapete ancora esattamente di cosa si tratta, è come uno strano prurito... volete un acquario più grande da dedicare ai ciclidi africani, avete letto tanto su di loro... Siete già in negozio, la nuova vasca è bellissima... il tarlo ha colpito di nuovo!

E’ trascorso molto tempo, la vostra casa pullula di acquari, ne avete cinque, splendidi, avete superato parassitosi, esplosioni algali, nitrati alle stelle, sapete cosa significa allevare e perdere un Astronotus che accarezzavate quando si cibava dalle vostre mani, avete provato l’emozione di assistere alla riproduzione dei vostri piccoli ospiti. Siete andati oltre: vi siete cimentati nell’allevamento di pesci che consideravate inaccessibili, sua maestà il Discus è entrato a casa vostra. Vi sentite appagati, soddisfatti, realizzati, siete convinti di avere chiuso il cerchio, lo spazio per nuovi acquari sembra esaurito, credete che il tarlo non ci sia più, ma sapete che è soltanto assopito, distratto.

Il tarlo è ancora lì, in agguato, pronto a colpirvi ancora per un’ennesima splendida follia.


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